martedì 21 gennaio 2025

Mercato dell'auto, i numeri del 2024 sono a tinte miste

Questa mattina ACEA, l'associazione che riunisce i produttori di automobili, ha fornito i dati relativi all'intero 2024, che confermano lo stato di difficoltà del mercato dell'auto.

Il report sul mercato dell'auto

Il totale delle immatricolazioni di auto nuove è stato di circa 10,6 milioni di veicoli. Questo significa che c'è stato un leggero aumento rispetto al 2023, +0,8%. Tuttavia l'andamento non è stato affatto omogeneo. Se da una parte la Spagna ha potuto festeggiare una crescita robusta (+7,1%), in altri Paesi invece il mercato dell'auto ha segnato dei passi indietro: Francia (-3,2%), Germania (-1%) e Italia (-0,5%).

I dati riguardanti il solo mese di dicembre evidenziano invece un incremento del 5,1% a livello continentale, con la Spagna che  - anche in questo caso - ha fatto meglio di tutti con una crescita del 28,8%. Se la Francia riesce a spuntare un lieve aumento (+1,5%) è stata molto deludente la performance di Germania (-7,1%) e Italia (-4,9%). Al momento quindi i tanto attesi indicatori di inversione trend per adesso non segnalano nulla di positivo.

Le tipologie di veicoli

Continuano ad essere le auto a benzina quelle più vendute, con una quota del 33,3% nel mese di dicembre (nonostante una lieve frenata). Al secondo posto ci sono le ibride elettriche con una quota di mercato del 30,9%. I veicoli elettrici sono al 15,9%, poco più del diesel, che è sceso all'11,9%. Le immatricolazioni di auto ibride plug-in sono aumentate del 4,9% il mese scorso, trainate soprattutto dal significativo aumento in Francia (+44,9%).

Ciò che è molto eclatante è il crollo delle immatricolazioni di veicoli elettrici in Germania (-38,6%) e Francia (-20,7%), che ha portato a una diminuzione del 5,9% del volume di mercato per il 2024 rispetto al 2023. Di conseguenza, la quota di mercato totale per le auto elettriche a batteria si è attestata al 13,6% per il 2024.

I principali gruppi automobilistici

Per quanto riguarda le performance dei singoli player del mercato dell'auto, è Volkswagen Group il primo gruppo dell'Unione europea. La quota di mercato del colosso tedesco è del 26,7% (in crescita rispetto al 26,1% dell'anno prima). 

Sebbene Stellantis si sia confermato al secondo posto, la sua quota è scesa al 16,4%, con un netto calo di immatricolazioni a dicembre (-7,3%) e sull'intero intero anno (-7,2%). Le conseguenze si stanno vedendo in Borsa, dove il titolo è in deciso calo e il prezzo si sta avvicinando alla fascia inferiore delle Bollinger bands.
Al terzo posto Renault Group (quota del 11% vs 10,9%) con 120.276 immatricolazioni a dicembre (+16,4%) e 1.173.762 nell'intero anno (+1,9%).

giovedì 16 gennaio 2025

Valute digitali, Banca Intesa è il primo istituto italiano a comprare Bitcoin

Gli investitori istituzionali continuano ad essere attratti sempre di più dal settore delle valute digitali. E negli ultimi giorni in Italia è accaduto un evento che segna una svolta per il settore. Intesa Sanpaolo ha infatti annunciato di aver acquistato Bitcoin per un milione di dollari, diventando così la prima banca italiana ad investire sulla criptovaluta più famosa al mondo.

La scelta di Intesa sulle valute digitali

Anche se si tratta di una cifra tutto sommato irrisoria, frutto dell'acquisto di 11 Bitcoin, la notizia ha comunque destato grande interesse sin da quando è stata diffusa sui social una mail interna all'istituto che annunciava il primo trade sulla più famosa delle valute digitali.

Banca Intesa non ha dato indicazioni ulteriori riguardo ai dettagli dell'operazione, ne' alla strategia che intende seguire. Ma è fuori di dubbio che quest'operazione rappresenta un importante segnale di una possibile svolta in arrivo nel nostro territorio.

Questione anche di momento...

Non è casuale probabilmente neppure il momento. Nei prossimi giorni si concretizzerà l'insediamento di Trump alla Casa Bianca, e il tycon statunitense ha strizzato l'occhio al settore delle criptovalute sin dalla campagna elettorale video, propiziando peraltro la corsa del Bitcoin fin sopra i 100.000 dollari.
Sempre sotto il profilo temporale, un altro aspetto da considerare è che pochi giorni fa è entrato in vigore il MiCAr, ossia il Regolamento Europeo sulle criptovalute.

Le parole dell'Ad Messina

L'amministratore delegato Carlo Messina ha parlato dell'acquisto di Bitcoin definendolo un "esperimento", che comunque non dovrebbe stupire più di tanto visto che Banca Intesa ha fatto quello che già da tempo fanno tutte le altre banche del mondo.
Messina ha voluto sottolineare che l'acquisto di Bitcoin rappresenta la dimostrazione che Intesa ripone grande interesse verso i canali digitali anche in termini di investimento, e che l'istituto vuole essere pronto nel caso in cui i clienti particolarmente sofisticati decidessero di effettuare investimenti nelle criptovalute.

