mercoledì 30 ottobre 2024

Investitori prudenti, le Borse Europee chiudono in rosso

Martedì fiacco per le borse europee, che peggiorano nel corso della giornata e chiudono in rosso. Tra gli investitori il clima è attendista, con lo sguardo rivolto ai dati macro in arrivo e le nuove trimestrali (Alphabet sarà la prima delle big tech americane a pubblicare i risultati del terzo trimestre).

La giornata degli investitori

Al suono della campanella, Piazza Affari chiude la giornata a -0,26% con il FTSE Mib a 34.925 punti base. Sulla stessa linea, si posiziona sotto la linea di parità il FTSE Italia All-Share, che si ferma a 37.049 punti.

Nel resto del continente il panorama per gli investitori è fiacco. Vanno giù Madrid -0,9% e Zurigo -1,19%, Londra segna -0,81%, Parigi -0,61%, Francoforte -0,25%.
Cauta la borsa di Wall Street. Tutti gli indici possono essere negoziati sui miglior broker trading online.

I numeri di Milano

A piazza Affari il controvalore degli scambi da parte degli investitori è stato pari a 2,32 miliardi di euro, invariato rispetto alla seduta precedente; i volumi scambiati sono passati da 0,38 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,41 miliardi.

Tra i singoli titoli, avanzano Tenaris (+1,7%), Stm (+1,6%) e Intesa Sanpaolo (+1,2%). Invece Stellantis (-2,4%), Erg (-2,2%) sono in coda. In fondo al listino anche Pirelli -1,78%. Seduta negativa per Moncler, che mostra una perdita dell'1,85%.Titoli automotive in ordine sparso invece dopo la trimestrale inferiore alle attese di Ford.

Gli altri mercati

Sul mercato valutario, il cambio euro/dollaro scende verso 1,08., con i segnali forex gratis che puntano sempre di più contro la valuta unica. Tra le valute digitali va segnalato il balzo di Bitcoin, che sale oltre i $71.000 per la prima volta da giugno, sostenuto dagli afflussi in ETF e dalle speculazioni sul possibile esito delle elezioni statunitensi della prossima settimana.

Capitolo materie prime: il petrolio perde rimane debole, mentre riprende quota e torna in zona record l’oro, che attualmente mostra un prezzo di 2.766,19 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario, lo spread tra decennale italiano e decennale tedesco sale infatti a 122 punti base e i rendimenti crescono. Il titolo tricolore è indicato stasera al 3,56%.

domenica 27 ottobre 2024

Debito pubblico italiano, continua a crescere l'investimento degli stranieri

Una recente nota del Ministero dell'Economia e delle Finanze ha illustrato i risultati dei due collocamenti di BTP, quello a 7 anni e quello a 30 anni. Questa analisi ha evidenziato il grande interesse degli investitori stranieri verso i titolo del nostro debito pubblico.

L'andamento dei titoli del debito pubblico

In generale i nostri BTP hanno riscosso un grande successo, come dimostra il fatto che mentre l'importo complessivo emesso è stato di 13 miliardi di euro, la domanda ha superato i 200 miliardi (99 miliardi per il titolo a 7 anni, 107 miliardi per il Btp a 30 anni), come emerge dai dettagli dei due collocamenti di titoli del debito pubblico.

Alle operazioni di collocamento - effettuato tramite la costituzione di un sindacato - hanno partecipato oltre 300 investitori per il BTP a 7 anni, e poco meno di 400 per la riapertura del BTP a 30 anni. In entrambi i casi, circa metà dell'emissione è stata sottoscritta dai Fund Manager. Un terzo quasi è stato sottoscritto dalle banche. Presso gli Hedge Fund è stato collocato circa il 3% del titolo a 30 anni e 2,7% di quello a 7 anni.

