La riunione di politica monetaria della Bank of Canada si è conclusa come da aspettative, con un taglio dei tassi di interesse per 50 punti base. Il nuovo livello del costo del denaro scende così al 3,25%.
La decisione della BoC sul costo del denaro
Quello della Bank of Canada è il secondo taglio dei tassi consecutivo di 50 punti base, e porta l'ammontare complessivo delle sforbiciate a 175 punti base durante questo ciclo di allentamento. Qualche mese fa il costo del denaro era al 5%.La cosa importante da sottolineare tuttavia è il cambio nella retorica da parte dell'istituto centrale. Nella comunicazione che accompagna la decisione sparisce infatti il riferimento ad eventi ulteriori possibili interventi, se lo scenario di base dovesse reggere. Questo fa pensare che la banca ha intenzione di adottare un approccio più cauto e lento nel normalizzare la politica monetaria in futuro.
Inflazione e crescita
La scelta di effettuare un taglio aggressivo al costo del denaro deriva dalla frenata dell'inflazione, che dovrebbe rimanere vicino all'obiettivo del 2% nei prossimi due anni, e alla debolezza dell'economia canadese, come dimostra l'ultimo dato sul PIL che è cresciuto soltanto dell'1% (al di sotto delle previsioni della banca centrale). La Bank of Canada tuttavia ha evidenziato come il futuro andamento dell'inflazione potrebbe essere condizionato dalla politica economica della prossima amministrazione americana, visto che Trump ha promesso tariffe anche nei confronti dei vicini di casa canadesi.
NB. Quando si negozia un cambio valutario, si può utilizzare anche l'indicatore Zig Zag trading.
Guadagna terreno il dollaro canadese
Alla fine del meeting di politica monetaria dell'istituto centrale il mercato ha reagito premiando il dollaro canadese. Il rapporto di cambio rispetto alla valuta statunitense (USDCAD) è sceso infatti a 1,412, allontanandosi dal massimo di due anni e mezzo toccato il 10 dicembre a quota 1,48. Il cambio ha disegnato una Gravestone Doji.
La spinta alla valuta canadese è arrivata anche dall'ottimismo riguardo all'impatto delle misure fiscali su inflazione e crescita economica a breve termine. Una reazione importante l'hanno avuta anche i rendimenti dei titoli di Stato a dieci anni, che sono saliti altro il 3,1%, rimbalzando dal minimo di due mesi che è stato toccato settimana scorsa.
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