lunedì 30 dicembre 2024

Prezzo dell'oro, si chiude l'anno migliore dal 2010

I giorni del periodo Natalizio non hanno spostato granché lo scenario per l'oro, che viaggia oltre i 2600 dollari per oncia e si avvia a chiudere l'anno migliore dal 2010. Nel corso degli ultimi 12 mesi infatti il prezzo dell'oro ha registrato aumento di circa un quarto del proprio valore.

I driver del prezzo dell'oro

Quest'anno diversi fattori hanno soffiato vento nelle vele del lingotto, che ha superato per la prima volta i 2600 dollari per oncia, spesso alternando breakout pullback trading rispetto ai record precedenti. 

Il prezzo dell'oro ha ricevuto un impulso dai forti acquisti da parte delle banche centrali, dalle politiche monetarie più accomodanti e dalle tensioni geopolitiche che hanno alimentato la corsa ai beni rifugio.

La domanda delle banche centrali

Mentre la domanda di oro fisico non ha brillato, le banche centrali hanno continuato a fare incetta di metallo prezioso. Già nel 2022 e nel 2023 gli acquisti complessivi avevano superato le 1000 tonnellate su base annua, cifra record, e questo trend è proseguito anche nel 2024.
La Banca centrale indiana, quella turca e quella polacca si sono dimostrate molto attive in questo senso. Anche la BPoC (l'istituto centrale cinese) ha continuato a comprare oro.

NB. Anche l'oro può essere negoziato su alcuni broker opzioni binarie Italia, tramite gli strumenti put e call.

L'avvio del ciclo di tagli dei tassi

Anche la prospettiva di tagli al costo del denaro ha dato slancio al prezzo dell'oro che, essendo un asset senza rendimenti, trae vantaggio dai periodi in cui i tassi di interesse si abbassano (rendendo meno attrattivi gli investimenti nel reddito fisso).
Tra gli altri fattori rialzisti del 2024 ci sono poi le tensioni geopolitiche, perché a quelle già esistenti sul fronte ucraino si sono aggiunte quelle in Medio Oriente.

Prospettive

Ma cosa potrebbe accadere in futuro? L'oro potrebbe godere di un altro anno stellare se le tensioni geopolitiche globali dovessero aumentare sotto il governo Trump, mentre un freno potrebbe arrivare se le banche centrali - FED in primis - dovessero muoversi con più cautela sui tagli dei tassi.
Al tempo stesso, il prezzo dell'oro potrebbe correre parecchio se le politiche di Trump riaccenderanno le pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti.

mercoledì 18 dicembre 2024

Credito alle famiglie, dati positivi nei primi 9 mesi dell'anno

La ripresa del potere d'acquisto per via del calo dell'inflazione, e la buona tenuta del mercato del lavoro hanno consentito una buona crescita del credito al consumo nei primi 9 mesi del 2024.

Come sta viaggiando il credito

In base ai dati forniti dall'Osservatorio sul credito al dettaglio Assofin, Crif, Prometeia, le erogazioni sono aumentate del 7,2% rispetto ai primi 9 mesi del 2023. Peraltro l'altra nota positiva è che c'è stata una progressione trimestre dopo trimestre.

Il principale impulso alla crescita del credito è arrivato dai prestiti personali (+11,2%), che consolidano il percorso di recupero iniziato a fine 2023. Ma vanno sottolineati anche i finanziamenti per l’acquisto di auto/moto presso i concessionari (+7,8%). Diverse altre tipologie di finanziamento, pur non raggiungendo queste performance, hanno comunque mantenuto il livello dello scorso anno.

Bene i mutui immobiliari

Un aspetto importante è la ripresa dei mutui immobiliari, che sono cresciuti del 4,1% nei primi 9 mesi dell'anno. Spicca l'aumento di quelli per l'acquisto della casa (+14,2% nel terzo trimestre dell’anno) e anche le operazioni di surroga (+59,1% nei 9 mesi), finalizzate a ridurre gli oneri della rata dei mutui stipulati a tasso variabile nel periodo di forti aumenti dei tassi di interesse.

Rischi bilanciati

Riguardo ai rischi legati al credito al consumo, i dati sono sostanzialmente stabili dopo che nel bienni 2022-2023 c'era stato un forte peggioramento legato alla crisi economica e al repentino aumento dei tassi di interesse. In questi ultimi mesi invece, malgrado un lievissimo peggioramento della qualità del credito, la situazione è ancora sotto controllo.

