Secondo la Federal Reserve, l'inflazione potrebbe durare molto più a lungo del previsto negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Per questo la banca centrale americana continuerà ad adottare tutti i rimedi possibili per arginarla. Ciò vuol dire che potrebbe aumentare i tassi di interesse di 50 o 75 punti nella prossima riunione di fine luglio.
I verbali della FED: incubo inflazione
E' quanto emerge dai verbali dell'ultimo meeting di politica monetaria, quello svolto il 14 e 15 giugno del mese scorso. I banchieri statunitensi hanno manifestato forti preoccupazioni che l'inflazione possa diventare un fattore strutturale. I membri del board non si aspettavano che la corsa dei prezzi non avrebbe mostrato segni di attenuazione. I membri del FOMC hanno affermato che esiste il rischio significativo che l'inflazione alta possa consolidarsi, soprattutto se l'opinione pubblica penserà che la FED non è determinata ad agire per combatterla. Per questo motivo i tassi di interesse vanno alzati ulteriormente e con forza nei prossimi meeting di politica monetaria. Anche perché la Banca Centrale Americana ritiene che le prospettive economiche siano tali da giustificare strette vigorose.
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Percorso deciso fino a fine anno
La Federal Reserve è quindi decisa a proseguire e i suoi sforzi per raffreddare l'economia, almeno fino alla fine del 2022. Questo è l'unico modo per riuscire a ripristinare la stabilità dei prezzi. I banchieri centrali americani sono comunque convinti che la corsa dell'inflazione potrebbe accelerare ulteriormente nei prossimi mesi, a causa dell'incertezza provocata dell'invasione russa in Ucraina e dalle chiusure per coronavirus avvenute in Cina.
Il dollaro corre
L'approccio così aggressivo da parte della Federal Reserve sta spingendo il dollaro su livelli che non si vedevano da 20 anni, con l'indicatore MACD trading che evidenzia scenari ancora rialzisti. Il biglietto verde è sostenuto dalla divergenza sempre più ampia rispetto alle politiche di molte altre banche centrali.
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