lunedì 7 maggio 2018

Economia italiana, per l'Istat ci sono segnali di rallentamento

L'economia italiana non decolla, e anzi rallenta la marcia. Questo è il quadro disegnato da Istat nella nota di aprile. Dopo un primo trimestre tutto sommato discreto, la spinta economica segna invece un rallentamento. Pesa sicuramente la frenata che c'è stata a livello generale sul fonte internazionale, dove però le tendenze restano positive. L'indicatore anticipatore, sintetizza l'Istituto di statistica, si mantiene su livelli elevati anche se si confermano i segnali di decelerazione delineando uno scenario di minore intensità della crescita. Che il ritmo produttivo stia rallentando lo conferma il fatto che nel primo trimestre il grado di utilizzo degli impianti è calato.

I dati sull'economia italiana

economia italianaCirca il clima di fiducia che si respira nel paese, le famiglie manifestano più preoccupazione riguardo al futuro dell'economia italiana. Nel complesso però l'indice di fiducia delle famiglie rimane su livelli elevati. Anche per quanto riguarda le imprese il clima di fiducia è peggioramento, risentendo in special modo dei giudizi negativi di quelle del settore del commercio. La mosca bianca sono invece le aziende del settore delle costruzioni, dove invece la fiducia cresce.

L'inflazione si è confermata moderata e in ripiegamento. Il commercio internazionale e l'economia dell'area euro mostrano infine lievi segnali di rallentamento.

Circa l'occupazione, è positivo per l'economia italiana che ci sia stato un aumento, ma il processo di crescita dell'occupazione femminile ha segnato una pausa. Anche la disoccupazione giovanile fa segnare un miglioramento, visto che è calata a marzo 2018 al 31,7% nella fascia 15-24 anni (-4,4% rispetto allo stesso mese del 2017) e al 16% in quella dai 25 ai 34 anni (-1%). Tuttavia i dati che si registrano in Europa sono ancora molto lontani. Il tasso di disoccupazione giovanile continentale infatti a marzo di quest’anno si è fermato al 15,6%. A questo si aggiunge l'altro grosso problema del sistema lavorativo italiano: la crescita infatti aumenta solo sotto forma di lavoro temporaneo. Infatti i 190mila occupati in più tra 2017 e 2018, sono frutto della crescita di 323mila contratti a termine e del calo di 51mila contratti a tempo indeterminato.

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