Le prospettive per il 2025

Il contesto economico globale rimane fortemente incerto, anche perché non è chiaro quale percorso intraprenderanno le banche centrali e quali saranno gli effetti delle politiche economiche dalle nuova amministrazione statunitense. Senza dimenticare poi il persistere delle tensioni geopolitiche globali.
Tuttavia si ritiene che nel 2025 ci sarà un miglioramento del mercato immobiliare, che consoliderà la ripresa dei flussi di mutui per acquisto abitazioni. Parallelamente continuerà a crescere, pur se a ritmi più contenuti rispetto al 2024, il comparto del credito al consumo.

mercoledì 11 dicembre 2024

Costo del denaro, la BoC taglia i tassi di 50 punti base

La riunione di politica monetaria della Bank of Canada si è conclusa come da aspettative, con un taglio dei tassi di interesse per 50 punti base. Il nuovo livello del costo del denaro scende così al 3,25%.

La decisione della BoC sul costo del denaro

Quello della Bank of Canada è il secondo taglio dei tassi consecutivo di 50 punti base, e porta l'ammontare complessivo delle sforbiciate a 175 punti base durante questo ciclo di allentamento. Qualche mese fa il costo del denaro era al 5%.

La cosa importante da sottolineare tuttavia è il cambio nella retorica da parte dell'istituto centrale. Nella comunicazione che accompagna la decisione sparisce infatti il riferimento ad eventi ulteriori possibili interventi, se lo scenario di base dovesse reggere. Questo fa pensare che la banca ha intenzione di adottare un approccio più cauto e lento nel normalizzare la politica monetaria in futuro.

Inflazione e crescita

La scelta di effettuare un taglio aggressivo al costo del denaro deriva dalla frenata dell'inflazione, che dovrebbe rimanere vicino all'obiettivo del 2% nei prossimi due anni, e alla debolezza dell'economia canadese, come dimostra l'ultimo dato sul PIL che è cresciuto soltanto dell'1% (al di sotto delle previsioni della banca centrale). La Bank of Canada tuttavia ha evidenziato come il futuro andamento dell'inflazione potrebbe essere condizionato dalla politica economica della prossima amministrazione americana, visto che Trump ha promesso tariffe anche nei confronti dei vicini di casa  canadesi.

NB. Quando si negozia un cambio valutario, si può utilizzare anche l'indicatore Zig Zag trading.

Guadagna terreno il dollaro canadese

Alla fine del meeting di politica monetaria dell'istituto centrale il mercato ha reagito premiando il dollaro canadese. Il rapporto di cambio rispetto alla valuta statunitense (USDCAD) è sceso infatti a 1,412, allontanandosi dal massimo di due anni e mezzo toccato il 10 dicembre a quota 1,48. Il cambio ha disegnato una Gravestone Doji.

La spinta alla valuta canadese è arrivata anche dall'ottimismo riguardo all'impatto delle misure fiscali su inflazione e crescita economica a breve termine. Una reazione importante l'hanno avuta anche i rendimenti dei titoli di Stato a dieci anni, che sono saliti altro il 3,1%, rimbalzando dal minimo di due mesi che è stato toccato settimana scorsa.

martedì 10 dicembre 2024

Consumi natalizi, ottimismo di Confcommercio sulla spesa degli italiani

Il Natale 2024 è carico di speranza per il settore del commercio, perché quest'anno gli affari potrebbero andare meglio che nel recente passato. Per via di una serie di fattori propizi, i consumi delle prossime festività potrebbero infatti essere sostenuti.

Le previsioni sui consumi

L'ufficio studi di Confcommercio ritiene che la spesa aggregata per i regali di Natale potrebbe sfiorare i 10 miliardi di euro. Mediamente ognuno di noi arriverà a spendere circa 207 euro a testa, molto di più rispetto a quelli del 2023 (quando furono 186 euro).
Queste previsioni sembrano trovare conforto anche nei dati riguardanti il recente Black Friday, durante il quale gli italiani hanno speso poco più di quattro miliardi di euro (il 40% degli adulti è stato coinvolto dall'evento).

Se le previsioni riguardo all'ormai prossimo Natale verranno confermate, i consumi di dicembre torneranno ai livelli che avevano prima dello scoppio della pandemia, dando così un bell'impulso anche alla crescita economica del paese.

