Il business dell'auto continua ad essere molto fiacco in Europa. In base ai dati relativi al mese di gennaio, emerge infatti che il calo delle immatricolazioni di veicoli è proseguito in tutto il vecchio continente. La flessione è stata del 2,4%. Si tratta del settimo mese negativo di fila.
I dati sul business dell'auto
Complessivamente il business dell'auto ha prodotto immatricolazioni per 822.000 unità, che il valore più basso da almeno 22 anni. Questo emerge dai dati di Acea, ossia l'Associazione dei costruttori del vecchio continente. Il calo delle vendite risulta peraltro ancora più eclatante se si utilizza come metro di paragone il periodo pre-pandemico. Rispetto a gennaio 2019 infatti, la diminuzione delle immatricolazioni è addirittura del 32,9%.
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I dati sui singoli Paesi
A livello di singoli paesi, purtroppo l'Italia è fanalino di coda. Il mercato dell'automobile nel nostro paese ha subito un crollo del 19,7%. Non andava così male da 38 anni.
Le uniche Nazioni positive in Europa sono state in Germania (+8,5%) e Regno Unito (+27,5%), che comunque non arrivano a livelli pre-pandemici.
Si salva anche la Spagna, che ha registrato un aumento di appena un punto percentuale.
In Italia non va neppure bene il business delle auto elettriche e ibride plug in. Siamo infatti all'ultimo posto nelle vendite, con una quota di mercato rispettivamente al 3,4% e al 5%. Germania e Regno Unito fanno tra le 4 e le 6 volte meglio di noi.
Fattori chiave e incentivi
A pesare sull'andamento del settore è senza dubbio la crisi dei semiconduttori, che ha provocato produzioni a singhiozzo e in alcuni casi interruzioni temporanee. Perfino a colossi quotati alla Xetra borsa (cos'è) di Germania, come Volkswagen, BMW e Daimler.
Uno dei problemi che riguarda il business dell'auto in Italia è l'assenza di sostegni governativi per il 2022. Dovrebbero spingere a comprare veicoli a zero o bassissime emissioni. In Germania, Francia, Spagna e Regno Unito sono previsti miliardi di euro di incentivi e investimenti in infrastrutture. Per questo i produttori chiedono interventi al governo per favorire il rinnovamento del parco macchine circolante.
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