Non saranno i pur importanti dati macro e meeting di banche centrali al centro dell'attenzione del mondo degli investimenti, in settimana sarà la crisi del debito americano a tenere banco perché il rischio di default è ancora concreto.
Il focus per gli investimenti
Negli ultimi giorni sembrava che fossimo sulla buona strada per un accordo tra democratici e repubblicani, per alzare il tetto del debito statunitense scongiurando così il default. La speranza però si è raffreddata nel corso del weekend, perché il braccio di ferro tra le due forze politiche è ancora in corso. Potrebbe trattarsi di una strategia, ma è chiaro che il mondo degli investimenti rimarrà col fiato sospeso perché la scadenza critica del 1 giugno si avvicina. Nei prossimi giorni il sentiment dei mercati potrebbe essere appesantito da questo clima di tensione, con ripercussioni su tutte le coppie di valute più scambiate forex.
Inflazione in focus
Sul fronte macroeconomico, il dato più atteso giungerà verso la fine della settimana quando saranno resi noti i nuovi dati sull'indice dei prezzi IPC sui consumi personali. Si tratta della metrica preferita dalla Federal Reserve riguardo l'inflazione.
Se non dovessero esserci segnali di rallentamento, le possibilità di altre strette aumenteranno e questo avrà conseguenze anche sul dollaro, che nell'ultima settimana è parso più tonico.
Non va dimenticato l'appuntamento con i verbali della Federal Reserve durante la notte fra mercoledì e giovedì.
I dati altrove
Ci saranno anche altri appuntamenti importanti sotto il profilo macroeconomico. Ad esempio l'indice IFO tedesco e l'inflazione nel Regno Unito, che verrà monitorata attentamente dopo i massimi toccati lo scorso mese. Anche il report sull'inflazione giapponese è tra i dati macroeconomici più importanti questa settimana.
Il meeting della RBNZ
Nella giornata di mercoledì chi si occupa di investimenti guarderà anche alla Nuova Zelanda, dove è in programma la riunione della Reserve Bank of New Zealand. Il mese scorso l'istituto centrale ha sorpreso tutti con una stretta di 50 punti base, che ha spinto il tasso di interesse ai massimi di 14 anni. Tutto questo ha spinto anche il dollaro neozelandese che è cresciuto rispetto a quello americano, stampando nell'immediatezza una candela doji trading.
La Banca Centrale ha lasciato porta aperta ad ulteriori strette e la maggior parte degli economisti ritiene che potrebbe alzare i tassi di altri 25 punti base.
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