I fattori propizi

La spinta che dovrebbe rilanciare i consumi di queste festività arriva anzitutto dalla frenata dell'inflazione, che è tornata sotto controllo dopo il boom cominciato nel 2021. Un altro aiuto arriverà dalle tredicesime più consistenti (che saliranno a 54,5 miliardi rispetto al 50,7 miliardi del 2023), mentre la crescita dell'occupazione fa sperare in un ampliamento anche della platea di coloro che spenderanno di più per i regali di quest'anno.

L'indagine

L'ufficio studi della confederazione del Commercio sottolinea che, dopo un decennio, la percentuale di coloro che ritiene piacevole affrontare le spese natalizie è tornata a crescere. Il 44,4% dei soggetti intervistati ritiene infatti che sia così. Ben 8 italiani su 10 sono pronti a fare acquisti durante il periodo delle festività.
Tutto questo fa sperare che anche nel 2025 ci possa essere una crescita più robusta dei consumi, e che per il mondo del Commercio il prossimo anno potrebbe essere di maggiore vivacità.

martedì 3 dicembre 2024

Mercato azionario europeo, giornata positiva per Milano e l'Europa

Giornata all'insegna dei rialzi per le borse europee, con Piazza Affari che brilla più delle altre grazie alla spinta delle banche. Il mercato azionario non ha avuto grandi spunti macro da valutare, e aspetta il job report statunitense di venerdì per chiarirsi le idee sulle mosse della FED.

Il bilancio per il mercato azionario

A Piazza Affari, il Ftse Mib in rialzo dell’1,0% a 33.829 punti. Sulla stessa linea, giornata di guadagni per il FTSE Italia All-Share, che termina la giornata a 35.993 punti.

Tra gli indici di Eurolandia, guadagno moderato per Francoforte, che avanza dello 0,42%. Va però evidenziato che il indice DAX 40 del mercato azionario tedesco per la prima volta supera la soglia dei 20mila punti. Piccoli passi in avanti per Londra, +0,56%, Parigi sale dello 0,26% mentre il governo di Michel Barnier continua a traballare.
Chiusura senza scosse per Wall Street.

I numeri di Piazza Affari

Il controvalore degli scambi in Borsa di Milano resta attorno ai livelli della vigilia: dai dati di chiusura, sul mercato azionario sono stati scambiati 2,81 miliardi di euro di azioni.
Giornata forte per le banche, dopo che Deutsche Bank e Jefferies hanno incrementato i target price sulla maggior parte dei titoli del comparto. Gli acquisti si concentrano su Banca Popolare di Sondrio (+7%), regina del mercato azionario. Salgono anche Banco Bpm (+1,42%), Unicredit (+1,89%) e Intesa (+1,36%).

Sul principale listino milanese si apprezza anche Stellantis +1,6%, dopo lo scivolone di ieri. Chi sa il Fibonacci trading come usare potrebbe trovare interessante notare la posizione dei ritracciamenti.
Male Nexi (-3,8%), che brucia gran parte del guadagno registrato nella seduta precedente, ed è tra le peggiori insieme a Italgas (-1,6%).
In calo anche Azimut (-1,6%), dopo il downgrade di Deutsche Bank.

Gli altri mercati

Sul mercato valutario, il cambio euro/dollaro poco sopra quota 1,05, mentre il dollaro/yen si attesta a 149,5. Oggi fari accesi anche sul won sudcoreano, dopo la dichiarazione della legge marziale da parte del presidente Yoon Suk Yeol. Alcune ore dopo, la revoca del provvedimento ha fatto recuperare alla valuta le perdite.

Fra le materie prime, il petrolio risale in attesa della riunione del 5 dicembre dell’Opec+, mentre l’oro rimane poco mosso a 2.643 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund scende a 119 punti base, con il decennale italiano al 3,25% e il benchmark tedesco al 2,06%.

domenica 1 dicembre 2024

Prezzi sempre più alti, anche la pizza si adegua: più 32% in tre anni

Negli ultimi anni abbiamo dovuto fare i conti con un'inflazione altissima che non ha risparmiato nessun settore. Anche i prezzi dei generi alimentari sono cresciuti, così come le materie prime e i prodotti finali. L'inflazione non ha risparmiato neanche un simbolo mondiale della cucina italiana come la pizza.

