venerdì 30 giugno 2017

Valute, l'ipotesi stretta monetaria spinge Euro e sterlina

E' stato senza dubbio l'euro la vera stella del mercato valutario durante questa settimana. Seguito a ruota dalla sterlina. In entrambi i casi sono le indicazioni su un possibile restringimento della politica monetaria ad aver dato la spinta. Gli investitori hanno ascoltato con molta attenzione le parole dei due governatori - Draghi e Carney - che sono parsi più propensi ad essere falchi che colombe. Nessuno dei due ha apertamente detto che si avvicina la stretta monetaria, ma al tempo stesso nessuno dei due l'ha negato in modo categorico. Qualcosa si muove quindi. Mettiamoci pure le difficoltà del dollaro, che invece è stato zavorrato dalle dichiarazioni dovish della Yellen, e il gioco è fatto.

Euro e sterlina sul mercato delle valute

I commenti molto ottimisti di Mario Draghi sulle prospettive d’inflazione nella eurozona hanno spinto gli investitori a comprare euro.
Nella giornata di giovedì la coppia EUR/USD ha toccato quota 1,1435. Si tratta del valore massimo mai raggiunto da oltre un anno. La mossa è stata amplificata anche dalla diffusa debolezza dell’USD, come abbiamo detto. L'indicatore mani forti e deboli hanno evidenziato la massiccia presenza sul mercato di grossi investitori, che hanno spinto su la valuta europea.

Situazione simile l'ha vissuta la sterlina. Il movimento del pound nel mercato valutario è stato supportato dai commenti di Mark Carney su una potenziale stretta. Va ricordato che nel corso dell'ultimo meeting della BoE, ben 3 membri su 8 avrebbero voluto un rialzo del costo del denaro. E' chiaro che questo ha indotto i trader a pensare che presto questo avverrà. La coppia GBP/USD è salita così dell’1,20% a 1,2970, e nessun indicatore inversione trend ha acceso il segnale su un possibile cambio di rotta al ribasso.

Ma cosa succederà adesso? Difficile ipotizzare che l'euro possa perdere vigore nei prossimi giorni, ma altrettanto difficile è immaginare che si vada avanti così ancora a lungo. Riguardo alla sterlina, gli eventi ci hanno abituati a navigare a vista dal momento che c'è sempre l'ombra della Brexit che incombe sui nostri trade.

mercoledì 28 giugno 2017

Multa record per Google dalla UE. Il colosso USA: "Siamo rispettosamente in disaccordo"

Era già stato annunciato nei giorni scorsi, ma oggi è diventato ufficiale. La Commissione europea ha inflitto una maxi-multa al colosso del web Google. La cifra da capogiro è pari a 2,42 miliardi di euro, ovvero oltre il doppio di quanto previsto. Il motivo di questa sanzione pesantissima è nell'avere abusato della sua posizione dominante, ed in particolare aver manipolato i risultati di ricerca sul proprio motore con lo scopo di avvantaggiare Google Shopping.

I motivi della multa

A spiegare la situazione ci ha pensato la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager: "Google ha cambiato la nostra vita e questo è positivo. Tuttavia la sua strategia relativa al servizio di confronto dei prezzi ha sfruttato la sua posizione dominante sul mercato dei motori di ricerca. Ha cioè favorito il proprio servizio di confronto dei prezzi.
Tramite Google Shopping, il colosso californiano offre ai propri utenti un servizio di comparazione dei prezzi che sono oggetto di una ricerca su Internet. Però il suo servizio è sempre al primo posto, mentre gli altri si trovano più in basso. Ciò è scorretto. La Commissione europea ha sottolineato che un utente di solito (nel 95% dei casi) sceglie tra le opzioni della prima pagina, e quelli in cima vengono cliccati il 35% delle volte. Da qui nasce un vantaggio illegittimo per Google, che si configura come abuso di posizione dominante.