La partecipazione degli stranieri

Dai dati appare chiaro il forte appeal che i nostri titoli di debito pubblico hanno all'estero. Infatti per il il titolo a 7 anni la quota allocata presso investitori stranieri è leggermente superiore al 81%, mentre per quello a maggiore scadenza leggermente al di sotto di questa soglia. Da questo risulta che gli investitori domestici hanno sottoscritto soltanto il 18,9% e il 19,1% rispettivamente.

I Paesi più interessati

Per quanto riguarda la partecipazione degli investitori stranieri, la quota più rilevante del collocamento è stata sottoscritta in Europa. Spicca in partecipazione in particolar modo la partecipazione del Regno Unito, con il 21% per il titolo a 7 anni e il 22,7% per il titolo di debito pubblico a 30 anni. La partecipazione degli investitori britannici è stata più del doppio rispetto a quella della Francia, della Germania, dell'Austria e della Svizzera, altri paesi che apprezzano molto i nostri titoli di debito pubblico.
Il collocamento ha avuto un discreto successo anche nei Paesi Scandinavi e in Benelux.

lunedì 21 ottobre 2024

Valute digitali, le presidenziali USA sono uno snodo importante

Negli ultimi giorni il settore delle criptovalute ha viaggiato a tinte miste. Le più valute digitali più importanti hanno infatti macinato rialzi contenuti, mentre quasi tutte le altre si sono mosse in ribasso. Questo fa comprendere la situazione di incertezza che avvolge il settore, dopo i recenti recuperi di prezzo.

I driver più importanti per le valute digitali

Il fattore che più di ogni altro sta inducendo alla cautela è l'elezione presidenziale USA. Gli investitori sanno bene che Trump è un grande sostenitore delle valute digitali, e una sua vittoria elettorale potrebbe spalancare scenari molto importanti per il futuro. 

Non è un caso che la crypto che ha performato meglio nell'ultima settimana sia stata Dogecoin, che è la preferita di Elon Musk. Il magnate australiano si sta spendendo parecchio sul fronte politico per sostenere la candidatura di Trump.

Le banche centrali

Un altro driver importante per il settore è la politica monetaria. Da quando le banche centrali hanno cominciato a tagliare i tassi di interesse, gli asset più rischiosi - come appunto le valute digitali - hanno avuto un certo vantaggio.

Tuttavia il mercato si stava convincendo che i tagli di FED e BCE sarebbero stati più incisivi e rapidi, mentre invece si fa strada la prospettiva di un percorso più graduale. Questo ha fatto scemare il numero di segnali gratis in tempo reale che suggerivano di comprare le valute digitali.

Il mercato aspetta e spera in un altro UPtober

Questo scenario ha impedito finora che si verificasse l'ormai consueto "UPtober”, ossia la tendenza delle valute digitali a viaggiare spedite nell'ultimo trimestre dell’anno (spesso è stato il più robusto).

Riguardo ai prezzi, il Bitcoin viaggia ancora un po' distante dai 70mila dollari, anche se negli ultimi giorni si è affacciato un paio di volte oltre i 69mila. Ad ogni modo la strategia trend following continua ad avere senso per questo asset.
Hanno guadagnato leggermente quota anche Ethereum e Ripple, mentre - come detto- la settimana è stata molto proficua per Dogecoin, cresciuta del 23%.

giovedì 17 ottobre 2024

Imprese, nel terzo trimestre il numero è ancora cresciuto

Nel terzo trimestre in Italia sembra essere tornata la voglia di imprenditorialità. In base ai dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, il numero di attività è cresciuto complessivamente di oltre 15mila unità (con l'impresa individuale che resta la scelta predominante per i nuovi imprenditori).
Sono state ben 62 mila le nuove iscrizioni avvenute durante questo periodo. Tuttavia il quadro non è omogeneo, soprattutto a livello settoriale.

Risultati per settore di attività delle imprese

Per quanto riguarda i singoli settori, quello delle costruzioni continua ad avere il saldo migliore in valore assoluto, con 3.841 imprese in più, malgrado il trend crescente si sia attenuato. Le attività professionali (+1,09%), quelle dei servizi alle imprese (+0,79%) e quelle del turismo (+0,65%, grazie alla spinta record del periodo estivo) si confermano in fase espansiva.

