La manovra finanziaria del governo si preannuncia come la più complicata degli ultimi anni a causa del forte aumento del disavanzo pubblico italiano, che è stato alimentato soprattutto dal mancato incasso di un bel gruzzolo di entrate fiscali.
I dati sul fabbisogno dello Stato
Gli ultimi dati resi noti dal Ministero dell'Economia riguardo al fabbisogno di spesa pubblica hanno evidenziato che da gennaio a luglio di quest'anno il settore pubblico ha registrato un disavanzo di cassa di ben 79 miliardi. Per renderci conto di quanto grande sia questa cifra, basta dire che si tratta di 45 miliardi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.Un peso enorme, come vedremo e abbiamo già detto, lo ha la riduzione delle entrate fiscali.
Al tempo stesso bisogna evidenziare che il dato sul fabbisogno verrà notevolmente alleggerito dalla terza rata del Piano Nazionale di ripresa, che finora non è stata ancora versato. Il bonifico della Commissione europea dovrebbe arrivare agli inizi del mese di ottobre. Ciò consentirà di ridurre il fabbisogno di cassa a 18,5 di euro miliardi di euro.
Le entrate fiscali mancanti
Il rosso profondo nel bilancio pubblico risente in particolar modo delle minori entrate fiscali, dovuto ai crediti di imposta che sono stati accumulati negli scorsi anni, soprattutto per via dei bonus immobiliari. In pratica si tratta di diritti dei contribuenti a non pagare le tasse. Parliamo di circa una decina di miliardi di entrate fiscali che non ci saranno.
L'economia in crisi non aiuta
Anche la frenata dell'economia incide sulla riduzione delle entrate fiscali. Nel primo semestre di quest'anno c'è stata una crescita degli incassi poco superiore al 4%, ma in termini reali - ossia tenuto conto dell'inflazione - si tratta di una vera e propria contrazione delle entrate fiscali.
Anche per questo motivo l'obiettivo di un deficit al 4,5% del Pil per quest’anno e anche al 3,7% del Pil per il 2024 sembrano ormai fuori portata.
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