mercoledì 11 luglio 2018

Guerra commerciale, Trump scatena una nuova offensiva

Trump non ha nessun ripensamento, anzi tira dritto per la sua strada e annuncia un nuovo round nella guerra commerciale contro la Cina. L'amministrazione USA infatti ha annunciato ieri notte che delle sanzioni pari al 10% verranno applicate a beni cinesi per un valore complessivo di 200 miliardi di dollari. Dovrebbero volerci un paio di mesi prima che entrino in vigore, e sarebbe il terzo colpo alla produzione di Pechino nel giro di pochi mesi.

Guerra commerciale, nuovo atto

La Casa Bianca quindi manda l'ennesimo segnale forte che non intende recedere dalla guerra commerciale che lei stessa ha scatenato, e che include sia Cina che Unione Europea. Finora gli USA hanno adottato delle tariffe su acciaio e alluminio (anche contro Ue e Canada) e su 50 miliardi di prodotti cinesi importati. Di questi sono già scattati i primi 34 miliardi (lo scorso 6 luglio), mentre la parte restante entrerà in vigore a breve (ad agosto). Complessivamente le misure di Trump dovrebbero colpire Pechino fino a 450 miliardi di dollari, ovvero quasi l'intero ammontare dell'export cinese negli Stati Uniti.

Come detto, questo nuovo round di tariffe dovrebbe entrare in vigore dopo l'estate, visto che bisogna aspettare che trascorra il periodo per eventuali commenti pubblici. Audizioni ufficiali sul nuovo round sono programmate per il 23 e 24 agosto. Questo teoricamente darebbe il tempo alle parti di cercare una ricomposizione amichevole del rapporto.

Peraltro questa tornata di dazi avrà un impatto molto diverso rispetto agli altri. Infatti finora gli USA avevano evitato di prendere di mira prodotti di largo consumo, mentre i più coinvolti erano stati beni industriali e tecnologici. Stavolta invece non sarà così, e finiranno nel mirino tonno, salmone, pneumatici, valigie, guanti da baseball, mobili, abbigliamento, materassi, componenti per telefoni e schermi Tv piatti. Con il rischio peraltro di provocare ripercussioni sui prezzi di prodotti comunemente usati dagli americani. Anche per questo l'amministrazione americana ha modificato un iniziale piano di imporre dazi del 25%, portandoli al 10% su una vasta gamma di prodotti.

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