Le note dolenti riguardano commercio e manifattura, che hanno un saldo prossimo allo zero. Il contributo dell’artigianato al saldo generale è stato di 1.153 unità come differenza tra 16.459 nuove imprese artigiane nel trimestre e 15.306 che, nello stesso periodo, hanno cessato di operare.

Andamento per territorio

A livello geografico, il terzo trimestre di quest'anno ha mostrato una vitalità diffusa trasversalmente in tutto il Paese. Le 4 macro-aree (Nord-Est, Nord-Ovest,Centro, Sud e Isole) hanno un saldo in positivo.
La Lombardia è la regione più dinamica, con un aumento del numero di imprese pari a 3.322 (tasso di crescita stabile allo 0,35%). Bene anche Milano e Roma, con una performance positiva rispettivamente dello 0,46 e 0,44%. Tra le province spiccano Rieti, Latina e Frosinone, che vantano ragguardevoli tassi di crescita (rispettivamente +1,44%, +0,59% e +0,50%).

Forse può interessante: come aprire un'attività partenza da zero.

Tendenza storica

Bisogna aggiungere che, malgrado il saldo netto del numero di imprese sia cresciuto, l'ultimo trimestre evidenzia una vitalità contenuta del nostro sistema imprenditoriale. Infatti il risultato è inferiore alla media trimestrale degli ultimi dieci anni. Il tasso di crescita nazionale si attesta stabilmente allo 0,26%, senza variazioni significative rispetto al 2023.

lunedì 14 ottobre 2024

Finanza, occhi puntati sulla BCE e sulle trimestrali di Wall Street

La prossima settimana l'interesse del mondo della finanza si focalizzerà su due eventi in particolare. La riunione di politica monetaria della Banca centrale europea e la pubblicazione dei bilanci trimestrali di altre società quotate a Wall Street.

Gli eventi chiave nel calendario della finanza

Negli Stati Uniti ci saranno alcuni dati macro interessanti per gli esperti di finanza, a cominciare dalle vendite al dettaglio (che dovrebbero mostrare un aumento dello 0,3% a settembre), dal report sulla produzione industriale e dai permessi di costruzione. 

Anche diversi funzionari della Fed dovrebbero parlare degli sviluppi di politica monetaria, e questo influenzerà senza dubbio l'andamento dei segnali operativi forex gratuiti forniti da diversi broker.

Tuttavia, gli eventi più attesi riguardano i risultati trimestrali che diverse società riporteranno: Bank Of America, Goldman Sachs, Citigroup, Charles Schwab, Abbott, Morgan Stanley, Netflix, etc.

In Europa occhio ai tassi

Nel vecchio Continente, gli occhi saranno puntati sulla decisione sul tasso di interesse della Banca Centrale Europea. Gli esperti di finanza prevedono che la Eurotower effettuerà un taglio di 25 punti base del tasso di deposito chiave, in linea con le precedenti riduzioni di settembre e giugno. Nel frattempo l'euro viaggia attorno a 1,095 rispetto al dollaro americano, e cominciano a esserci i primi alert da parte di qualche indicatore inversione trend.

Sempre in Europa, la finanza guarderà con interesse al sentiment economico ZEW per la Germania. Inoltre, gli operatori seguiranno la produzione industriale dell’Eurozona, la bilancia commerciale, le partite correnti e la produzione edilizia.

Altre banche in focus

Un altro istituto che è chiamato a decidere sulla propria politica monetaria è la banca centrale della Turchia, che dovrebbe mantenere il tasso di interesse di riferimento al 50%, il massimo del 2002, anche se l’inflazione è scesa al di sotto del 50% a settembre.
Altrove, si attendono decisioni sui tassi di interesse da parte di Indonesia, Tailandia e Filippine.

