La ripresa economica successiva al pesantissimo shock pandemico ha modificato il rapporto tra le imprese italiane e le richieste di credito alle banche.
Le imprese italiane e il credito
A fornire un quadro della situazione è il barometro CRIF sul sistema di informazioni creditizie, basato sul patrimonio informativo di EURISC.Da esso emerge che, nel corso del 2021, le imprese italiane hanno fatto un minore ricorso al credito. Il numero delle richieste infatti è sceso del 14,5% rispetto all'anno precedente, nonostante però i volumi complessivi siano superiori del +14,8%.
Va sottolineato che nel corso del 2020 la contrazione dei fatturati e dei flussi di cassa, provocata dall'impatto della pandemia e dei lockdown, aveva creato un clima nervoso è instabile delle imprese, facendo impennare le richieste di finanziamento.
Lo dimostra il fatto che, nonostante il calo che si avuto nel 2021, le richieste di credito continuano ad essere superiori al livello pre pandemia (+5,9%).
Calo robusto di richieste da parte delle imprese individuali
Riguardo all'esame analitico delle singole richieste di credito, emerge che la riduzione maggiore ha riguardato le imprese individuali. In questo segmento si sono registrate infatti un quarto di richieste di credito in meno rispetto al 2020. Più contenuta invece è stata la diminuzione delle richieste da parte delle società di capitali (-7,5%).
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Importo medio più elevato
In generale rimane comunque il dato di fatto che le richieste di credito da parte delle imprese italiane si sta progressivamente riallineando rispetto al periodo antecedente allo scoppio della pandemia. Negli ultimi trimestri infatti la situazione viaggia verso la normalizzazione.
È interessante notare come al calo delle richieste corrisponda anche una crescita dell'importo medio del credito domandato. Dimostra che le imprese italiane avvertono in misura minore l'esigenza di frazionare le richieste, dando la priorità al rapporto con gli istituti di riferimento.
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