mercoledì 7 ottobre 2020

Aziende aeree, anno da incubo: 13 miliardi bruciati ogni mese, la IATA chiede gli aiuti ai Governi

Le conseguenze della crisi sanitaria da Covid si sono abbattute in modo violentissimo sul settore dei viaggi, mandando al tappeto quasi tutte le compagnie di volo. Molte aziende aeree stanno cercando di risollevarsi, ma non è facile per un settore dove la ripresa è ancora molto blanda.

I numeri shock delle aziende aeree

La pandemia - e le conseguenti misure di lockdown - ha tolto alle aziende di trasporto aereo l’ingrediente fondamentale, ossia i passeggeri. E glieli rista dando solo a poco a poco. Secondo le cifre rese note da IATA, ovvero la lobby che raggruppa 290 compagnie mondiali, ogni minuto vengono vaporizzati 300mila dollari di cassa. Sono 13 miliardi di dollari al mese (nel trimestre della fase acuta si era giunti a 17 miliardi, il trimestre peggiore nella storia dell’aviazione). Facendo un conteggio più ampio, la IATA stima che nel secondo semestre ci saranno perdite per 77 miliardi di dollari.

La situazione è ben peggiore rispetto alle già fosche previsioni iniziali. Anche per questo si molitplicano le pressioni sui governi per ottenere degli aiuti sostanziosi. Ma non per tenere in piedi le compagnie, per salvarle. Senza aiuti - avvertono da IATA - ci sarà una catena di fallimenti e la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro.

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Gli aiuti ricevuti finora

Va detto che finora gli Stati non sono rimasti a guardare. Dall'esplosione della pandemia, le aziende aeree hanno già ricevuto 161,9 miliardi di dollari aiuti dai governi. La fetta più cospicua (100 miliardi) sotto forma di aiuti diretti (ovvero sussidi, prestiti, ricapitalizzazioni, iniezioni di cassa). La parte minore come sussidi agli stipendi.
Un aiuto lo hanno dato anche i fornitori delle compagnie (soprattutto i lessor, ossia le societàche affittano i loro velivoli in leasing alle aziende aeree), che hanno praticato sconti per complessivi 20 miliardi di dollari.
Ma non bastano. Perché la crisi prosegue e non c'è abbastanza spinta nella ripresa del traffico aereo, visto che ci sono ancora restrizioni al traffico introdotte dai governi e delle quarantene. Per questo la IATA ritiene che serviranno circa 60-70 miliardi, ossia l'importo della cassa che verrà bruciata nel secondo semestre.

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