Gli altri appuntamenti

Sarà una settimana intensa nel Regno Unito, dove verrà reso noto il tasso di inflazione, quello di disoccupazione e il dato sulle vendite al dettaglio.
La Cina rivelerà il tasso di crescita del PIL del terzo trimestre, insieme ai dati sulle vendite al dettaglio, sulla produzione industriale, sul tasso di disoccupazione, sull’indice immobiliare e sugli investimenti in immobilizzazioni. Verranno rilasciati dati sull’inflazione anche per India, Canada, Nuova Zelanda, Giappone e Sud Africa.

mercoledì 9 ottobre 2024

Spesa sanitaria, continua a crescere quella Out of Pocket

Se dovessimo fare una radiografia del sistema sanitario nazionale italiano, potremmo concludere senza dubbio che è fortemente malato. Una situazione critica che ha spinto la spesa sanitaria "out of pocket" di oltre il 10% nell'ultimo anno.

Prestazione sanitaria e spesa

Si parla di spesa sanitaria out of pocket quando il costo di prestazioni mediche viene sostenuto direttamente dal cittadino, che non vuole aspettare tempi biblici del Servizio Sanitario Nazionale per avere delle visite specialistiche e degli esami diagnostici.

Questa voce di costo è cresciuta del 10,3% nel 2023 rispetto all'anno precedente. Complessivamente la spesa degli italiani di questo tipo è arrivata a 40,6 miliardi di euro, con un incremento di 8 miliardi rispetto al 2022.

I problemi del Servizio Sanitario Nazionale

Alla base di questo fenomeno ci sono una serie di problemi che probabilmente stanno mettendo il Servizio Sanitario Nazionale in una situazione in cui il punto di non ritorno è sempre più vicino. Le liste d'attesa per ottenere delle prestazioni specialistiche sono infinite, per non parlare dei macchinari che vengono utilizzati che spesso sono obsoleti. Si aggiunga anche la cronica carenza di medici e infermieri e il quadro deprimente è così completo.

Peraltro va sottolineato che il divario tra la spesa pubblica sanitaria italiana e quella medio dei paesi dell'Unione Europea è di ben 52,4 miliardi. La forbice tende ad ampliarsi il governo dopo governo, perché la politica da oltre un decennio tratta la sanità come un costo da tagliare e non una priorità su cui investire.

Nord e Sud

La situazione è difficile tanto al Nord quanto al Sud, ma senza dubbio al Meridione lo scenario è peggiore, come dimostra il fatto che sempre più pazienti migrano verso il Settentrione alla ricerca di cure migliori. Inoltre accanto al fenomeno della spesa out of pocket c'è quello ben peggiore di chi rinuncia a curarsi per via da un lato delle liste di attesa troppo lunghe e dall'altro dei costi eccessivi per accedere alla sanità privata. Si stima che nel nostro paese circa 4,5 milioni di pazienti rinunciano a curarsi per questi motivi.

lunedì 7 ottobre 2024

Mercati finanziari, gli occhi sono puntati ancora sugli USA

Ci aspettano giorni intensi sui mercati finanziari, che vivranno dati marco importanti (soprattutto dagli USA), leggeranno i verbali del Fomc e assaggeranno le prime trimestrali di Wall Street.

Gli eventi chiave per i mercati finanziari

Il centro dell'attenzione saranno anche stavolta gli USA, dove saranno pubblicati gli ultimi report riguardo all'inflazione. Le aspettative sono per un calo al 2,3% su base annuale, che sarebbe il minimo da febbraio 2021. Si prevede inoltre che l’IPC principale aumenterà dello 0,1% su base mensile, mentre l’IPC core dovrebbe aver rallentato allo 0,2%. 

Questi dati serviranno a capire se la FED potrà avere un approccio più graduale sui tagli dei tassi, oppure aumenteranno di nuovo le possibilità di sforbiciate aggressive.

I verbali del Fomc

Sempre nel USA ci sarà la pubblicazione dei verbali del FOMC, che forniranno altre informazioni sulla potenziale portata del prossimo taglio dei tassi, con aspettative mitigate dopo che un forte rapporto sull'occupazione ha ridotto la probabilità di un'altra maxi riduzione di 50 punti base.

