L'ultimo report dell'ufficio studi della Cgia Mestre ha messo in evidenza come la pubblica amministrazione italiana sia tra le peggiori d'Europa quanto a puntualità nel pagamenti.
Il dato sui pagamenti delle PA
Il nostro settore pubblico ha un debito commerciale verso i fornitori pari a quasi 50 miliardi di euro. Una cifra sostanzialmente immutata rispetto a prima dello scoppio della pandemia da Covid. Se facciamo un rapporto rispetto al PIL, allora i pagamenti mancati in Italia arrivano al 2,6%, come non succede in nessun altro paese dell'Unione Europea.
Una pessima abitudine
Nonostante gli sforzi e i tentativi di allinearsi al resto dell'Unione Europea, la pubblica amministrazione italiana rimane sostanzialmente la peggiore pagatrice d'Europa. Grazie ad una elaborazione dei dati Eurostat, emerge infatti che se i mancati pagamenti della nostra PA sono il 2,6% del PIL, in Germania questo rapporto scende ad 1,6%, in Francia scivola ad 1,5% mentre addirittura in Spagna è allo 0,8%, ossia meno di un terzo che in Italia.
Va peraltro sottolineato che i conti sono fatti sui pagamenti mancati di parte corrente mentre vengono esclusi quelli in conto capitale, che potrebbero peggiorare ulteriormente il bilancio.
I ministeri peggiori
Nel corso del 2022, su 15 ministeri che hanno a che fare con fornitori privati soltanto tre sono riusciti a rispettare i termini di legge per quanto riguarda gli obblighi di pagamento. Si tratta del Ministero dell'Economia e delle Finanze, del Ministero degli Esteri e di quello dell'Agricoltura, che hanno pagato i propri fornitori in anticipo.
Invece tutti gli altri sono ritardatari, ed alcuni in maniera smodata. Ad esempio il Ministero delle imprese e del made in Italy, che nel 2022 ha effettuato i pagamenti i fornitori con 85 giorni di ritardo, praticamente tre mesi.
A livello geografico i peggiori pagatori della pubblica amministrazione sono nel Mezzogiorno dove la dimensione dei ritardi talvolta assume connotati preoccupanti.
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