venerdì 20 luglio 2018

Tassi di interesse e FED nel mirino di Trump, che attacca pure la UE

Stavolta Trump colpisce in casa propria. Il presidente americano infatti ha messo nel mirino quel capo della FED che lui stesso ha nominato. Ha infatti criticato Jerome Powell per la decisione di procedere con il rialzo dei tassi di interesse, mentre lui vorrebbe delle più generose strategie di stimolo all'economia. In barba alla priorità della Fed di preservare l’espansione da rischi di squilibri.

Trump e il rialzo dei tassi di interesse

Nel corso di una intervista alla Cnbc, il presidente americano ha detto di non essere entusiasta dei rialzi dei tassi di interesse: "Qualcuno dirà che non dovrei dirlo come presidente ma non me ne frega niente. Non mi piace tutto questo lavoro che stiamo facendo per l'economia e poi vedere i tassi salire". Ricordiamo che l'istituto centrale ha effettuato il secondo ritocco annuale nell'ultimo nel meeting del 12-13 giugno. Inoltre la Fed - che ha finora alzato due volte i tassi da inizio anno - ha confermato l'intenzione di procedere ad altri due ritocchi, visto che l’economia appare in buona salute. Le sue parole hanno messo ieri sotto pressione Wall Street e, oggi le Borse asiatiche.

Ma Trump ieri non s'è limitato a colpire la FED. Ha piazzato anche un bel carico anche sulla questione Google-UE, dopo la sanzione da oltre 4 miliardi decisa da Bruxelles. «Ve lo avevo detto! L'Unione Europea ha dato uno schiaffo da cinque miliardi di dollari a una delle nostre grandi società. Si è veramente approfittata degli Stati Uniti, ma non per molto». Così ha twittato il presidente Trump. Una questione che arriva in un momento in cui i rapporti fra le due sponde dell'Atlantico sono già tesi, e rischiando di scatenare nuove rappresaglie della Casa Bianca. Trump ha avuto una serie di incontri istituzionali che non sono mai filati lisci. Dal G7 di inizio giugno in Canada al summit Nato della scorsa settimana, tutti appuntamenti conditi da momenti di tensione.

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