La marcia rialzista dei prezzi

La pizza era considerata un cibo per il popolo, visto il suo prezzo estremamente accessibile. Oggi però le cose sono cambiate, perché anche i prezzi di questo iconico prodotto italiano sono cresciuti notevolmente. Mangiare in pizzeria costa molto di più che in passato, e non soltanto nelle città più turistiche, ma anche nel cuore del Sud dove la pizza è una tradizione.

La colpa è dell'aumento dei costi delle materie prime, a cominciare dall'aumento del grano e quindi dalla farina, che sta mettendo sotto pressione i ristoratori, costringendoli ad adattare il loro prezzario. Ma l'incidenza forte è stata quella dei rincari energetici.

I numeri

Secondo un report di Altroconsumo, i prezzi sono cresciuti soprattutto a Napoli. Nel capoluogo partenopeo l’incremento è stato del 32% in tre anni. Su questa percentuale così alta incide anche il fatto che in precedenza il prezzo era molto più basso rispetto ad altre zone d'Italia. Se prima una Margherita si poteva trovare a 3,5 euro, difficilmente oggi può essere pagata sotto i 5 euro. In altre città del Mezzogiorno i rincari sono comunque stati elevati. Talvolta una pizza può superare i 14 euro.

La mappa dei rincari

Rispetto al 2023 quest'anno il rincaro medio è stato del 4%, mentre rispetto ai prezzi del 2021 il rincaro è giunto al 16%. Il primato delle pizze più care spetta comunque sempre alle località turistiche o comunque alle città italiane dove il costo della vita è più elevato. A Venezia ad esempio una pizza può costare 24 euro (con bibita e coperto). Milano e Bolzano comportano una spesa che può variare tra i 13,5 e i 24 euro, a seconda della zona del tipo di locale. Nella capitale il costo medio di una pizza è di 12 euro.

martedì 26 novembre 2024

Prezzo del caffè Arabica, i futures si avvicinano ai massimi dal 1997

I problemi climatici che stanno incidendo sui raccolti, spingono ancora al rialzo il prezzo del caffé Arabica. A New York la quotazione si avvicina sempre di più al record storico che resiste da 27 anni.

La corsa del prezzo del caffé Arabica

prezzo del cafféAl mercato ICE (Intercontinental Exchange) il prezzo del caffé Arabica è arrivato a toccare i 310 cent/lbs, non lontano dal primato storico che venne registrato nel 1997, a quota 337 US cent/lbs. E' la quarta volta nella storia che il prezzo del caffé supera la soglia dei 300 cent/lbs.

Nelle ultime 4 settimane, il caffè ha guadagnato il 25,06% evidenziando sull'indicatore awesome oscillator una situazione di ipercomprato. Negli ultimi 12 mesi è aumentato del 72,32%.

I problemi climatici in Brasile

Quello che sta incidendo sul prezzo del caffé Arabica sono le importanti interruzioni dell'approvvigionamento nei principali produttori, ovvero Brasile e Vietnam, e le scarse prospettive di raccolto in Brasile. Malgrado le recenti piogge, il clima secco che c'è stato finora ha provocato danni permanenti, con precipitazioni inferiori alla media da aprile che hanno colpito le piante di caffè durante la fase cruciale della fioritura. Questo ha ridotto le prospettive per il raccolto di caffè arabica del Brasile nel 2025/26.

Da ottobre sono tornate le piogge, soprattutto nelle aree del caffè Arabica, che hanno consentito un'eccellente fioritura. Tuttavia non ci sono certezze riguardo al loro effetto sul potenziale produttivo 2025/26. Miglioreranno un po' la situazione, ma di quanto?

NB. Anche il mercato delle commodities può essere analizzato sfruttando la ichimoku cloud strategia, incentrata sulle nuvole "kumo".

Lo scenario sul mercato

Nel frattempo, le preoccupazioni riguardo all'offerta di caffè Arabica sul mercato, stanno spingendo in alto la domanda della variante Robusta, che è di minore qualità ma ha il vantaggio di essere più facilmente producibile, sia perché servono altitudini minori, sia perché le piantagioni sono più resistenti alle malattie e meno vulnerabili ai parassiti.  

