sabato 15 settembre 2018

BCE-Italia, altro scontro. Savona attacca Draghi: "Si procura poteri non previsti"

Continua ad essere teso il clima tra la BCE e il Governo italiano. Stavolta è toccato al ministro per gli affari europei Paolo Savona entrare a gamba tesa proprio sul numero uno della Eurotower Mario Draghi.

Le frasi di Savona sul capo della BCE

Nel corso di "Proxima", la festa nazionale di Sinistra italiana-Leu a Torino, il Ministro ha commentato le parole di di ieri di Draghi, che aveva detto che troppe parole hanno fatto male all'Italia (il riferimento era all'allargamento dello spread) e che adesso la BCE aspetta i fatti. "Draghi si è procurato dei poteri che non avevamo previsto - ha attaccato Savona - Fa interventi sui cambi di cui sappiamo molto poco. Propongo che tali poteri vengano messi nello Statuto in modo che poteri e responsabilità coincidano". Parole inevitabilmente destinate ad aprire un nuovo fronte polemico tra Roma e Bruxelles. Savona ha usato bastone e carota: "Draghi è stato un valente Presidente che ha operato in una condizione di grandi difficoltà. Il problema è che le istituzioni devono essere ben regolate per ogni circostanza, cosa che attualmente manca".

Paolo Savona era il ministro dell'Economia designato da M5S e Lega lo scorso mese di maggio, quando fallì il primo tentativo di varare un governo Conte proprio per l'opposizione di Mattarella alla nomina di Savona. Il motivo fu la possibile reazione dei mercati alla nomina di un anti-euro come ministro dell'Economia.

Savona, l'euro e i conti pubblici

Il ministro Savona ha parlato anche della moneta unica e i suoi difetti. "L'Europa è utile al nostro Paese e l'euro è una parte indispensabile, ma la costruzione non è perfetta. Possiamo giustificare le imperfezioni del 1992, non possiamo giustificare quelle del 2018, 2019 e cammin facendo".

Savona ha provato ad essere rassicurante sul fronte dei conti pubblici, altro tema caldo nel rapporto con la BCE. "Ho incontrato Oettinger (il Commissario Europeo per il Bilancio), abbiamo discusso per un'ora e ci siamo intesi. Gli ho detto che lui deve rispondere alla Commissione, io al Parlamento che mi ha approvato, dobbiamo cercare qual è il punto di appoggio sul piano pluriennale europeo. Quello che io vedo in privato, come accade all'interno del mio governo, e quello che leggo non coincidono".

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