Buone notizie per il commercio internazionale dell'Italia, per il quale a gennaio 2021 viene stimata una tiepida ripresa congiunturale. Una ripresa che si manifesta in entrambe le direzioni, quindi sia export che import.
Dati sul commercio internazionale
L'ISTAT ha fotografato la situazione dei nostri flussi commerciali con l’estero. La crescita è più intensa per le esportazioni (+2,3%) che per le importazioni (+1,2%).Durante il mese di gennaio inoltre, il nostro saldo del commercio internazionale dovrebbe essere positivo per 1.587 milioni di euro. Si tratta di un miglioramento di 1.053 milioni rispetto a gennaio dello scorso anno.
Se il calcolo viene fatto al netto dei prodotti energetici (uno dei cardini del nostro import) il saldo cresce addirittura a +3.914 milioni di euro (era +4.054 milioni a gennaio 2020).
Flussi e prezzi
Il miglioramento del commercio internazionale è frutto in special modo dei flussi in uscita verso i Paesi della Ue (+4,0%). In special modo per oltre due terzi è dovuto all’aumento delle vendite di beni intermedi.
L'export verso i mercati extra Ue segna invece un aumento molto più debole (+0,4%).
Per quanto riguarda i prezzi, a gennaio quelli medi dei prodotti importati è salito di 1,2% su base mensile, principalmente per via delle dinamiche positive di energia e beni intermedi in entrambe le aree, euro e non euro, e di beni strumentali nell’area euro. Invece si riducono del 2,6% su base annua.
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Andamento tendenziale dell'export
Se l'orizzonte viene allargato su base annua, l’export torna a registrare una flessione ampia. A incidere sono soprattutto i flussi commerciali relativi ai beni strumentali e beni di consumo non durevoli. Specialmente se consideriamo il commercio internazionale verso Stati Uniti (-20,6%) e Regno Unito (-37,4%). Perdono quota anche le esportazioni verso Francia (-7,0%) e paesi OPEC (-17,4%).
A bilanciare questi effetti è invece l’export verso la Cina (+29,2%), decisamente in aumento. Migliorano anche i dati dell'export verso Polonia (+5,8%), Germania (+0,9%) e paesi Mercosur (+8,2%).
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