Il Giappone non riesce a venire fuori dalla spirale deflazionistica, ma un dato incoraggiante giunge dai consumi delle famiglie, che segnano una ripresa e spingono lo Yen che riesce a tenersi a galla. E' questa la sintesi dei dati macro resi noti nel corso della notte dall'Ufficio Nazionale di Statistica.
Lo Yen ha vissuto una nottata in calo rispetto alle altre major (dati presi da un qualunque broker market maker, ecn, stp - vedi differenze), ma a metà mattinata un lento recupero l'ha portato in parità se non in territorio positivo.
Il cross Usd-Jpy è scambiato a 105,27, ovvero senza variazioni rispetto alla chiusura di ieri. Il valore Eur-Jpy è invece 0,8962, anche qui con una minima variazione rispetto al dato precedente.
La vicenda del Giappone fa capire quanto sia complicato fare soldi con il forex. Ci sono infatti molti elementi da tenere in considerazione, e non basta solo l'osservazione dei grafici.
La paura della deflazione influenza il trading
Ad ogni modo, l''elemento che genera le maggiori preoccupazioni in Giappone rimane la deflazione. L'indice dei prezzi al consumo (CPI) a settembre è sceso dello 0,5% (dato "core"), anche se è un calo previsto dagli analisti. Per il Giappone si tratta del settimo mese consecutivo di declino.La spirale deflazionistica è alimentata da un continuo calo dei consumi, che restano in diminuzione del 2,1% rispetto a un anno prima. L'unica doppia consolazione è che si tratta di valori in linea con le previsioni degli analisti, e che il dato mensile invece è risultato positivo (2,8% contro il -3,7% precedente).
Resta comunque il dato di fatto che la Banca centrale guidata da Kuroda si trova ancora sotto pressione. Finora la politica espansionistica (tassi negativi e acquisto titoli) non ha avuto grandi effetti, visto che siamo molto lontani dall'obiettivo di inflazione al 2%. Tuttavia, proprio Kuroda qualche settimana fa aveva precisato che la BoJ sarebbe andata avanti con una politica di stimoli.
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