lunedì 17 dicembre 2018

Banche centrali di nuovo in focus sui mercati internazionali

La settimana pre-Natalizia vedrà le banche centrali al centro dell'interesse dei mercati finanziari, prima tra tutte la Federal reserve che si riunirà mercoledì.

Focus sulle banche centrali

Settimana scorsa è stata la BCE a riunirsi, confermando ancora una volta il tasso di interesse a zero. Il numero uno della Eurotower Mario Draghi ha inoltre confermato che a fine anno si chiuderà il Quantitative easing. Tuttavia è stato mantenuto fermo il punto sulla volontà di reinvestire i titoli in scadenza per un periodo di tempo ancora lungo. Riguardo l'avvio delle manovre restrittive di politica monetaria, la bcana centrale europea resta dell'idea di procedere al primo ritocco non prima dell'estate prossima.

La FED in calendario

Archiviato l'appuntamento con la BCE, questa settimana sarà la volta della Federal Reserve americana. L'istituto centrale di Washington si riunirà a metà settimana per alzare il tasso di interesse per la quarta volta quest'anno. L'aspettativa ampiamente condivisa è che verranno portati nel range tra 2,25 e 2,5%. Tuttavia l'attenzione vera dei mercati è focalizzata sul tono che Jerome Powell userà riguardo al futuro. Il dubbio concreto infatti è che il percorso di normalizzazione possa avere una frenata nel 2019. Prevale in tal senso una certa cautela, anche perché gli indici azionari stanno vivendo una correzione molto forte, e l'economia sta inviando diversi segnali di rallentamento.

La Bank of England

Ma non ci sarà solo la FED a riunirsi. Sono infatti previsti anche i meeting di altre due banche centrali importanti, come la Bank fo Japan e la Bank of England. Ci sarà da seguire soprattutto quest'ultima, dal momento che la questione Brexit è tornata di prepotente attualità, e si mescola con la difficoltà politiche che sta avendo il governo di Theresa May. Data proprio l'incertezza riguardo allo scenario futuro, sembra molto improbabile che la banca centrale del Regno Unito faccia qualche mossa decisa. Se non ci fosse stata la Brexit, magari la BoE avrebbe seriamente preso in considerazione un rialzo dei tassi nella riunione di novembre o dicembre, ma adesso i rischi sono troppo grandi.

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