Ovviamente tutto questo inciderà sulla marcia del dollaro (e gli speculatori sono pronti con i loro indicatori scalping forex), che negli ultimi giorni si è riportato oltre quota 102, per via dell'aumento di domanda di beni rifugio sulla scia dell'escalation di tensione in Medio Oriente.

Cosa accadrà nel resto del mondo

Spostando lo sguardo in Europa, la BCE pubblicherà le minute dell'ultima riunione, quando abbassò i costi di finanziamento di 25 punti base a settembre, il secondo taglio quest’anno. La Germania riferirà sugli ordini di fabbrica e sulla produzione industriale, mentre l’Area Euro fornirà i dati sulle vendite al dettaglio. Il Regno Unito pubblicherà il dato sulla crescita del PIL e l’attività industriale.

Infine, si prevede che la Reserve Bank of New Zealand effettuerà un altro taglio del tasso di riferimento, anche se i mercati sono divisi sull’entità della mossa. Si attendono decisioni sui tassi di interesse chiave da parte di Corea del Sud (pronta al primo taglio dei tassi in oltre quattro anni), India e Nuova Zelanda.

NB. Chi negozia valute può trovare molto utile sfruttate le regole di Gann trading.

Al via la stagione degli utili

Sul fronte societario, la stagione degli utili del terzo trimestre inizierà venerdì con i resoconti delle grandi banche JPMorgan, Wells Fargo e Bank Of New York Mellon.

mercoledì 2 ottobre 2024

Consumi e sprechi, numeri da brividi su quanto cibo buttiamo in Italia

La corsa sfrenata dell'inflazione ha avuto un effetto pesante sui consumi delle famiglie italiane. Ci ha indotto ad assumere dei comportamenti più attenti sul nostro stile alimentare. Tuttavia i numeri relativi alla quantità di cibo che ogni settimana buttiamo nella spazzatura restano sconcertanti.

Nella pattumiera una bella fetta dei nostri consumi

Secondo un'indagine condotta dal portale Too Good To Go, azienda nota per il suo impegno nella lotta contro lo spreco alimentare, ogni settimana un cittadino italiano mediamente butta nella spazzatura 1,3 kg di alimenti

Si tratta di una quota enorme rispetto ai suoi consumi alimentari, perché parliamo di una media di cibi buttati pari a 67 kg ogni anno (secondo un report dell'UNEP, ossia il programma delle Nazioni Unite per l'ambiente). Significa che ogni settimana quasi tre pasti vengono sprecati.

Conseguenze

Le conseguenze di questi comportamenti, oltre che morali, sono anche ambientali. Questi gesti che noi consideriamo banali, in realtà hanno conseguenze devastanti sul clima, dal momento che gli sprechi alimentari provocano una emissione pari a 180 kg di CO2 equivalente all'anno. Non solo, bisogna anche considerare lo spreco di risorse naturali per produrre cibo che noi buttiamo, secondo i conti sono quasi 190 metri quadri di suolo e 55 mila litri di acqua.

Il conto dei costi di questi comportamenti

Tradotto in termini economici, ogni cittadino italiano spreca circa 360 euro l'anno di cibo. Si tratta di una quota pari al 13% del budget per i consumi alimentari medi. In pratica ognuno di noi per 47 giorni l'anno fa la spesa senza poi che ci siano consumi di quello che ha acquistato. Buttiamo denaro, lavoro, tempo e risorse.

I dati europei

Anche l'istituto di statistica europeo (Eurostat) ha fornito un quadro allarmante sulla situazione degli sprechi alimentari nel nostro continente. Nel 2022 ogni abitante europeo in media ha generato 72 kg di rifiuti alimentari. Tre paesi europei emergono come principali responsabili della metà dello spreco alimentare nel continente: Germania, Francia e Italia. Nel 2022, questi tre stati hanno generato complessivamente 28,4 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari.