domenica 20 maggio 2018

Prezzo del petrolio, l'ascesa potrebbe ancora continuare

Sono i fattori geopolitici che stanno guidando il prezzo del petrolio, spingendolo verso l'alto. Molto più che i fondamentali. Lo dimostrano i dati contenuti nella relazione mensile dell'Agenzia internazionale dell'energia (IEA). Nel dossier dell'organismo intergovernativo si legge che la domanda dovrebbe essere meno solida del previsto nel 2018.

Pesa il rialzo dei prezzi medi, che spingono verso il calo il consumo globale. La domanda dovrebbe raggiungere una media di 99,2 milioni di barili al giorno. Salirà la quota di fornitura da parte dei paesi non OPEC, che dovrebbe arrivare a 60,0 mb/g (segnano un rialzo annuo di 1,8 mb/g). L'offerta da parte dei paesi che non aderiscono al cartello quindi si espanderà molto più della domanda globale. Di conseguenza la “call on crude OPEC”, ovvero la quantità di greggio che i paesi OPEC possono pompare rimanendo in equilibrio sui mercati , si andrà a ridurre fino a 32,2 milioni di barili al giorno nel 2018.

Il rally dei prezzi del petrolio

Il contenuto di questo rapporto non è riuscito comunque ad arginare la crescita dei prezzi del petrolio. Il greggio è oramai vicino a livelli considerati fin troppo alti. Il WTI viaggi a quota 72 dollari al barile mentre il Brent è leggermente sotto quota 80 dollari. Chiunque sa fare l'indicatore MACD trading come funziona avrà visto segnali fortemente rialzisti dalle medie mobili. In sostanza i dubbi sollevati dal report AIE siano stati ignorati dagli investitori.

Se l'AIE mette in allerta sul possibile calo dei consumi, i fondamentali - almeno secondo Goldman Sachs e Morgan Stanley - dicono che il prezzo salirà ancora. Insomma non si intravedono figure inversione trend all'orizzonte. Questo per la gioia di chi continua a puntare al rialzo sul prezzo del petrolio.

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