La reazione di Google

La cosa eclatante resta l'importo della sanzione. Finora infatti il massimo mai raggiunto contro una società per un caso antitrust europeo era arrivato alla cifra di 1,06 miliardi di euro. Si tratta della multa inflitta nel 2009 a Intel, il leader dei microprocessori.
Secondo le normative, adesso Google deve interrompere questo comportamento entro 90 giorni. In caso contrario sarà chiamato a versare ulteriori penalità.
La risposta del colosso californiano non si è fatta attendere. Il vice presidente Kent Walker ha infatti preannunciato che faranno ricorso: “Con rispetto, non siamo d'accordo con le conclusioni annunciate oggi”.

La questione è molto delicata e non solo per motivi economici, dal momento che rischia di creare nuove tensioni tra Bruxelles e Washington, dopo quelle alimentati nei mesi scorsi per altre multe inflette ai colossi americani (come Apple).

lunedì 26 giugno 2017

Macroeconomia, ecco gli appuntamenti clou della settimana

Saranno ancora sterlina, euro e dollaro ad essere sotto i riflettori in questa settimana sui mercati finanziari. Sono in programma appuntamenti molto importanti di macroeconomia, che i trader terranno d'occhio.
Senza trascurare quel che succede al mercato del petrolio, messo in ginocchio dai dati riguardanti le scorte USA. I prezzi del greggio si sono attestati in prossimità dei minimi di diversi mesi, e finora gli sforzi del OPEC per tenerli a galla sembrano fallire. 

Appuntamenti con la macroeconomia

Per quanto riguarda la sterlina invece, pesa sempre la questione Brexit. La valuta britannica ha toccato un minimo di due mesi dopo le decisioni della BoE. Il governatore dell'istituto centrale - Mark Carney - ha infatti annunciato che i tassi di interesse restano invariati. Va ricordato che all'interno del board della BoE il voto sulla politica monetaria è stato contrastato.
Infatti tre membri del Comitato (su 8) avrebbero voluto alzare i tassi e correggere la politica monetaria sin da subito. Questo fa capire che clima di incertezza si respira in questo momento in GB. Per cui è necessaria molta prudenza, a maggior ragione se fate trading binario a breve scadenza (e in ogni caso scegliete bene la migliore piattaforma opzioni binarie).

Due appuntamenti per l'euro

Per quanto riguarda l'area euro invece, il dato di macroeconomia più interessante sarà l'indice sulla fiducia delle aziende in Germania (IFO). quello relativo a maggio ha superato le aspettative (114,6), per cui c'è molto interesse nel conoscere il dato di oggi, relativo a giugno. e una lettura superiore alle attese potrebbe spingere l'euro verso il rialzo, rendendolo un punto fermo per le nostre opzioni binarie strategie vincenti.

Sempre riguardo all'area euro, ci sono poi due appuntamenti da tenere in considerazione. Il primo è in calendario domani, quando parlerà Mario Draghi. Dal governatore BCE non si attendono spunti di rilievo, ma è chiaro che se dovessero arrivare a sorpresa, scuoterebbero i mercati.
Venerdì verranno poi diramati i report sulla disoccupazione in Germania. A maggio i livelli sono stati superiori alle attese, e una nuova lettura superiore al consensus sarebbe negativa per l'euro.

Dagli USA

Riguardo agli USA, l'appuntamento clou è in programma giovedì. Verrà infatti pubblicato il report sul PIL, che a maggio è stato superiore alle attese, con una lettura dello 1,2%. Le previsioni che puntano ad un’assenza di variazioni, e se vi fosse una nuova lettura superiore alle attese, il dollaro potrebbe schizzare verso l'alto.

sabato 24 giugno 2017

Commercio, torna l'interesse per ristorazione e wellness. Male le panetterie e i centri scommesse

La mappa delle attività di commercio in Italia è stata stravolta dalla crisi. Quelle più piccole sono state messe in ginocchio dalle difficoltà economiche, il che ha favorito la grande distribuzione. Partendo da uno screening delle attività e delle licenze che sono state messe in vendita, è emerso che i settori con maggiore richiesta sono diventati quelli del food e del wellness. Sono infatti ristoranti (+7,5%), palestre (+3,5%) e centri estetici e solarium (+2%) ad aver ricevuto il maggiore incremento.

