giovedì 21 giugno 2018

Energie rinnovabili, la Ue alza il target e l'Italia dovrà investire molto di più

All'Italia arriva un conto salatissimo da circa 17 miliardi di euro. E' quello che dovremo investire nel settore delle energie rinnovabili, tenuto conto della decisione della UE di alzare il target sui consumi energetici lordi. I nuovi accordi sottoscritti a livello europeo prevedono infatti che la quota di energia che dovrà essere prodotta da fonti rinnovabili - entro il 2030 - dovrà salire dal 27 al 32%.

Lo scenario italiano delle energie rinnovabili

Tutto questo vuol dire che la somma che già era stata prevista dalla Strategia energetica nazionale (che ebbe l'ok durante la scorsa legislatura) non è più sufficiente per rientrare negli obiettivi europei. Come minimo occorrerà arrivare a quota 84 miliardi, secondo un conto fatto dagli analisti dell'Osservatorio Oir. Per l'Italia sarà necessario procedere a importanti investimenti nel settore delle energie rinnovabili. Questi devono essere finalizzati quanto meno al repowering degli impianti già esistenti. Tra il periodo 2018-2030 sarà necessario installare ogni anno 4,9 GW di capacità, obiettivo molto ambizioso se si pensa che negli ultimi tre anni in Italia sono stati installati in media 355 MW di eolico e 360 MW di fotovoltaico ogni anno.

Oltre al repowering degli impianti già esistenti, per raggiungere gli obiettivi fissati dalla Ue occorrono investimenti ingenti anche in nuovi impianti. Il problema è che malgrado in Italia ci sia stata una bella spinta alle rinnovabili negli anni passati, mancano vere politiche a sostegno. Questo potrebbe rendere ancora più difficile l'installazione di nuovi impianti per raggiungere gli obiettivi Ue.

Aziende italiane leader nel settore


La cosa curiosa è che l’Italia è ancora tra i Paesi più forti nell’energia rinnovabile, visto che le nostre aziende del settore fanno scuola nel mondo. Tuttavia gli investimenti italiani si rivolgono quasi tutti all’estero, mentre in Italia le centrali elettriche invecchiano e si avvicinano all’età della pensione, senza che si facciano interventi adeguati. Gli investimenti italiani in Italia sono stati una spolverata di tante piccole operazioni, mentre quando occorre fare operazioni di grande portata, le aziende italiane corrono all’estero (l’88% della nuova potenza è realizzata fuori dai confini, specie nelle Americhe).

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