domenica 16 ottobre 2016

Lavoro, in 100 call center su 134 lavoratori schiavi: nero, maltrattamenti e mobbing

Il panorama delle irregolarità di molti call center italiani è ampio e allarmante. Spesso e volentieri chi li gestisce non ha alcun rispetto per il lavoro altrui ma soprattutto per le condizioni minime di legge che dovrebbe osservare. La denuncia giunge dalla Slc Cgil di Taranto, che ha fatto uno screening su 134 calla center, rilevando che in 100 casi c'erano i presupposti per delle azioni legali contro chi li gestiva.

Il mondo senza vergogna dei titolari di call center


Un caso è esemplare (nel senso che anche altrove accade lo stesso). In un call center alcuni lavoratori lavoravano in nero per 2,50 euro l’ora, stipati in locale che aveva l'apparenza di essere un garage, senza alcun rispetto per le normative sul luogo di lavoro. La cosa più inquietante è che i titolari del call center non avevano commesse banali, bensì un ricco incarico ricevuto da Telecom Italia. Eppure, malgrado i margini fossero ottimi, pensavano ad arricchire se stessi e ai lavoratori riconoscevano una retribuzione di appena 2,50 euro per ogni ora.

Ma la retribuzione è solo uno dei tanti problemi rilevati, e spesso e volentieri basta osservare l’ingresso del luogo di lavoro per comprendere che in molti casi le persone sono costrette a lavorare in condizioni pessime.

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"La lotta allo sfruttamento va rilanciata con maggiore rigore - sostiene la Slc Cgil - perché dobbiamo debellare questi fenomeni di sfruttamento, che non hanno nulla a che fare con un paese civile”.
Le infrazioni che sono state rilevate dall'indagine hanno portato a degli esposti per condizioni di lavoro inique, dipendenti tenuti per mesi in prova o a nero, maltrattamenti e casi di mobbing.

Non solo, c'è anche un altro fenomeno allarmante. Le società stanno facendo sempre più ricorso alle delocalizzazioni, indicendo gare di appalto al massimo ribasso, spesso commettendo anche violazione della nuova legge sugli appalti, e tutto il fenomeno rischia di portare a oltre 8mila licenziamenti.

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