Da un po' di tempo in Europa è ripartito il processo di consolidamento del sistema bancario. Questo processo è visto come una evoluzione naturale delle cose, soprattutto in Italia dove operano oltre 500 istituti. Non è un caso che proprio nel nostro Paese, si preannuncia un certo fermento nelle operazioni di M&A.
Le sfide del sistema bancario
Il sistema bancario dovrebbe ricevere grossi benefici da questo tipo di attività, perché induce al miglioramento dell'efficienza e quindi dei conti. Del resto la crisi pandemica si è fatta sentire parecchio sul mondo bancario, costretto a fare i conti con un inasprimento della politica dei tassi bassi da parte degli istituti centrali, che ha compresso i margini. Inoltre le spese per la digitalizzazione e i crescenti vincoli della regolamentazione, sono un'ulteriore spinta verso le M&A.Il contesto è cambiato
Con la pandemia inoltre la necessità di avere un sistema bancario in salute e competitivo è aumentata. Per questo motivo il contesto regolamentare s'è fatto più agile, proprio per agevolare questo tipo di operazioni. Le autorità sono diventate più costruttive e disponibili a facilitare il consolidamento.
La stessa BCE ha adottato alcuni criteri che aprono le porte a nuove operazioni di fusione e acquisizione. A gennaio 2021 la Eurtower ha pubblicato una guida finale, con alcune novità importanti riguardo al ‘badwill’ contabile nei calcoli sul capitale e ai requisiti ‘Pillar 2’ per il capitale, che spianano la strada a M&A che altrimenti probabilmente sarebbero state considerate antieconomiche.
Maggior fermento nel 2021
Il clima dunque è pienamente propizio per vedere altre operazioni di consolidamento del sistema bancario nel 2021. Prevalentemente saranno su base domestica, dove le sinergie sono più evidenti, ma ci saranno anche operazioni transnazionali, che tuttavia hanno maggiori ostacoli.
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