I guai causati dalla Brexit
Lo studio fatto dagli accademici si chiama “A Food Brexit: time to get real”, e si fonda su un'analisi che è stata effettuata esaminando i report riguardanti un ampio ventaglio di questioni concernenti il mondo dell'alimentazione. Ad esempio produzione, impieghi, standard di sicurezza e qualità e impatto ambientale. L'esito è pesantissimo, paragonabile soltanto alle situazioni di emergenza che si verificano quando un paese è in guerra.Per questo motivo i tre studiosi usano toni durissimi contro il governo di Theresa May, accusato di non avere una visione per il settore alimentare e l'agricoltura post-Brexit. "Uno stupefacente atto di irresponsabilità politica", sottolineano.
L'accusa che viene mossa all'Esecutivo britannico è quella di non avere programmato - e forse neppure preso in considerazione - il problema dell'impatto della Brexit sul settore alimentare.
Lo scenario è pessimo, visto che si prevede una rottura del forte legame dei consumatori britannici con le abitudini alimentari europee. La misura di questo problema si comprende se evidenziamo che un terzo dei prodotti consumati oltremanica arriva dall’UE. La conseguenza è che la Gran Bretagna diventerà un paese con minore scelta alimentare, molti prodotti più scadenti e anche a prezzi più elevati. Un ulteriore problema riguarda il fatto che se il Regno Unito smetterà di adottare gli standard di sicurezza europei, finirà per stringere accordi di libero scambio con paesi che hanno regole molto meno stringenti riguardo l'alimentazione e il commercio di cibi.
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