Il quadro dell'economia italiana
Restano quindi ferme le stime di novembre sull'economia italiana, e tuttavia ci sono due rischi all'orizzonte che potrebbero fare sentire i loro pesanti effetti. Si tratta della moderata evoluzione del commercio internazionale e dell'aumento del prezzo del petrolio. Secondo l'Istat infatti, la ripercussione di un rallentamento del commercio mondiale di appena 0,5 punti percentuali se fosse associato anche ad una crescita del petrolio Brent del 10%, potrebbe portare a una minore crescita del Pil pari allo 0,2%.Ci sono poi altri aspetti meno felici relativi all'economia italiana. Lavoro e produttività infatti non sono certo cose delle quali andare fieri. L'Italia infatti è soltanto 16esima nella classifica internazionale. Tutto questo si ripercuote sugli attuali livelli di sviluppo economico e sulle prospettive future. Nel corso del 2018 la produttività del lavoro aumenterà soltanto dello 0,6% a fronte di una crescita di più del doppio che ci sarà in Germania (1,3%), e del doppio in Francia. Rimane quindi un differenziale negativo di crescita tra economia italiana e gli altri principali paesi europei.
L'Istat inoltre ha tracciato il quadro del mercato del lavoro, dove c'è un miglioramento lieve (+0,8% in termini di unità di lavoro) e una diminuzione del tasso di disoccupazione (al 10,8%). Ad ogni modo rimane significativo il gap con il resto della UE. La quota di chi cerca lavoro continuerà ad essere molto più elevata di quella dell'area euro, attestato all’8,5%.
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