venerdì 27 maggio 2022

Fatturato moda oltre le attese (+19,3% nel primo trimestre ), ma le nubi sono all'orizzonte

La moda italiana sta viaggiando lungo il sentiero della ripresa, come dimostra l'aumento fatturato del primo trimestre superiore alle aspettative. Tuttavia si temono le conseguenze dell'aumento dei prezzi di energia e materiali.
Lo evidenzia Confindustria Moda, la Federazione Italiana che riunisce le associazioni dei settori Tessile, Moda e Accessorio.

I dati su ordini e fatturato

Il fatturato del primo trimestre nel settore ha registrato una crescita del 19,3%, superiore alle aspettative (+14%). Anche l’andamento degli ordini ha segnato un trend molto positivo, con un aumento del 15% rispetto allo stesso periodo del 2021. 

Tuttavia, il futuro prossimo lascia qualche perplessità. Nel semestre il fatturato dovrebbe salire del 16%, mentre l'incremento medio delle vendite è atteso al 12,9%. Numeri che sono senza dubbio positivi, ma che al tempo stesso evidenziano una frenata.

Guerra e caro prezzi

Lo slancio è destinato a diminuire a causa delle incertezze sullo scenario internazionale e del caro energia. Sono questi i due fattori di maggiore preoccupazione per le imprese del comparto (tanto che solo l'8% registra un sentiment positivo sull'evoluzione congiunturale del settore).

Pesa il conflitto russo-ucraino, visto che il fatturato realizzato in questi paesi è stato di 1,72 miliardi. Assieme i due Paesi costituivano il decimo mercato di sbocco, con una quota sul totale dell'export pari al 2,5%. Nonostante la quota complessiva sia piuttosto contenuta, alcuni settori e distretti risultano particolarmente esposti.
Ma pesa anche il rincaro del prezzo di energia e materie prime. La guerra ha infatti pesantemente aggravato una situazione di aumento complessivo dei costi, che rappresenta una seria problematica per le imprese.

Il gap con il periodo pre-Covid

Per quanto riguarda l'intero 2022, il fatturato del settore è stimato a 91,7 miliardi. Malgrado continui il recupero importante rispetto all'epoca pre-pandemia, il dato ancora non riesce a chiudere il gap con i livelli del 2019.

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