La multinazionale farmaceutica
Bayer ha compiuto un altro passo in avanti verso la chiusura della questione glifosato. Il diserbante, accusato di provocare il
linfoma non-Hodgkin, è stato il motivo di migliaia di azioni civili contro il colosso tedesco, che rischiavano di provocare sentenze con
risarcimenti choc.
Bayer e i risarcimenti
Bayer ha invece concluso un
patteggiamento salatissimo, ma sopportabile. Oltre
10 miliardi di dollari verranno pagati alle vittime per mettere fine alle decine di migliaia di azioni legali legate al Roundup. Le dimensioni del compromesso sono considerate rare anche negli Stati Uniti. I termini devono essere ora approvati formalmente da un giudice della California. Per giungere al patteggiamento
ci sono volute lunghissime trattative. Secondo molti osservatori,
l'accelerata finale è stata agevolata dallo scoppio della pandemia, che ha fatto saltare molti degli appuntamenti in tribunale, costringendo così molte delle vittime a dover scegliere se ottenere subito i risarcimenti, o aspettare chissà quando per il prossimo step legale.
Storia chiusa? Ancora no
Va precisato che
l'accordo sui risarcimenti non mette fine alla storia, anche perché il patteggiamento
riguarda circa 95.000 azioni legali, ma ce ne sono altre
25.000 che sono rimaste fuori dall'accordo per scelta.
Bayer inoltre ha accantonato 1,25 miliardi, per far fronte a eventuali nuove cause.
Bayer respira
Il colosso tedesco aveva
ereditato la saga del Roundup (il prodotto contenente glifosato) con l'
acquisizione della statunitense Monsanto, avvenuta nel 2018 per 63 miliardi di dollari. La vicenda ha per anni messo sotto pressione il gruppo e i suoi vertici, anche per via dei numerosi verdetti che hanno visto
Bayer bocciata dalle giurie, nonostante avesse difeso la sicurezza del Roundup. Per questo motivo l'intesa che è stata raggiunta sui risarcimenti è un'ottima notizia per Bayer. Infatti rimuove parte dell'incertezza e le spese legali sostenute per i singoli processi,
limita i danni di reputazione e rassicura gli investitori.
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