Il quadro del commercio

Nel settore della ristorazione, un ruolo importante lo hanno avuto la grande visibilità che negli ultimi anni hanno avuto food blogger e chef superstar. Questo ha spinto la domanda, ed anche aumentato i prezzi dei ristoranti in vendita (+2,5%). Cresce anche la richiesta per gelaterie e pasticcerie, visto che in un anno la domanda è aumentata rispettivamente del 5% e del 3%. Nel settore del commercio alimentare ci sono però anche caso al contrario. Vivono uno stallo infatti le panetterie, sempre meno richieste (-6% in un anno).

La cura del corpo

Un'altra bella spinta l'ha ricevuta il settore della cura del corpo. La domanda di palestre è salita del 3,5% nell’ultimo anno. Al tempo stesso questo ha spinto al rialzo i prezzi, in aumento dell’1,5%. Ma vanno bene anche altre attività: parrucchieri, centri estetici e solarium.

Altri settori del commercio

Se facciamo una panoramica più ampia di come va il commercio in Italia, scopriamo che i negozi di telefonia sembrano aver guadagnato interesse. Questo per via della facilità con cui si possono aprire. Perdono fascino i centri di scommesse, anche per la diffusione del web. La domanda è in calo dell’8%.
Male anche cartolerie e librerie, specie se sono piccole. La domanda è scesa del 6%, mentre l'offerta è schizzata al 10%. Resistono le edicole, mentre vanno male negozi di abbigliamento e ferramenta (-4%). Scendono del 5% i prezzi delle tabaccherie classiche, che soffrono la difficoltà del passaggio generazionale.

giovedì 22 giugno 2017

Rublo russo sotto pressione: tre fattori tengono in ansia Mosca

Dopo un periodo florido, adesso sul rublo russo tornano a fare capolino le nubi. Da una parte ci sono gli USA, che hanno allungato la lista delle sanzioni contro la Russia, dall'altra c'è il rischio che possano esserci delle tensioni sui cieli siriani. Sullo sfondo c'è pure la questione del petrolio, tornato a scendere in picchiata sui mercati finanziari per via del suo cronico eccesso di offerta. La situazione è quindi abbastanza tesa da preoccupare Mosca.

I tre fronti caldi per il rublo russo

Dopo l'ennesimo dato negativo sulle scorte, il greggio ha continuato ad andare in scivolata sui mercati. L'oro nero è andato a picco ai minimi da 10 mesi sulle piazze internazionali delle commodities (consigliamo di seguire il grafico con indicatore MACD trading). Gli investitori sono sempre più scettici verso i tagli produttivi decisi dall'OPEC, e l'aumento dello Shale Oil americano aggrava la situazione.

A parte il petrolio, l'altra questione delicata riguarda la comunicazione tra russi e americani. Per due giorni consecutivi aerei russi e Nato si sono pericolosamente incrociati sul Baltico. E il fronte di scontro tra russi e americani su amplia per via dell'irrigidimento delle sanzioni americane, rivolte contro una nuova lista di 38 persone e organizzazioni per il loro coinvolgimento nel conflitto in Ucraina orientale. Il fatto che sia stato annullato dall'agenda un incontro previsto tra il viceministro russo degli Esteri Serghej Ryabkov e il sottosegretario di Stato Thomas Shannon non è certo un buon segnale. Peraltro Mosca ha già fatto sapere che risponderà con misure corrispondenti alle sanzioni americane.

L'andamento del rublo

In tutto questo quadro, era inevitabile che la tenuta del rublo fosse messa sotto pressione. Oggi i migliori segnali forex gratuiti affidabili puntano tutti sul ribasso della valuta russa. Ieri è scesa fino ai minimi di quattro mesi sul dollaro, con il cross UsdRub che ha oltrepassato quota 60. Per poi recuperare a 59,77. Nonostante le preoccupazioni, la Russia comunque è stata attenzionata dagli investitori stranieri, come dimostra il fatto che nella sua prima emissione obbligazionaria l'85% è stato collocato all'estero.

martedì 20 giugno 2017

Imposte più alte sui tabacchi, le sigarette verso un nuovo rialzo di 10 cents

Tempi sempre più duri per i fumatori. La manovrina del governo infatti inasprisce le imposte sui tabacchi (le accise) per ottenere un introito ulteriore di 83 milioni di euro nel corso di quest'anno e di 125 a partite dal prossimo. La manovra correttiva - approvata dal Senato la scorsa settimana - è immediatamente efficace e ha voluto redistribuire il nuovo carico fiscale su tutte le componenti del processo di produzione delle bionde (ad esempio l’aliquota di base applicata sulle sigarette passa dall’attuale misura del 58,70 al 59,1 per cento). Questo significa che tutti i principali produttori ne saranno interessati.

