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lunedì 20 ottobre 2025
Quotazioni del petrolio, c'è il rischio che sprofondino 50 dollari
Le preoccupazioni per un eccesso di offerta globale continuano a pesare sulle quotazioni del petrolio, che dopo una lieve ripresa sono tornate a scendere in questo inizio di settimana. E secondo alcuni analisti, le cose potrebbero ulteriormente peggiorare.
Gli ultimi movimenti delle quotazioni del petrolio
Settimana scorsa un rapporto dell'AIE ha stimato per il 2026 un surplus di offerta, a causa dell'incremento della produzione di petrolio da parte dei membri del cartello dei produttori.
Allo stesso tempo, il clima meno teso in Medio Oriente, con Israele e Hamas che hanno ribadito il loro impegno per un cessate il fuoco, ha ridotto i premi di rischio.
Questi fattori hanno spinto il prezzo del Brent verso i 61 dollari per barile, mentre il WTI è sceso verso 57 dollari per barile, oscillando sui minimi di sei mesi. Molti hanno approfittato della situazione per negoziare opzioni binarie 60 secondi.
L'importanza del conflitto Russia-Ucraina
Ma uno dei fattori più importanti per la quotazione del petrolio potrebbe essere il fronte russo-ucraino. Secondo gli analisti di Citi, un eventuale disinnesco di questo conflitto potrebbe provocare una forte discesa delle quotazioni del petrolio, con il Brent che addirittura verso quota 50 dollari per barile.
Secondo il rapporto della banca infatti si va progressivamente riducendo il rischio di ulteriori attacchi alle raffinerie russe. Uno di questi, nei giorni scorsi, aveva portato alla chiusura parziale di un impianto di lavorazione del gas russo. In caso di pace questi episodi non si verificherebbero più. Allo stesso tempo una pace in Ucraina alleggerirebbe la pressione politica sugli acquirenti di petrolio da Mosca, accelerando così il calo delle quotazioni del petrolio. Ecco perché gli occhi del mercato sono puntati sull'incontro tra Trump e Putin in Ungheria nelle prossime settimane.
Le conseguenze di un calo profondo
Ma cosa succederebbe se le quotazioni del petrolio scivolassero veramente a 50 dollari al barile? Sarebbe un grosso problema per la strategia cartello OPEC+, ed in particolare per l'Arabia Saudita. Il maggiore produttore di greggio al mondo a quel punto dovrebbe scegliere se mettersi in modalità difensiva tagliando di nuovo la produzione oppure allinearsi alla Casa Bianca che spinge per un petrolio più economico.
Al tempo stesso, un prezzo del petrolio molto basso rappresenta un'arma politica importante per Trump, che trova terreno fertile per le provocazioni costruire alle Russia (cosa che non potrebbe fare col Barile a 80 dollari).
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