lunedì 10 luglio 2017

Tasse, gli italiani amano sempre di più le aliquote "flat"

Sono sempre di più gli italiani che scelgono un regime di tasse "flat" al posto dell'aliquota progressiva. C'è il doppio vantaggio di poter scegliere qualcosa che conviene e anche di meno complicato da applicare. E in più è tutto perfettamente lecito. Così si concretizza la fuga dal'Irpef.
Di regimi speciali che consentono di sottrarre i redditi alla progressività del prelievo fiscale ce ne sono tanti. Al loro posto viene applicata una aliquota proporzionale unica di tassazione. Il vantaggio sotto certi aspetti è anche per l'erario, visto che ha consentito di far emergere nuova base imponibile.

La cedolare secca è regina flat delle tasse

L'esempio più cavalcato dai contribuenti è la cedolare secca sulle locazioni abitative. Ci sono due possibili aliquote: una del 21% sui contratti di mercato libero (4+4), un'altra del 10% su quelli a canone concordato (3+2). Soprattutto quest’ultima aliquota negli anni ha subito una sforbiciata enorme, tenuto conto che originariamente era fissata al 19%.

Non stupisce che questo regime facoltativo abbia riscosso grane successo. Lo hanno opzionato oltre 2 milioni di proprietari. Peccato che sia frutto di una norma che vale solo fino al 2017, ma già la politica si muove per rinnovo e la definitiva stabilizzazione di questa tassa “piattissima”, magari estendendola anche ad altre tipologie di locazione.
Ma le imposte flat sono anche altre. Ad esempio chi realizza plusvalenze dalla vendita di fabbricati e terreni agricoli acquistati da meno di cinque anni, può decidere di pagare una imposta del 20% sostitutiva dell’Irpef.

Riguardo al mondo delle imprese, ditte individuali e società di persone possono scegliere l'Iri al 24% previsto come l’Ires per le società di capitali. Se teniamo conto che sono circa 280mila le piccole e medie imprese italiane, allora si capisce che la portata è potenzialmente enorme.
Anche nel mondo delle partite Iva qualcosa di simile è successo. Le imposte flat trovano terreno fertile anche qui. Sono infatti 600mila coloro che hanno versato le imposte al 5% nel regime dei minimi o al 15% nel nuovo forfettario. E parliamo di una imposta che assorbe sia l’Irpef che le addizionali locali, ed anche l’Irap; inoltre, i soggetti coinvolti non versano l’Iva e fruiscono di una serie di semplificazioni o di esoneri. Hai detto poco.

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