Per una prima fase le aziende produttrici assorbiranno il costo facendosene carico, ma poi quasi sicuramente finiranno per scaricarlo sul consumatore finale in tutto o in parte. Se questo dovesse accadere, il maggior carico fiscale si potrebbe trasformare in aumenti per i fumatori in media fino a 10 centesimi a pacchetto. L'aumento delle accise sui tabacchi dovranno garantire all’Erario maggiori entrate per 83 milioni di euro nel 2017 e per 125 milioni a decorrere dal 2018.

Le aziende contro il rialzo delle imposte


Gli aumenti hanno contrariato soprattutto i produttori delle sigarette di fascia bassa, ovvero quelle che sono vendute al pubblico a prezzi moderati (sui 4 euro a pacchetto). E molti hanno tirato in ballo il settore delle sigarette elettroniche, la cui tassazione resta quasi inapplicata e ha prodotto un gettito di appena 5 milioni rispetto agli 87 attesi. Perché non riscrivere prima quel settore e poi andare a colpire le bionde tradizionali?

C'è un altro aspetto che va tenuto presente. Alcuni marchi come il gigante mondiale Imperial, da poco hanno incrementato gli acquisti di tabacco italiano prodotto tra Umbria, Veneto e Campania. L'aumento delle imposte potrebbe spingere alcuni a fare marcia indietro, valutando la possibilità di abbandonare il mercato italiano per rifornirsi altrove di materia prima.

Di recente Valerio Forconi, responsabile delle relazioni istituzionali per il Sud Europa di Imperial Tobacco, ha fatto una considerazione: "L'inasprimento ci spingerà a riconsiderare molti aspetti sull'Italia. Già fino ad oggi la componente tributaria incideva per circa il 76%" sul costo finale di una sigaretta. Vale a dire che in un pacchetto che viene venduto a 5 euro, 3,8 finiscono tra Stato e tabaccai".

domenica 18 giugno 2017

Cambio euro-dollaro, futuro incerto tra spinte al ribasso e al rialzo

La settimana che si aprirà domani non prevede in agenda grossi spunti macro, per cui i trader saranno impegnati a digerire quanto emerso nei giorni scorsi. Ciò vale soprattutto per il cambio euro-dollaro. Praticamente tutte le banche centrali hanno fatto la loro mossa, e non c'è stato tempo per assorbirne una che subito ce n'è stata un'altra. Il ruolo centrale l'ha ovviamente avuto la Federal Reserve, che ha alzato il costo del denaro anche se è parsa meno intraprendente rispetto a qualche mese fa. Gli investitori pertanto si chiedono in che misura potranno aspettarsi nuovi ritocchi dei tassi entro la fine del 2017.

Sarà interessante in tal senso ascoltare le parole di William Dudley, presidente della Fed di New York. Ma a parte questo grossi spunti non ci saranno. Sarà quindi una settimana di riflessione per i trader.

Indipendentemente da quale sia la propria impostazione di investimento, comunque bisogna tenere in conto che il cambio euro-dollaro sarà interessato da una volatilità molto elevata, come accaduto negli ultimi giorni.

Analisi tecnica del cambio euro-dollaro

Sotto il profilo tecnico vediamo che il prezzo dopo essersi collocato oltre la banda superiore delle envelopes trading indicatore, sta rientrando nel canale ma resta comunque in prossimità del livello superiore estremo.
Venerdì infatti la coppia EUR/USD è scattata al rialzo, finendo contro la regione degli 1,12 dollari. Poi però c'è stato un momento di congelamento attorno a questa zona. Non si può quindi ancora dire se ci sarà o meno una nuova rottura al rialzo. Pertanto il suggerimento da dare ai trader è che sarebbe meglio lasciare da parte questa coppia, almeno per il momento.

Una sensazione che ci viene confermata anche da un altro strumento che abbiamo usato a supporto della nostra analisi, ovvero Acceleration Deceleration indicatore AC.

