Secondo l'ultimo rapporto dell'International Olive Council, il calo della produzione è di circa il 20% nella stagione 2016-2017. Se guardiamo soltanto all'Italia, la diminuzione arriva addirittura al 61% (poi viene la Grecia con -39%). Il dato da ricordare è anche quello della Spagna, che pesa per circa il 50% sulla produzione mondiale. Nel suo caso la produzione è scesa dell'8%. In generale nella sola Unione Europea c'è stato un decremento del 25%. La sola eccezione a questo trend negativo è la Turchia, con un aumento produttivo del 24%.
Eccesso di domanda e calo della produzione in olio
Se la proposta produttiva raggiunge quasi i 3 milioni di tonnellate, la domanda nell'ultimo decennio è cresciuta ad un ritmo di 300 mila tonnellate l'anno. Questo ha finito per creare uno sbilanciamento della domanda sull'offerta. Nel 2016/17 la domanda di olio di oliva supererà la produzione del 13%. Nel complesso l'analisi del Coi (International Olive Council) mostra come dal 1991 non ci fosse un superamento del consumo rispetto alla produzione.Il deficit del mercato si è tradotto in una consistente crescita dei prezzi di produzione, che fanno segnare un +36% in Spagna, +66% in Italia e +30% in Grecia.
Questa situazione ha generato una ulteriore ripercussione sulle esportazioni. L'aumento di prezzi ha portato infatti a un calo dell'export negli Usa del 7% da ottobre 2016 a marzo 2017. Finora questa diminuzione è stata compensata dal contemporaneo aumento dell'export verso Australia (+39%), Brasile (+37%), Cina (+19%), Giappone (+4%) e Russia (+2%).
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