martedì 2 luglio 2024

Lavoro, cifre da capogiro per il mercato irregolare nel Belpaese

Uno dei temi più scottanti del sistema economico italiano è quello relativo al mercato del lavoro. Gli ultimi numeri che sono stati evidenziati da un report dell'ufficio studi della CGIA hanno evidenziato un dato sconcertante: il valore aggiunto prodotto nel 2021 dal lavoro irregolare in Italia ha toccato i 68 miliardi di euro.

I numeri sulle irregolarità nel lavoro

Secondo questo rapporto, il numero di persone coinvolte nel lavoro irregolare sfiora i 3 milioni. La quota maggiore è ascrivibile alle regioni meridionali, dove sfiora il 38%. Ma il fenomeno si estende anche al resto della penisola, sia pure con percentuali differenti.

Se al Sud c'è un milione di persone coinvolte nel lavoro irregolare, quasi 700.000 si contano nel nord ovest, poco più di 600 mila al centro, e circa 460 mila nel nord-est.

La Calabria è messa peggio di tutti

Se viene rapportato il numero degli irregolari rispetto al totale degli occupati, la regione più malmessa è la Calabria, dove la percentuale sfiora il 20%. Significa che per ogni cinque persone che lavorano, una è irregolare. Sul poco invidiabile podio si posizionano anche la Campania (16,5%) e la Sicilia (16%). Per capire quanto questi valori siano allarmanti, basta confrontarli con il resto del paese, dove la media supera di poco l'undici per cento.

I soggetti che più sono esposti a questo tipo di occupazione che sfugge alle leggi sono i soggetti più fragili, come le persone in stato di estrema povertà, gli immigrati e le donne.

Distribuzione territoriale e settoriale

In relazione ai settori dove c'è il maggiore tasso di lavoro irregolare, lo scettro spetta ai servizi alle persone, ossia lavori come colf e badanti. In tale settore infatti la percentuale di lavoro regolare supera il 40%, che tradotto in numeri assoluti significa circa un milione di lavoratori (soprattutto stranieri).

Nettamente più distante è il secondo settore dove c'è la maggiore percentuale di irregolari, ossia l'agricoltura con il 16,8% (dove è ben noto il fenomeno del caporalato). Al terzo posto abbiamo il settore delle costruzioni, con il 13,3%. Va peraltro segnalato che nei settori dove è maggiore l'incidenza degli irregolari, c'è anche la maggiore percentuale di incidenti sul lungo di lavoro.

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