Tra poche settimane saranno ufficialmente cinque anni che il Regno Unito ha deciso di uscire dall'Unione Europea. Durante questo lasso di tempo l'economia britannica non ha fatto grandi passi in avanti, e anzi il bilancio della Brexit sembra decisamente negativo.
Come è cambiata l'economia Britannica
Le conseguenze dell'uscita dall'Unione Europea per l'economia britannica sono state illustrate in un'analisi condotta dal quotidiano britannico The Independent, che ha snocciolato alcuni numeri relativi alle problematiche legate alla separazione dai cugini europei.Promesse disattese
Ai cittadini era stato detto che la Brexit avrebbe rafforzato la sovranità, ridotto l'immigrazione, avrebbe portato a un incremento della spesa nel sistema sanitario nazionale. Ma a conti fatti, nulla di tutto questo si è verificato. Anzi, riguardo all'immigrazione c'è stata addirittura un'impennata che ha portato ad un livello record, visto il saldo letto tra ingressi e uscite pari a 2,3 milioni (è cresciuta soprattutto quella dai paesi extraeuropei).
I conti che non tornano
Il costo finanziario della Brexit per l'economia Britannica sfiora i 35 miliardi di euro, ossia 30 miliardi di sterline al cambio attuale. La liquidazione peraltro non è ancora completata e costerà ulteriori 7 miliardi di euro al Regno Unito.
Ma l'economia britannica ha subito anche una perdita annuale di 100 miliardi di sterline di prodotto interno lordo, che secondo alcuni calcoli risulta essere inferiore del 4% rispetto a quello che sarebbe stato senza Brexit. Effetti negativi si sono avuti anche sull'inflazione, che senza la Brexit sarebbe stata inferiore dell'8% per alimentari e belli non alcolici.
Problemi per commercio e investimenti
Il Regno Unito ha accusato anche un calo del commercio (-15% a lungo termine). In particolare c'è stato un fortissimo calo dell'export di prodotti ittici (-25% in 5 anni). Ma anche il settore alimentare del suo complesso ha registrato una forte perdita (circa tre miliardi di euro) legata al calo delle esportazioni verso l'UE, per via delle complicazioni a burocratiche e dei controlli alle frontiere.
Capitolo negativo anche per gli investimenti, per lo sviluppo del mercato del lavoro e per le piccole imprese. Quelle del settore agricolo non hanno più il beneficio dei fondi europei ed hanno gravi problemi nella reclutare manodopera.
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