Teniamo ancora d'occhio questo cross. Se romperemo sopra il livello degli 1,1225, allora il mercato potrebbe spingersi nuovamente verso il livello di 1,13 che era stato raggiunto nei giorni scorsi. Se invece dovesse verificarsi un pullback dai livelli attuali, allora la coppia euro-dollaro potrebbe scivolare verso la regione degli 1,11 dollari.

venerdì 16 giugno 2017

Esportazioni, crollo verticale. La Brexit colpisce anche l'Italia

La Brexit, ovvero l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea, ha delle grosse ripercussioni anche sul commercio italiano. Il Made in Italy infatti fa registrare un brusco calo delle esportazioni, stimato nell'8% secondo una analisi della Coldiretti sui dati ISTAT del commercio estero. Il dato si riferisce a rilevazioni che sono state fatte durante il mese di aprile, facendo un confronto con lo scorso anno.

I settori colpiti dal calo delle esportazioni


A dare una brusca spallata alle esportazioni italiane nel mondo è senza dubbio la riduzione delle spedizioni verso la Gran Bretagna, ovvero il sesto partner commerciale dell'Italia a livello mondiale.

Cosa ancora più significativa è che la riduzione delle esportazioni Made in Italy riguarda tutte le categorie merceologiche. C'è stata infatti una riduzione del 6,8% delle esportazioni alimentari, si arriva al 12,7% per quel che riguarda l'industria tessile, si giunge addirittura alla riduzione del 13,6% dei macchinari, passando per il -3,3% nel comparto degli autoveicoli, mentre i mobili sono in calo del 7,2%.

Il problema è che la svalutazione della sterlina ha reso molto più costosi gli acquisti fuori dal Regno Unito (anche del 10%). A questo si aggiunge anche un rinvigorirsi dello spirito più nazionalista da parte degli inglesi dopo la Brexit, che porta alla sostituzione dei prodotti di importazione con quelli made in England.

Il settore che con maggiore evidenza ha fatto registrare una rivoluzione è quello del vino. Le esportazioni Made in Italy sono andate in calo del 7% nel primo bimestre del 2017. C'è stato infatti un crollo dei consumi sulle tavole inglesi, a causa di un aumento record dei prezzi che in media è di 5,56 sterline (poco più di 6 euro) sulla base dei dati della Wine and spirit trade association (Wsta) elaborati dalla Coldiretti. Va detto che il settore del vino è stato altresì colpito dall'aumento della tassazione sugli alcolici.

mercoledì 14 giugno 2017

FED pronta ad alzare i tassi. Il dollaro potrebbe salire

Gli occhi degli investitori sono tutti puntati sugli USA, dal momento che oggi la Federal Reserve dovrebbe comunicare un aumento del costo del denaro, il secondo in questo 2017. I trader sono pressoché unanimi nell'attendersi un aumento del tasso di interesse USA di un quarto di punto.

La mossa della FED

Tuttavia, ciò che interessa maggiormente gli investitori sono le prospettive riguardo al futuro, sia per quanto riguarda la necessità di iniziare a snellire un bilancio che si è gonfiato fino a 4.500 miliardi di dollari sia per il crono-programma futuro riguardo il costo del denaro. Ricordiamo che a dicembre scorso la FED ipotizzò circa 3-4 interventi restrittivi sul mercato nel corso del 2017.

Sotto quest'ultimo punto di vista, gli analisti si dividono. C'è infatti chi ritiene che il rialzo odierno sarà l'ultimo per il 2017, perché l'economia americana non presenta dei report così esaltanti (soprattutto la crescita dei posti di lavoro sta rallentando). Altri invece pensano che la Fed dovrebbe procedere ad uno se non due ulteriori ritocchi, nonostante l'inflazione si è attenuata ultimamente.

I riflessi sui mercati


Sul fronte valutario, questa mattina la moneta unica è scambiata a 1,1213 dollari (1,1208 dollari dopo la chiusura di Wall Street di ieri). Tuttavia secondo i migliori segnali forex in tempo reale sicuri dovrebbe esserci una diminuzione del cross nelle prossime ore. Vedremo.

