Uno dei gravi problemi che affligge il nostro paese è sicuramente l'eccessivo peso della burocrazia. Rappresenta un ostacolo per lo sviluppo economico, ma comporta anche dei costi che si scaricano sui cittadini stessi.
A quanto ammontano i costi della burocrazia
L'ufficio studi della CGIA ha analizzato l'impatto di questo scoglio burocratico sulle tasche dei cittadini. Emerge che la burocrazia è diffusa trasversalmente sia tra i piccoli che grandi comuni. Anzi è un grosso ostacolo soprattutto nei comuni di piccolissima dimensione. Alla burocrazia insomma non si sfugge. Tutto questo si traduce in costi pro capite che sono pari a €251 l'anno. La spesa per la burocrazia si gonfia ogni anno di 14,5 miliardi.
Una macchina elefantiaca
Ad una cifra così scioccante si giunge considerando tutti gli apparati che occorrono per tenere in moto la macchina burocratica. Ogni atto richiesto dal legislatore ed alle disposizioni ministeriali richiede personale e ore di lavoro. Così si giunge a gonfiare le spese che occorrono ogni anno.
Tali spese assorbono risorse che potrebbero essere spese in maniera molto più proficua, investendo o garantendo maggiori servizi.
La geografia dei costi burocratici
Il peso dei costi della burocrazia grava in special modo nelle regioni del Mezzogiorno. Rispetto alla spesa corrente totale, i costi della burocrazia in Basilicata arrivano al 34,6%, mentre il Molise si arriva al 34,5% ed in Sicilia al 33%. Quasi come la Calabria (32,8%). Queste sono le situazioni più critiche nello stivale.
La cosa paradossale è che nelle Amministrazioni comunali più piccole (fino a 5 mila abitanti) si registra il costo più elevato pro capite (344 euro). Seguono i municipi con oltre 60 mila abitanti (259 euro) e quelli con classi demografiche intermedie (238 euro per i Comuni tra i 5 e i 10 mila abitanti, 212 euro per quelli fra i 10 e i 20 mila abitanti e, infine, 208 euro per le amministrazioni fra i 20 e i 60 mila abitanti).
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