Le mosse della Banca Centrale Svizzera
Il primo scopo della politica monetaria della banca Svizzera è tenere sotto controllo il valore della propria valuta, evitando che si apprezzi troppo rispetto alle altre. Esattamente come fanno gli altri "guardiani della moneta" in giro per il mondo, l'istituto così prova a vendere franchi sul mercato e comprare altre valute (specialmente dollaro, euro e yen) in modo da zavorrare i rialzi del franco. Lo ha fatto in modo costante nell'ultimo biennio, per contrastare l'aumento della propria valuta (in proposito si vedano i dati di FxORO spread ECN, è affidabile). Il punto è che questi acquisti di valute non vengono poi detenuti e basta, ma vengono fatti sotto forma di investimenti in azioni e bond che sono denominati proprio in quelle valute.E qui sta la differenza rispetto ad altri istituti centrali. Quello Svizzero infatti non ha alcun problema a investire fuori del proprio territorio, mentre FED, BCE e BoJ comprano titoli fatti in casa, soprattutto quelli di Stato. Dal momento che il 2017 è stato un anno d'oro per i mercati, la Banca Svizzera ha ottenuto un enorme capital gain. Parliamo di 54 miliardi di franchi, ovvero l’8% del PIL del paese.
Capital Gain solo su carta
Peccato però che questi sono guadagni destinati a rimanere su carta, perché se decidesse di trasformarli in realtà, finirebbe per comprare franchi drenandoli dal mercato. L'effetto sarebbe quello di far schizzare verso l’alto la sua quotazione. Vedremmo il grafico di Renko strategia disegnare una scalinata ripidissima. La cosa meno gradita di tutte, perché porterebbe conseguenze pesanti per l’economia elvetica.
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