Il piano di Trump sul mercato energetico
Sono ormai mesi che Stati Uniti e Cina non hanno più contatti, e cioè che sta per accadere sul mercato energetico potrebbe aggravare le cose. Dal giorno in cui Trump impose i primi dazi, quelli contro l’acciaio e l’alluminio. Poi ne sono scattati altri per un valore di 34 miliardi di dollari. Ma non s'è fermato qui. Dopo le ultime minacce del presidente americano, che potrebbe far scattare dazi per ulteriori 200 miliardi di dollari, la Cina non è stata a guardare. Pechino ha infatti annunciato a sua volta di essere pronta per una contromossa da 60 miliardi di dollari.Nella giornata di venerdì infatti la Cina ha aggiornato la lista dei prodotti USA interessati dai nuovi dazi (circa 60 miliardi di dollari). Per la prima volta nel mirino c'è anche Gnl statunitense. Il problema di Trump quindi è che le nuove misure cinesi andrebbero a colpire anche il mercato energetico. Ci sono pure benzina e diesel raffinati in Usa. E non è roba da poco, visto che le esportazioni americane del Gnl hanno avuto un valore di 3,3 miliardi di dollari nel 2017, e che la Cina è il principale importatore mondiale di greggio e gas liquefatto.
E' chiaro quindi che se la Cina chiude le frontiere, per gli USA è un brutto colpo. Proprio mentre la Casa Bianca sta spingendo per fare aumentare le esportazioni di petrolio e gas naturale. Anche per questo la stessa amministrazione USA ha fatto sapere che di essere pronta a riaprire le trattative con la Cina, in modo da scongiurare il pericolo di questa escalation.
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