domenica 21 gennaio 2018

Inflazione, che cosa ci aspetta nel 2018? E le banche centrali che faranno?

Saranno ancora una volta i dati sull'inflazione il fulcro dell'interesse degli investitori nel 2018. Dall'andamento dei prezzi al consumo infatti dipende il programma di quantitative easing nonché il rialzo dei tassi da parte della BCE. In linea di massima si può ipotizzare un quadro di crescita globale simile al 2017, quindi molto positivo. E parimenti ci sono buone probabilità di un rialzo dell’inflazione anziché di un rallentamento. Si può immaginare cosa succederà allora, ben sapendo che variazioni anche lievi dell’inflazione possono sempre portare a delle reazioni delle banche centrali.

Banche centrali e inflazione


Quel che si sa al momento, è che la BCE ha intenzione di proseguire nel piano acquisto titoli fino a settembre, ciò vuol dire che un aumento dei tassi prima è molto improbabile che possa verificarsi prima del 2019. Va anche aggiunto che oltre Oceano la Federal Reserve non promette alcuna rivoluzione rispetto a quanto fatto finora. Il prossimo capo Jerome Powell infatti si muoverà lungo lo stesso sentiero della Yellen. Almeno nel breve termine quindi non ci saranno cambiamenti nella politica monetaria.

Tuttavia, se è vero che le banche centrali terranno il timone su politiche monetarie espansive, probabilmente molleranno un po' questo timone. Certamente tutte le banche centrali si stanno muovendo verso politiche meno accomodanti. La FED lo sta facendo da tempo, mentre le BCE ha già ammorbidito i suoi toni a dicembre. Nel Regno Unito e in Cina i tassi invece sono stati già alzati. A guidare le mosse, come detto sarà soprattutto l'andamento dell'inflazione. Per cui è lecito chiedersi se anche nel 2018 l’inflazione rimarrà sullo stesso livello oppure crescerà.

La spinta all'inflazione


Alcuni fattori strutturali sembrano impedire un’accelerazione forte. Ma qualche deviazione moderata potrebbe starci. Saranno forse spinte dai mercati del lavoro più contratti, prezzi del petrolio più alti, movimenti valutari e cambiamenti di politica fiscale. Se questi fattori dovessero davvero concretizzarsi, allora le banche centrali potrebbero cogliere l’opportunità e ritirare parte del sostegno straordinario fornito negli anni passati.

Nessun commento:

Posta un commento