Crescono di conseguenza anche i prezzi del Robusta, che hanno raggiunto i massimi dagli anni Settanta e ormai si sono avvicinati a quelli dell'Arabica (va evidenziato che spesso invece il prezzo del caffé Robusta non è stato neppure la metà di quello dell'altra variante).

giovedì 21 novembre 2024

Industria della birra artigianale italiana messa in crisi dal raccolti di orzo

I problemi legati all'andamento del clima, inteso sia come maltempo che come siccità, hanno creato gravi danni ai raccolti di orzo mettendo in crisi l'intera industria della birra artigianale italiana, costretta a importare la maggior parte di materia prima dall'estero.

Il clima incide sulle industrie della birra artigianale

Nel corso di quest'anno, l'assenza di piogge ha diminuito la quantità raccolta di orzo, nonostante la qualità di questa materia prima sia rimasta assolutamente buona. Al tempo stesso, anche le piogge intense hanno provocato dei contraccolpi sulla produzione di questa materia prima, che è fondamentale per l'industria della birra artigianale italiana.

Le ripercussioni dell'andamento climatico sul la resa del settore non sono una novità, ma il 2024 è stato un anno particolare perché ha messo in evidenza come la crisi possa diventare qualcosa di strutturale, riducendo costantemente la resa di orzo delle coltivazioni sul nostro territorio. Il guaio è che tali cambiamenti climatici sono sempre più frequenti e costanti, tanto da mettere a rischio non soltanto la quantità ma anche la qualità delle materie prime necessarie per l'industria della birra artigianale.

La crescita rischia di fermarsi

Questi problemi emergono proprio nel momento in cui il settore si sta consolidando, grazie all'esperienza accumulata negli anni passati. Ad oggi l'Italia è costretta a importare circa il 65% del malto d'orzo di cui ha bisogno. È chiaro quindi che bisognerebbe di incentivare la produzione locale di qualità, attivando misure di sostegno alle aziende che, oltre ai problemi climatici, hanno dovuto affrontare negli ultimi trimestri anche gli aumenti dei costi di produzione (+200%) a causa dell'aumento dell'energia.

I numeri del settore

Bisogna sottolineare che la filiera della birra artigianale esprime un contributo importante al prodotto interno lordo nazionale, Anche perché l'intero comparto registra numeri positivi. 

Sul nostro territorio operano quasi 1200 birrifici ed il settore è in continua espansione. Produciamo circa 48 milioni di litri di birra, tre dei quali sono destinati alle esportazioni, che ha conquistato anche i mercati anglosassoni. Inoltre occupa circa 100.000 persone, ed è chiaro che se l'industria della birra artigianale italiana dovesse andare ancora più in difficoltà, potrebbero esserci forti ricadute occupazionali.

domenica 17 novembre 2024

Investitori, in arrivo nuovi dati macro da USA ed Europa

Dopo un paio di settimane intense, che hanno fatto seguito all'elezione presidenziale negli USA, i prossimi giorni dovrebbero essere relativamente più tranquilli per gli investitori. Ci saranno comunque alcuni dati macro interessanti dagli USA, dall'Europa e qualche riunione di politica monetaria da tenere d'occhio.

Eventi chiave USA per gli investitori

Negli stati Uniti i dati economici avranno il fulcro nei PMI globali S&P flash. Si prevede che il settore manifatturiero resterà in contrazione, anche se a un ritmo più lento, mentre si prevede un’accelerazione della crescita nel settore dei servizi

Gli investitori ascolteranno con interesse le dichiarazioni di diversi funzionari della Federal Reserve. Negli ultimi giorni - soprattutto dopo le parole di Powell - è calata la convinzione che a dicembre la FED taglierà ancora i tassi. Questo ha spinto ancora il dollaro, con l'Index che si è avvicinato a quota 107, rendendo interessante anche adottare strategie di scalping forex 1-5 minuti.

Sul fronte trimestrali, arriveranno i report di grandi aziende come Nvidia, Walmart, Lowe's, TJX Companies, Palo Alto Networks, Intuit, PDD Holdings e Deere & Company.

Appuntamenti in Europa

Nella Eurozona di attende la pubblicazione dei dati Flash PMI. Si prevede che l’attività dei servizi dell’Eurozona crescerà per il decimo mese, mentre la produzione manifatturiera dovrebbe continuare a diminuire. Altri dati chiave includono la fiducia dei consumatori dell’Eurozona, l’inflazione finale e la crescita dei salari.
Inflazione in focus nel Regno Unito, dove si prevede che a ottobre raggiungerà il 2,2%, in linea con la previsione della Banca d'Inghilterra del 2,5% entro la fine dell'anno.

