Il quarto Rapporto annuale sul mercato del lavoro ha offerto una fotografia della situazione dell'occupazione in Italia nell'anno del Covid. Il documento, frutto di un lavoro congiunto di Ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal, accende i riflettori sulle pesanti conseguenze della crisi sanitaria sul lavoro.
Il Covid e il mercato del lavoro
Dopo lo scoppio della pandemia verso l'inizio del 2020, il governo ha dovuto adottare una serie di misure per arrestare l'avanzata dei contagi. Per alcuni periodi c'è stato un lockdown totale, mentre non c'è ancora mai stata una riapertura libera di ogni attività (alcune sono ferme ormai da un anno).La sospensione delle attività di interi settori è stata uno shock improvviso sia nel settore della produzione di beni che in quello dei servizi. E questo ha avuto fortissime ripercussioni sul mercato del lavoro. Conseguenze che si vedranno anche nel lungo periodo, e che saranno tali da innescare cambiamenti strutturali del sistema economico.
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Le categorie più colpite
Nel report, che si articola in 7 capitoli, si evidenzia che le categorie del mondo del lavoro che hanno subito maggiormente la crisi sono donne, giovani e lavoratori stranieri. Ossia quelle categorie che già in precedenza erano in condizioni di svantaggio, giacché più spesso impiegati in lavori poco tutelati oppure perché largamente presenti in quei settori più colpiti dalla crisi.
Inoltre lo scoppio del Covid ha innescato una netta demarcazione tra quelle categorie di lavoro che - per loro natura - non possono essere svolte se non in presenza, e quelle che è stato possibile svolgere da remoto, attraverso il lavoro agile, il telelavoro e altre modalità.
Meno infortuni, più mortalità
L'anno della pandemia ha però inciso anche in un'altra direzione. Infatti ha avuto una grossa incidenza anche sull'infortunistica nel lavoro, che si è drasticamente ridotta (-15,9%). Invece è nato un nuovo tipo di infortuni, quelli da contagio, che ha inciso sulle denunce di infortunio nel complesso e ha comportato l’incremento del numero delle morti (+18,6%), a causa della letalità del virus.
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