Per quanto riguarda invece il rapporto tra sterlina e dollaro, ci collochiamo al livello di 1,27 dollari. Questa mattina è stato comunicato che in Gran Bretagna il numero dei senza lavoro che hanno chiesto un sussidio di disoccupazione ha subito un brusco calo a maggio. Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 4,6% ad aprile, il totale dei disoccupati cala a 1,53 mln di unità (-145 mila rispetto allo scorso anno). Anche in questo caso i segnali opzioni binarie affidabili gratis suggeriscono di puntare sull'apprezzamento del biglietto verde.

Nel frattempo le Borse europee viaggiano in rialzo e gli investitori sono incoraggiati anche dalla chiusura positiva di Wall Street. A metà mattinata Milano segna un progresso dello 0,36%, con i titoli bancari osservati speciali dopo che la Ue ha confermato che il salvataggio delle venete potrebbe esser vicino. Francoforte sale dello 0,53%, Parigi dello 0,92% e Londra dello 0,28%.

venerdì 9 giugno 2017

Produzione dell'olio d'oliva in calo. Nell'Unione Europea -25%

C'è un dato contrastato riguardo la produzione dell'olio d'oliva. Le superfici olivetate mondiali continuano a crescere, ma intanto secondo gli ultimi dati la produzione globale è crollata, innescando una impennata dei prezzi. E questo nel medio lungo periodo potrebbe ripercuotersi sui consumi.

Secondo l'ultimo rapporto dell'International Olive Council, il calo della produzione è di circa il 20% nella stagione 2016-2017. Se guardiamo soltanto all'Italia, la diminuzione arriva addirittura al 61% (poi viene la Grecia con -39%). Il dato da ricordare è anche quello della Spagna, che pesa per circa il 50% sulla produzione mondiale. Nel suo caso la produzione è scesa dell'8%. In generale nella sola Unione Europea c'è stato un decremento del 25%. La sola eccezione a questo trend negativo è la Turchia, con un aumento produttivo del 24%.

Eccesso di domanda e calo della produzione in olio

Se la proposta produttiva raggiunge quasi i 3 milioni di tonnellate, la domanda nell'ultimo decennio è cresciuta ad un ritmo di 300 mila tonnellate l'anno. Questo ha finito per creare uno sbilanciamento della domanda sull'offerta. Nel 2016/17 la domanda di olio di oliva supererà la produzione del 13%. Nel complesso l'analisi del Coi (International Olive Council) mostra come dal 1991 non ci fosse un superamento del consumo rispetto alla produzione.

Il deficit del mercato si è tradotto in una consistente crescita dei prezzi di produzione, che fanno segnare un +36% in Spagna, +66% in Italia e +30% in Grecia.
Questa situazione ha generato una ulteriore ripercussione sulle esportazioni. L'aumento di prezzi ha portato infatti a un calo dell'export negli Usa del 7% da ottobre 2016 a marzo 2017. Finora questa diminuzione è stata compensata dal contemporaneo aumento dell'export verso Australia (+39%), Brasile (+37%), Cina (+19%), Giappone (+4%) e Russia (+2%).

mercoledì 7 giugno 2017

Sterlina sotto pressione, domani l'importante appuntamento elettorale

Si avvicina il giorno più delicato per la Gran Bretagna. Un anno dopo la decisione sulla Brexit, domani si andrà a votare per le elezioni anticipate nel Regno Unito. Un appuntamento voluto fortemente dalla premier Theresa May, al fine di rafforzare la propria posizione in vista dei durissimi negoziati per l'uscita concreta del paese dalla UE. Sarà un appuntamento importantissimo anche sotto il profilo valutario, perché le implicazioni per la sterlina saranno notevoli.

I trader si aspettano per domani una forte impennata della volatilità. Questo significa dover utilizzare molta prudenza, ma al tempo stesso significa anche che potrebbero generarsi interessanti opportunità di trading. Per cui occhio a tenersi pronti con le proprie piattaforme di investimento (noi riteniamo che Plus500 è affidabile e sicuro).

Al momento il pound quota 0.8692 contro l'euro, mentre rispetto al dollaro il cross GbpUsd è rimbalzato sul livello 1,2920. Suggeriamo riguardo a questa ultima coppia valutaria, di osservare i grafici con l'ausilio dell'indicatore Kama trading moving average.

