Uno degli elementi che testimonia lo stato di salute dell'economia è la puntualità dei pagamenti parte delle imprese. Sotto questo aspetto si può dire che l'Italia continua a inviare dei segnali confortanti. Sul finire dello scorso anno infatti, il trend positivo che già si era evidenziato in precedenza ha avuto conferma.
L'analisi dei pagamenti delle imprese
In base ad un'analisi condotta dal "Studio Pagamenti" realizzato da CRIBIS, il numero di pagatori puntuali a dicembre 2021 è salito al 38,5% del totale. I pagamenti effettuati con ritardi lievi (entro i 30 giorni) sono saliti a 11%. Si tratta dei dati migliori registrati dallo scoppio della pandemia di Covid.Va evidenziato in particolare la performance delle piccole imprese, dove i pagamenti puntuali sono il 40% del totale, e nel complesso i ritardi sono sempre meno pesanti.
Trend in miglioramento
Si conferma quindi un consolidamento della ripresa economica che era cominciata all'inizio del 2021. Anche se l'emergenza pandemica non è affatto finita, è importante che si manifestino in modo chiaro i segnali di una ripresa. Soprattutto, il segnale più importante è il deciso calo dei pagamenti oltre i 30 giorni dalla scadenza.
Va aggiunto però, che rimane elevato il numero di imprese in difficoltà, tanto che il rischio usura incombe su oltre 170 mila aziende.
Situazione a livello geografico
A livello geografico la situazione migliore è quella del Nord Est italiano, In quest'area infatti i pagamenti vengono fatti con puntualità nel 46,3% dei casi. L'andamento più problematico invece si conferma al Sud e nelle isole, dove i pagamenti puntuali sono appena il 25,3% del totale.
La regione più virtuosa si conferma la Lombardia, con il 48,1%. Peraltro nei primi 10 posti delle province più virtuose, ben 6 sono lombarde (Sondrio su tutte).
La seconda regione più virtuosa è l'Emilia Romagna, dove i pagamenti puntuali sono il 46,8% del totale.
In coda alla classifica c'è la Sicilia, che nonostante una discreta crescita dei pagamenti puntuali, chiude comunque il ranking regionale con una quota pari al 21,1%.
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