venerdì 25 marzo 2022

Mercato del petrolio, l'OPEC+ è preoccupato per il possibile embargo UE

Continua ad essere delicata la situazione sul mercato del petrolio. Dopo le mosse di Stati Uniti e Regno Unito, che hanno varato un embargo sul petrolio russo, si fa più concreta la possibilità che l'Europa decida di fare qualcosa di analogo.
Tuttavia, quando ne hanno parlato lunedì, i ministri degli esteri europei non hanno trovato un accordo se estendere le sanzioni anche al settore energetico.

I timori sul mercato del petrolio

La possibile stretta UE è una mossa che desta preoccupazione nell'Opec. I produttori di oro nero sono convinti che tutto ciò finirebbe per creare un danno ai consumatori. Di questo l'Opec avrebbe già parlato a Bruxelles, esprimendo la propria agitazione.

Alcuni dei principali Paesi produttori, come Arabia Saudita ed Emirati Arabi, hanno cercato di rimanere abbastanza neutrali rispetto al conflitto in Ucraina. Se consideriamo invece l'intero Opec+ - che comprende anche la Russia - non si deve essere sorpresi del fatto che non hanno mai parlato apertamente della guerra.

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La forte dipendenza dalla Russia

Il dato di fatto è che il mercato del petrolio in Europa è fortemente dipendente dalle esportazioni di greggio russo. La decisione da parte della UE di imporre delle sanzioni all'industria energetica russa, avrebbe quindi inevitabili conseguenze su tutto il settore.
Per questo, gli USA avrebbero trovato un accordo per fornire l'Europa di gas liquefatto in modo da ridurre parzialmente la dipendenza Europea dall'energia russa.

Il mercato tira ancora

Intanto a causa dei timori di ulteriori interruzioni dell'approvvigionamento dovute alle sanzioni contro la Russia, i prezzi rimangono oltre i 100 dollari al barile.
Il Brent sta lambendo addirittura i $120 mentre, il WTI americano è sopra i 110, come si vede sui broker forex italiani autorizzati che negoziano anche commodities.
Gli Stati Uniti e i loro alleati intanto stanno discutendo su un possibile ulteriore rilascio coordinato di scorte strategiche, in modo da calmierare i prezzi sul mercato del petrolio.

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