Le elezioni minacciano la sterlina

Partiamo dai dati più recenti. Secondo gli ultimi sondaggi c'è stato un ulteriore assottigliamento del vantaggio dei Tories sul Labour. Domenica infatti una analisi di Survation ha evidenziato come il margine di vantaggio si sia ridotto all'1%, rispetto al 12% della precedente rilevazione. Ovviamente si tratta di rilevazioni sondaggistiche, che non è detto avranno riscontro nella realtà. Ma resta il dato che ad aprile i conservatori risultavano essere in vantaggio per circa 20 punti percentuali.

Quel che è certo però è che la probabilità di una vittoria netta dei conservatori è calata drasticamente, e questo significherebbe che la premier May rischia di ritrovarsi con un parlamento spaccato. Quindi senza la maggioranza sufficiente per governare. Sarebbe uno scenario durissimo, visto e considerato che bisogna darsi una mossa per quel che riguarda le trattative sulla Brexit.

Dal punto di vista valutario, una eventuale - ma molto improbabile - sconfitta dei conservatori o comunque una loro affermazione risicata, potrebbe pesare notevolmente sulla sterlina. La valuta britannica potrebbe infatti scendere sia contro dollaro verso 1,25 GBP/USD sia contro euro verso 0,88-0,89 EUR/GBP. mentre i negoziati sull'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea pendono come una spada di Damocle sui mercati.

lunedì 5 giugno 2017

Consumi, allarme per buoni spesa truffa che circolano su Internet

Sono sempre di più le famiglie che per i loro consumi sfruttano i buoni spesa che si possono scaricare da internet o che circolano col passaparola della messaggistica istantanea (come WhatsApp). Purtroppo però, di pari passi con i buoni si diffondono anche le truffe online. La Polizia di Stato è continuamente al lavoro per arginare il fenomeno, sottolineando che i canali scelti dai criminali informatici sono soprattutto social network e app di messaggistica istantanea.

Lo schema della truffa e il rischio per i consumi


Di solito lo schema della truffa è sempre lo stesso: un buono spesa consistente in cambio di alcune informazioni personali. Questionari all'apparenza innocui ma invece potenzialmente dannosissimi. Ma l'altro sistema pericolosissimo è quello che per l'utilizzo dei buoni sconto richiede di installare app malevole, che finiscono per consegnare il pieno controllo del dispositivo mobile ai truffatori, con effetti potenzialmente devastanti.

Il caso Carrafour


L'ultimo esempio riguarda la catena Carrafour, vittima inconsapevole di questa truffa. Negli ultimi tempi molte persone hanno ricevuto un messaggio apparentemente autentico da parte del colosso della grande distribuzione, dove si diceva che per festeggiare l’anniversario erano offerti buoni spesa anche da 250 euro. L'unica cosa da fare è premere su un link e rispondere a tre domande.
Tutto falso. L'azienda francese ha avvertito i consumatori che non è in corso nessuna promozione e nessun concorso a premi, e che quei messaggi sono solo truffe.

Il consiglio è sempre quello di NON cliccare mai su link provenienti da contatti sconosciuti, e anche nel caso in cui un link vi sia stato inviato da una persona che conoscete, basta contattarla (magai sempre con WhatsApp) per avere conferma riguardo al link che vi ha inviato.

sabato 3 giugno 2017

Euro, la prova di forza continua malgrado Draghi resti dovish

Tra pochi giorni la BCE si riunirà per decidere che impronta dare alla propria politica monetaria. Nessuno però si aspetta che ci siano dei movimenti, mentre qualche interesse maggiore riguarda se la BCE sarà spinta dai buoni dati macro a iniziare a pensare all'allenamento dei massicci stimoli degli ultimi anni. Già questo passo potrebbe dare una bella scossa al mercato.

Al momento esiste una certa divergenza tra quello che dice il presidente della BCE Mario Draghi e la dinamica dei prezzi sul mercato valutario, dove l'euro ha acquisito costantemente vigore durante il 2017 contro la maggior parte delle valute principali. Non a caso la maggior parte dei segnali forex in tempo reale più affidabili puntano sul rialzo del cross Eur-Usd.

