Le tensioni sulla Brexit
Eppure il tempo stringe. Sono passati due anni dal referendum choc con cui i cittadini britannici decisero di lasciare la UE, e di passi avanti sui negoziati che dovrebbero definire i termini dell'addio ne sono stati fatti pochi. Appena pochi giorni fa il vertice Ue di Salisburgo ha segnato un nuovo capitolo della incomunicabilità tra Londra e Bruxelles sulla Brexit. Mancano solo 6 mesi dall’uscita del Paese, fissata per fine marzo 2019, e non si vede una via per raggiungere un accordo.Come se non bastassero già le difficoltà tra i due poli, ci si mettono anche le turbolenze interne alla stessa Gran Bretagna. Il primo ministro Theresa May è in balia degli estremismi Tory, schiacciata dai risultati economici non proprio brillanti e messa sotto pressione dal numero crescente di “pentiti” della Brexit, ovvero coloro che a distanza di due anni ritengono che votare per l'uscita fu un errore. A tutto questo si aggiunga l'ipotesi di nuove elezioni anticipate in novembre, che certo non sarebbero il massimo visto che si sta entrando nella fase finale e decisiva di una partita - quella con Bruxelles- cominciata male e che potrebbe finire peggio. Intanto la sterlina negli ultimi sei mesi ha perso l'8% contro il dollaro e il 2,5% contro l'euro, con alcuni indicatori che rivelano il rischio di ulteriori ribassi (qui è spiegato come funziona momentum indicatore trading Forex).
Rischio Brexit "no deal"
Il guaio è che questa partita richiede alla Gran Bretagna un approccio completamente diverso rispetto al passato. Sono stati abituati a trattare alla pari con la Ue, prendendo dall’Europa quello che fa loro comodo ma non il resto. Ma il loro Pil rappresenta soltanto un sesto di quello Europeo. Le proposte di negoziare come se i rapporti di forza fossero uguali sono inaccettabili per la UE. Se anche alleati tradizionali come Olanda, Belgio e i paesi scandinavi sono con loro, un motivo ci sarà.Consiglio: gli aspetti geopolitici sono importantissimi per il mercato valutario. Non penate solo a quale broker forex scegliere, perché se poi non sapete come operare al meglio sarà tutto inutile.
Per Bruxelles ci sono solo due strade alternative: un Regno Unito fuori dalla Ue ma che rispetta tutte le regole del mercato unico e versa la sua quota nel bilancio Ue, oppure un Regno Unito che si comporta da paese terzo a tutti gli effetti, che non partecipa al mercato unico e che stipulato con Bruxelles un accordo di libero scambio. Le comode vie di mezzo (avere accesso libero al mercato senza subire gli obblighi che invece hanno tutti gli altri) che vorrebbero loro non sono ammesse. Il rischio di arrivare a un muro contro muro è sempre più forte, con il Regno Unito che rischi a di farsi molto male ma con l'Europa che comunque ha tutto l'interesse che ciò non accada.
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