mercoledì 11 marzo 2020

Mercato petrolifero, la tensione Arabia-Russia ci fa tornare indietro a 35 anni fa

Il mercato petrolifero aveva già le sue belle gatte da pelare, quando è arrivato il covid-19 a peggiorare decisamente il quadro. L'emergenza sanitaria infatti ha alimentato la pressione sui prezzi e sui produttori, e questa escalation ha portato alla tensione Arabia-Russia. Una tensione che ha spinto i prezzi al barile fin verso i 30 dollari, la metà della quotazione di pochi mesi fa.

I guai annosi del mercato petrolifero

Da tempo ormai i produttori del mercato petrolifero stanno facendo i conti con lo squilibrio domanda-offerta. La prima troppo debole (specie per via della trade war USA-Cina) la seconda invece in crescita e troppo alta. Gli sforzi dell'OPEC per mantenere un livello sostenibile dei prezzi sono stati enormi, e si sono concretizzati nei tagli produttivi.

L’emergenza del Covid-19 ha però avuto un effetto devastante, giacché man mano che l’epidemia si estendeva al di fuori dei confini della provincia dello Wuhan, i consumi di petrolio hanno iniziato a calare vertiginosamente. In pratica si è amplificato il divario tra domanda e offerta. Solo in Cina mancano all'appello oltre 3 milioni di barili di petrolio/giorno. Si credeva che una correzione più intensa dei prezzi sarebbe stata evitata grazie a un nuovo sforzo dei principali paesi produttori, ovvero una riduzione dell’output, come accadde nel 2008. E invece il mercato petrolifero ha dovuto digerire la rottura del tavolo tra Russia e Arabia Saudita, i due leader de-facto del cartello Opec+.

Siamo di nuovo nel 1985?

E' scoppiata una guerra feroce per accaparrarsi quote di mercato. L’Arabia Saudita ha accelerato il passo tagliando gli OSP (Official Selling Price) per le quotazioni, facendo implodere le contrattazioni e innescando il Black Monday dei mercati petroliferi. Una cosa simile accadde nel 1985, quando l’allora sceicco saudita Zaki Yamani aprì al massimo i rubinetti del petrolio, innescando un meccanismo che per quasi tre lustri avrebbe visto il prezzo del petrolio sui 20 dollari/barile. Ma è uno scenario che oggi molti produttori non possono più permettersi.

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