Se esisteranno dei
posti di lavoro in più, lo si dovrà anche grazie a Internet. Come accade da tempo negli USA, infatti, anche in Italia sta prendendo sempre più importanza per le
aziende il dotarsi di una figura nuova: il
Chief IoT Officer. Difficile definire i suoi ambiti e competenze, ma volendo riassumere si può dire che è colui che cura il passaggio da un modello di
business tradizionale a quello digitalizzato. Quindi un business manager strettamente legato però alle competenze di "Internet of Thing" (cybersecurity, cloud, Big Data, omnicanalità).
La nuova figura nel mondo del lavoro
Per Internet of Thing si intende l'estensione di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti. Nella visione dell'Internet delle cose, gli oggetti creano un sistema pervasivo ed interconnesso avvalendosi di molteplici tecnologie di comunicazione.
Per comprende quanto possa essere importante una figura simile per un'azienda, basta riflettere sul dibattito che è in corso circa l'internet of thing. Molti esperti di tecnologia lo ritengono un passo verso un mondo migliore, mentre altri studiosi e sociologi hanno forti dubbi specialmente riguardo la
sicurezza e la privacy, e le possibili minacce da parte di hacker.
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Questo genere di figura, non sono più soltanto oggetto di interesse delle aziende pioniere dell’
innovazione, ma più o meno si stanno estendendo a tutte quelle imprese che per necessità o volontà innovativa trasformano il loro
business in digitale. A tal fine occorrono
competenze sia industriale che informatica. Si tratta di un ruolo che diventa di cruciale importanza per il cambio di passo di molte aziende, sia manifatturiere che no.
C'è chi sostiene che nel giro di pochi anni, bene o male tutte le aziende dovranno avere una figura dedicata di questo tipo.
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