Nell'ultima parte del 2021, la produzione industriale ha subito una frenata. A rivelarlo è l'ultimo rapporto fornito da Istat, che evidenzia così l'impatto della variante Omicron sulla ripresa della nostra economia, nonché quelli dovuti ai rincari dell’energia.
L'andamento della produzione industriale
I dati congiunturali dicono che nel mese di dicembre l'indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dell’1%, rispetto al mese precedente. Il dato congiunturale trimestrale invece evidenzia che la produzione industriale è cresciuta dello 0,5% rispetto al trimestre precedente.
Il dato mensile tendenziale rivela invece un aumento del 4,4% rispetto a dicembre 2020 (dato corretto per gli effetti di calendario).
Settori produttivi
I maggiori incrementi tendenziali hanno riguardato i beni di consumo (+10,4%) e l’energia (+8,9%). A livello settoriale, è quello dei prodotti farmaceutici ad aver brillato più di tutti (+25,4%). Hanno corso anche l’industria del legno, della carta e stampa (+18,7%) e la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+16,5%).
Chi si è mosso in netta controtendenza è invece il settore delle attività estrattive (-13,9%), nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-3,7%) e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-3,4%).
Il 2021 in confronto al 2020
Se guardiamo all'intero 2021, l'andamento della produzione industriale evidenzia la ripresa economica post-pandemica. Considerando l’evoluzione congiunturale del 2021, si sono registrati aumenti dell’indice complessivo in tutti e quattro i trimestri, ma in progressivo rallentamento nel corso dell’anno.
Rispetto al 2020, anno sconvolto dai lockdown e dalle chiusure, la produzione è cresciuta rispetto all'anno precedente dell’11,8%. Grazie a questo balzo, l’industria italiana ha recuperato i livelli pre Covid. La crescita annua è diffusa a tutti i principali raggruppamenti di industrie, ma rivela anche grosse eccezioni.
Il settore tessile, ad esempio, pur mettendo a segno un rimbalzo del 10%, non ha recuperato la forte perdita (-28,5%) subita nel 2020. Anche la fabbricazione di mezzi di trasporto non riesce a recuperare i livelli pre-pandemia.
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