Draghi frena la corsa dell'euro

Nonostante questo, Draghi è sempre stato piuttosto impassibile davanti alla crescita dell'inflazione e al miglioramento della situazione economica della EuroZona. C'è uan cosa da evidenziare: le economie nell'Europa settentrionale viaggiano a buoni tassi, e lì cominciano ad esserci legittimi timori di "surriscaldamento".
Al tempo stesso, gran parte dell'Europa meridionale è in una fase iniziale di ripresa: la disoccupazione è intorno o al di sopra del 10%, e questo probabilmente richiederebbe un approccio più passivo dalla Banca centrale europea.

Si è quindi creata una crescita a doppio ritmo, a due velocità. E al tempo stesso ha creato due visioni diverse circa l'opportunità di uscire dal percorso di stimolo monetario. Non c'è stupore nel sapere che il cancelliere tedesco Angela Merkel abbia detto la scorsa settimana che l'euro è sottovalutato (suggeriamo di osservare il cross EurUsd con l'indicatore oscillatore Acceleration Deceleration).
Ma Draghi invece è rimasto molto dovish: ha affermato che era troppo presto per aspettarsi un cambiamento della politica monetaria perché l'economia ha bisogno di un ulteriore sostegno. Le pressioni inflazionistiche sottostanti continuano a restare deboli e devono ancora mostrare una tendenza ascendente. Insomma, è troppo presto per il tapering.

L'uscita di dati poco entusiasmanti sull'inflazione (a maggio è salita ad un tasso annuo del 1,4% rispetto ad un precedente 1,9%), al momento darà un po' di tempo in più a Draghi per allontanare una manovra restrittiva. Ma la cosa importante sarà conoscere i commenti della BCE riguardo alle proiezioni economiche aggiornate, perché fungerà da driver primario dell'Euro nella prossima settimana.

giovedì 1 giugno 2017

Ricapitalizzazione Mps, ottimismo sul via libera da Bruxelles

La ricapitalizzazione precauzionale di Mps (che porterà il Tesoro ad avere circa il 70% del capitale di Rocca Salimbeni) aspetta il via libera da Bruxelles, e a tal proposito cresce l'ottimismo nel board dell'istituto toscano. A margine dell’assemblea in Banca d’Italia, l’amministratore delegato Morelli infatti si è detto fiducioso riguardo l'esito della vicenda, e sulla possibilità di finalizzare il piano di ristrutturazione della banca.
Una risposta da Bruxelles potrebbe giungere nel giro di qualche giorno, anche perché l'esclusiva per la cartolarizzazione degli Npl è stata data ad Atlante fino al 28 giugno. Quindi ci si attende ben prima di quella data il via libera.

Le novità sulle Spv in ottica ricapitalizzazione Mps

Ricordiamo che Mps ha affidato al Fondo Atlante la cartolarizzazione dei crediti in sofferenza, mentre per i veicoli spv, ovvero quelle società che acquisiscono i crediti per poi cartolarizzarli, la manovra del Governo ha previsto un emendamento che allarga il campo di azione aumentandone i mezzi, gli strumenti e la flessibilità.

La società-veicolo infatti potrà acquistare e occuparsi anche di beni sottostanti il leasing entrati in possesso della banca a seguito di insolvenza o mancato rispetto del contratto. Sarà inoltre possibile acquistare crediti deteriorati con ristrutturazione in corso. Avranno inoltre la facoltà di erogare finanziamenti, cosa importante specie quando le banche che cedono il credito deteriorato non sono più in grado di erogare prestiti al debitore in difficoltà.

Riguardo le possibili frizioni con Bruxelles circa il piano industriale di Monte dei Paschi, c'è un capitolo delicato relativo ai tagli. Bruxelles vorrebbe che il rapporto tra costi e ricavi tendesse al 42-43%. In sostanza circa 5000 esuberi (e inizialmente erano addirittura 10mila) mentre per gli sportelli la richiesta UE è di 800 filiali in meno. Quelli che invece sono stati previsti da Monte dei Paschi a novembre ammontano a 2.900 e 600 filiali, anche perché ridurre personale e filiali comporterebbe un ostacolo maggiore al ritorno alla redditività.