martedì 17 settembre 2019

Banche, crescono i timori: con la recessione c'è il rischio di nuovi Npl

Nei giorni scorsi, la Bce ha nuovamente armato il bazooka con un nuovo Qe da 20 miliardi al mese, e l'annuncio che i tassi di interesse rimarranno bassi ancora per un bel po', con buona pace delle banche del Vecchio Continente.

Tassi di interesse bassi, ma non solo...

La mossa della Eurotower ha scatenato l'ira della Germania ma anche della Danimarca. I tassi di interesse bassi infatti sono un fardello pesante per la redditività delle banche. Ma in Italia c'è anche un altro fattore che desta qualche preoccupazione. L'incubo della recessione economica che aleggia sui cieli del Vecchio Continente, potrebbe riportare in primo piano il problema annoso dei crediti deteriorati.

Dopo alcuni anni in cui questo problema era stato cruciale, da qualche periodo gli istituti - dopo molti sacrifici - sembravano finalmente aver accantonato la questione. Tuttavia, secondo uno studio di Equita SIM basato sull’analisi dei dati diffusi da Banca d’Italia, la questione potrebbe riemergere in modo forte. L'attività degli istituti di credito a luglio denota infatti una accelerazione dei flussi di Npl in un contesto macro che potrebbe ulteriormente peggiorare. In base ai calcoli effettuati da Equita SIM, se il default rate dovesse crescere dall’1,7% del secondo trimestre al 2,6%, l'impatto negativo sugli utili 2020 delle banche potrebbe arrivare fino al 27%.

L'accelerazione dei crediti in sofferenza

La recente accelerazione dei flussi dei crediti in sofferenza, è stata innescata dalla performance del segmento corporate e Pmi che è risultata piatta. Notizie positive invece arrivano dalla crescita degli impieghi al segmento retail, +2,5% rispetto a +2,4% di giugno, a conferma di una certa stabilità e resilienza. La stima di flussi di Npl per il 2019 è di 713 milioni al mese, con un tasso di crescita dello stock al 3,5%.

Per scongiurare il pericolo che i crediti in sofferenza tornino ad essere un incubo per le banche italiane, è necessario una tangibile accelerazione nel tasso di crescita degli impieghi, così da stabilizzare il margine di interesse di settore e contrastare gli effetti di un possibile peggioramento dell’outlook dei tassi di interesse, nonché delle dinamiche competitive ancora sfavorevoli.

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