Tuttavia ha voluto precisare che l'investimento nelle criptovalute sarebbe da riservare solo ad operatori istituzionali e clienti con grandissima professionalità. "Io stesso non investo in Bitcoin", ha sottolineato l'ad di Banca Intesa.

lunedì 13 gennaio 2025

Mercati finanziari, i trader si preparano alle prime trimestrali

Nei prossimi giorni i mercati finanziari si concentreranno su alcuni dati macro (soprattutto quelli relativi a inflazione e crescita economica), ma cominceranno ad assorbire le prime trimestrali statunitensi. Saranno le principali banche, tra cui JPMorgan Chase, Wells Fargo, Goldman Sachs e Citigroup, a pubblicare i loro risultati.

Stati Uniti in focus per i mercati finanziari

Dopo il report sul mercato del lavoro, pubblicato venerdì scorso negli USA, i mercati finanziari hanno consolidato l'aspettativa che la FED si prenderà una lunga pausa nei tagli dei tassi. 

Questa settimana si attendono i dati sull'inflazione statunitense, con il rapporto CPI che, secondo le previsioni, mostrerà un'accelerazione per il terzo mese consecutivo.
A meno di clamorose sorprese positive, questo report non smuoverà tanto il mercato dalle sue convinzioni, che hanno contribuito a spingere il dollar index a ridosso di quota 110.

Sempre a livello macro, sono attesi anche i report PPI, le vendite al dettaglio e la produzione industriale. Come detto però, i mercati finanziari prima del weekend prossimo cominceranno a concentrarsi sulla stagione degli utili, che vedrà anzitutto coinvolte alcune grandi banche. Comincerà quindi il valzer degli investitori tra ordini buy e sell, tra stop loss ordine e take profit.

Lo scenario Europeo

Nell’Eurozona, la Banca Centrale Europea pubblicherà i verbali dell’ultima riunione di politica monetaria, mentre sono attesi anche i dati finali sull’inflazione per il blocco. Si prevede che i dati finali sull'inflazione dell'Eurozona per dicembre mostreranno un tasso annuo in aumento dal 2,2% al 2,4%.
Nel Regno Unito, il calendario economico è ricco di rapporti su inflazione, PIL e vendite al dettaglio.

Cina: calendario fitto di appuntamenti

Sarà una settimana ricchissima di eventi per la Cina. Il report più atteso riguarda il PIL del quarto trimestre, che si prevede crescerà del 5,1%, rispetto al 4,6% del terzo trimestre, grazie alle misure di stimolo del governo. La crescita dell’intero anno per il 2024 dovrebbe raggiungere il 5% (fonte Pocket Option link).
Sono attesi anche i dati su esportazioni, importazioni, produzione industriale e vendite al dettaglio.

mercoledì 8 gennaio 2025

Economia Britannica, i primi cinque anni dalla Brexit sono stati una delusione

Tra poche settimane saranno ufficialmente cinque anni che il Regno Unito ha deciso di uscire dall'Unione Europea. Durante questo lasso di tempo l'economia britannica non ha fatto grandi passi in avanti, e anzi il bilancio della Brexit sembra decisamente negativo.

Come è cambiata l'economia Britannica

Le conseguenze dell'uscita dall'Unione Europea per l'economia britannica sono state illustrate in un'analisi condotta dal quotidiano britannico The Independent, che ha snocciolato alcuni numeri relativi alle problematiche legate alla separazione dai cugini europei.

Promesse disattese

Ai cittadini era stato detto che la Brexit avrebbe rafforzato la sovranità, ridotto l'immigrazione, avrebbe portato a un incremento della spesa nel sistema sanitario nazionale. Ma a conti fatti, nulla di tutto questo si è verificato. Anzi, riguardo all'immigrazione c'è stata addirittura un'impennata che ha portato ad un livello record, visto il saldo letto tra ingressi e uscite pari a 2,3 milioni (è cresciuta soprattutto quella dai paesi extraeuropei).

I conti che non tornano

Il costo finanziario della Brexit per l'economia Britannica sfiora i 35 miliardi di euro, ossia 30 miliardi di sterline al cambio attuale. La liquidazione peraltro non è ancora completata e costerà ulteriori 7 miliardi di euro al Regno Unito.

Ma l'economia britannica ha subito anche una perdita annuale di 100 miliardi di sterline di prodotto interno lordo, che secondo alcuni calcoli risulta essere inferiore del 4% rispetto a quello che sarebbe stato senza Brexit. Effetti negativi si sono avuti anche sull'inflazione, che senza la Brexit sarebbe stata inferiore dell'8% per alimentari e belli non alcolici.

Problemi per commercio e investimenti

Il Regno Unito ha accusato anche un calo del commercio (-15% a lungo termine). In particolare c'è stato un fortissimo calo dell'export di prodotti ittici (-25% in 5 anni). Ma anche il settore alimentare del suo complesso ha registrato una forte perdita (circa tre miliardi di euro) legata al calo delle esportazioni verso l'UE, per via delle complicazioni a burocratiche e dei controlli alle frontiere.

Capitolo negativo anche per gli investimenti, per lo sviluppo del mercato del lavoro e per le piccole imprese. Quelle del settore agricolo non hanno più il beneficio dei fondi europei ed hanno gravi problemi nella reclutare manodopera.