Giovedì prossimo, 14 settembre, la BCE si riunirà in meeting per decidere se modificare la propria politica monetaria. In vista di quell'appuntamento, l'OCSE ha mandato un appello alla Eurotower: bisogna continuare ad alzare i tassi di interesse per spingere l’inflazione verso l’obiettivo del 2%.
OCSE, BCE e inflazione
L'organizzazione internazionale con sede a Parigi ha pubblicato l'ultimo studio riguardo allo stato di salute dell'Unione Europea e della Eurozona, evidenziando che l'alto livello dell'inflazione è "persistente e generalizzato". Malgrado la corsa dell'inflazione stia scendendo, le proiezioni la vedono al 5,8% nel 2023 e al 3,2% nel 2024. Ossia, un livello ancora troppo elevato rispetto all’obiettivo del 2% fissato dalla BCE.
Politica monetaria e fiscale
Per questo l'OCSE ha lanciato un appello affinché l'istituto di Francoforte continui ad adottare una politica monetaria restrittiva. Al tempo stesso bisognerà orientare meglio la politica fiscale. I Governi dovrebbero inoltre rafforzare sulla sostenibilità delle finanze pubbliche, agendo anzitutto su una spesa più efficiente e una migliore governance economica.
Ma per quanto tempo l'OCSE suggerisce di andare avanti con la politica dei tassi di interesse alti? "Le dimensioni e la durata della restrizione monetaria richiesta per abbassare in modo durevole l’inflazione sono incerte", spiega il rapporto. Finché servirà, insomma, andrà fatto.
Crescita e debolezza economica
E' chiaro che questo azzoppa la crescita economica, ed in proposito l'OCSE riconosce le vulnerabilità finanziarie, soprattutto in quei Paesi con alti livello di debito privato e una forte proporzione di mutui ipotecari a tasso variabile (quelli che sono più sensibili alle variazioni in aumento dei tassi di interesse).
Se finora i Governi sono riusciti ad evitare una grave recessione, le prospettive di breve termine sono avvolte da incertezze e rischi.
Le indicazioni dell’Ocse arrivano insieme alle previsioni sul Pil dell’Eurozona: la crescita dovrebbe riprendere progressivamente, passando dallo 0,9% del 2023 all’1,5% del 2024.
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