La situazione al momento vede l'amministrazione Trump pronta ad applicare un dazio del 25% su una serie di prodotti cinesi, circa 800. Queste misure hanno decorrenza 6 luglio e il controvalore dovrebbe essere circa 34 miliardi di dollari. Ma la Cina non è intenzionata a subire passivamente. Il governo infatti vuole rispondere con una tassa del 25% sui beni degli Stati Uniti, con decorrenza dallo stesso giorno.
Le ripercussioni sullo yuan
Veniamo ai dati. Su tutte le migliori piattaforme di trading Forex online possiamo vedere i dati aggiornati, che evidenziano come tanto lo yuan onshore (ChY) che quello offshore (Cnh, dove la valuta è meno controllata) hanno superato il livello quota 6,7 per dollaro per la prima volta da agosto 2017. Da parte sua la Banca Popolare cinese ha fissato lo yuan verso 6,65 dollari, a metà strada tra il Cny e Cnh.Lo yuan ha accumulato perdite del 3,25% nel mese di giugno contro il biglietto verde. Secondo il governatore della PBOC questa oscillazione è dovuta alla forza del dollaro e alle incertezze esterne, ma non alla debolezza dello yuan. Non ci sarebbe quindi alcuna volontà della Banca Centrale di pilotare la svalutazione, come avvenne ad agosto 2015 (la banca centrale a sorprese consentì allo yuan di cedere quasi il 3 per cento rispetto al dollaro).
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Ad ogni modo, in mattinata c'è stato un forte rimbalzo dello yuan che recupera dai minimi da 11 mesi sul dollaro. A dare la spinta alla valuta cinese sono state le rassicurazioni da parte delle autorità monetarie di Pechino sull’impegno a mantenere la valuta ad un livello stabile e ragionevole.
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