Banche centrali e inflazione
Quel che si sa al momento, è che la BCE ha intenzione di proseguire nel piano acquisto titoli fino a settembre, ciò vuol dire che un aumento dei tassi prima è molto improbabile che possa verificarsi prima del 2019. Va anche aggiunto che oltre Oceano la Federal Reserve non promette alcuna rivoluzione rispetto a quanto fatto finora. Il prossimo capo Jerome Powell infatti si muoverà lungo lo stesso sentiero della Yellen. Almeno nel breve termine quindi non ci saranno cambiamenti nella politica monetaria.
Tuttavia, se è vero che le banche centrali terranno il timone su politiche monetarie espansive, probabilmente molleranno un po' questo timone. Certamente tutte le banche centrali si stanno muovendo verso politiche meno accomodanti. La FED lo sta facendo da tempo, mentre le BCE ha già ammorbidito i suoi toni a dicembre. Nel Regno Unito e in Cina i tassi invece sono stati già alzati. A guidare le mosse, come detto sarà soprattutto l'andamento dell'inflazione. Per cui è lecito chiedersi se anche nel 2018 l’inflazione rimarrà sullo stesso livello oppure crescerà.
La spinta all'inflazione
Alcuni fattori strutturali sembrano impedire un’accelerazione forte. Ma qualche deviazione moderata potrebbe starci. Saranno forse spinte dai mercati del lavoro più contratti, prezzi del petrolio più alti, movimenti valutari e cambiamenti di politica fiscale. Se questi fattori dovessero davvero concretizzarsi, allora le banche centrali potrebbero cogliere l’opportunità e ritirare parte del sostegno straordinario fornito negli anni passati.
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