La Svizzera rimane sotto i riflettori dei mercati finanziari e per la banca centrale SNB sono giorni di lavoro intenso. Infatti oltre ad occuparsi della fusione Credit Suisse-UBS, giovedì si riunirà in meeting per decidere le mosse di politica monetaria.
I giorni caldi della banca centrale
Le difficoltà di Credit Suisse sono state gestite in modo rapido, spingendo verso la fusione con la prima banca del paese, ossia UBS. Il governo svizzero ha supervisionato l'acquisizione, dopo che i deflussi di clienti e il calo di fiducia nella prima hanno rappresentato un rischio sistemico per l'intero settore bancario (non solo quello elvetico), ed aveva allarmato gli Hedge fund piu grandi al mondo.
Con il ritorno della stabilità per le banche svizzere, si prevede che la Banca nazionale svizzera alzerà il suo tasso di interesse di 50 punti base questa settimana, e prolungherà la sua lotta contro l'accelerazione dei prezzi al consumo.
Infatti l'inflazione interna è salita inaspettatamente al 3,4% a febbraio, superando le aspettative del mercato del 3,1% e le previsioni della BNS del 3%. Si prevede inoltre che la banca centrale continui ad essere attiva nei mercati valutari, per evitare che le pressioni al ribasso sul franco finiscano per amplificare l'inflazione.
Bilancia commerciale
Intanto il surplus commerciale in Svizzera è sceso a 2,5 miliardi di franchi a febbraio, da 2,9 miliardi di franchi rivisti al ribasso a gennaio. Le esportazioni sono diminuite dell'1,1%, mentre le importazioni sono aumentate dell'1,3%.
Franco e Titoli di Stato
Il franco svizzero si è rafforzato oltre la soglia di 0,92 per USD, avvicinandosi al massimo di sei mesi toccato il 13 marzo, tra le aspettative di una politica restrittiva da parte della BNS. Il cambio USDCHF è visto in ribasso anche dagli indicatori di volume.
Invece il rendimento del titolo di stato svizzero a 10 anni si è avvicinato all'1,1%, rimbalzando dal minimo di quattro mesi dello 0,97% toccato il 17 marzo.
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