Il nuovo rapporto mensile ABI evidenzia un dato che - anche se non turba eccessivamente - è comunque emblematico delle difficoltà che viviamo. Le sofferenze delle banche italiane sono nuovamente cresciute a gennaio.
I numeri della sofferenza delle banche
Gli ultimi dati riguardo all'andamento dei prestiti in sofferenza dicono che durante il mese di gennaio c'è stato un balzo di ben 3 miliardi di euro delle sofferenze nette, ossia quelle calcolate al netto di svalutazioni e accantonamenti fatti dalle banche con risorse proprie. Il totale delle sofferenze sale così a 18,2 miliardi. Tuttavia questo livello rimane inferiore rispetto al dato registrato l'anno scorso. A gennaio 2021 infatti le sofferenze delle banche sfioravano i 20 miliardi. Ancora di più erano a gennaio 2020, quando furono 26,3 miliardi di euro.
Il motivo per cui non bisogna preoccuparsi eccessivamente di questi dati si comprende se confrontiamo l'attuale livello delle sofferenze delle banche, con quello che c'era a novembre 2015 ossia il mese record con 70,7 miliardi di sofferenze. Le banche italiane sono riuscite a sforbiciare loro crediti problematici di quasi il 80%.
Rapporto sofferenza impieghi
L'associazione delle banche italiane evidenzia inoltre che il rapporto tra sofferenze nette e impieghi totali è poco sopra il punto percentuale a gennaio. Era 0,87% a dicembre 2021, era 1,14% a gennaio 2021, era 1,55% a gennaio 2020 ed era addirittura a 4,89% a novembre 2015.
Andamento dei prestiti
Per quanto riguarda l'andamento dei prestiti, durante il mese di febbraio c'è stato un incremento delle richieste da parte di imprese e famiglie pari al 2,3% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. In particolar modo sono aumentate le richieste da parte delle famiglie verso le banche, +4% su base annua. I prestiti alle imprese registrano invece un aumento dello 0,9% su base annua.
La raccolta
Va evidenziato che la raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) a febbraio ha segnato una crescita del +3,3% su base annua.
I depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, nello stesso mese, di circa 79 miliardi di euro rispetto ad un anno prima (variazione pari a +4,5% su base annuale), mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, è scesa, negli ultimi 12 mesi, di circa 12,9 miliardi di euro in valore assoluto (pari a -6,0%).
Lo spread
Lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie rimane in Italia assai basso. A febbraio 2022 risulta di 171 punti base (come nel mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007).
Nessun commento:
Posta un commento