I meeting delle banche centrali

Riunione di politica monetaria in vista per la banca centrale di Turchia, che probabilmente manterrà i tassi di interesse invariati per l'ottavo incontro consecutivo. 

Anche in Cina gli investitori saranno attenti alla decisione della PBoC sui tassi di riferimento sui prestiti, si prevede che resterà tutto invariato dopo i tagli del del mese scorso, poiché la nuova impennata del dollaro USA ha messo sotto pressione lo yuan (il cambio USDCNH ha disegnato una broadening formation megafono) e ha limitato il margine di manovra per una politica più allentata nel continente.
Altrove, si prevede che la Banca d'Indonesia manterrà invariato il tasso BI.

martedì 12 novembre 2024

Costi per assicurare l'auto sempre più alti: una stangata da 2 miliardi

E' quasi un ritornello che si ripete anno dopo anno, i costi per assicurare la propria auto salgono ancora, e gli automobilisti devono subire senza poter far nulla, visto che sottoscrivere una polizza è un obbligo di legge. Cosa che fa rabbia, accade tutto nonostante gli utili da capogiro che hanno raggiunto le compagnie assicurative.

Il livello dei costi per assicurare l'auto

I conti riguardanti la stangata a danno degli automobilisti li ha fatti il Codacons, mettendo a confronto i dati provinciali Ivass. Secondo l'associazione, il rincaro complessivo per pagare l'assicurazione auto è stato di oltre 2 miliardi di euro (considerate le 32,9 milioni di auto assicurate nel nostro Paese).

Nel periodo che va da inizio 2022 a settembre 2024, le tariffe hanno subito un rincaro notevole. Il prezzo medio è passato infatti dai 353 euro che avevano a gennaio 2022, ai 414 euro registrati a settembre appena passato. Si tratta quindi di un incremento del 17,3%, circa 61 euro per ogni copertura assicurativa.

Situazione eterogenea nelle varie città

L'andamento dei rincari è frutto di una media generale, ma ci sono città (ben 12) in cui l'aumento è stato superiore finanche al 20%.
Il record spetta a Roma, dove i costi per assicurare la vettura sono saliti da 379,7 euro di inizio 2022 agli attuali 483 euro: L'aumento è stato superiore a un quarto (27,2% per la precisione). Tra le città non i rincari maggiori ci sono anche Cagliari (+22,5%, circa 79 euro a polizza), Pordenone (+21,5%), Massa-Carrara e Caltanissetta (+21,3%).

Tuttavia la della polizza più salata è quella degli automobilisti di Prato, dove l'Rc auto in media costa 601 euro, con un rincaro del 19,2% su gennaio 2022. Segue Napoli con 595 euro, anche se l'aumento dei costi di assicurazione nel capoluogo campano sono stati più contenuti (11,6%).

La mappa delle città "migliori"

Le città da considerare virtuose sono quelle dove i rincari non hanno superato il 10%. E sono appena quattro. Si tratta di Reggio Calabria, appena +4,4% (ossia 17,4 euro di rincaro), Cosenza (+7,9%, +24,7 euro) e Catanzaro (+8,6%, +28,7 euro). Tutte in Calabria.
Sempre al Sud si trova la città dove i costi di assicurazione sono i più bassi d'Italia. E' Enna, dove le media per veicolo è 294 euro.

giovedì 7 novembre 2024

Costi di finanziamento, nuova manovra accomodante della Bank of England

Dopo il taglio dei tassi di interesse effettuato nel mese di agosto, il primo dopo quattro anni, la Bank of England decide di effettuare una nuova sforbiciata ai costi di finanziamento. Al termine del meeting di novembre, l'istituto centrale Infatti ha deciso di abbassare i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli così al 4,75%.

La decisione sui costi di finanziamento

Se la scelta di effettuare un nuovo taglio non ha sorpreso i mercati, gli operatori sono rimasti stupiti invece dal numero dei votanti a favore di questa manovra.  

Ben otto membri su nove che compongono il comitato di politica monetaria della Bank of England hanno votato a favore di un taglio dei costi di finanziamento. L'unico membro contrario è stata Catherine Mann, che avrebbe voluto mantenere il livello dei tassi attuale.

Inflazione e crescita

Secondo l'istituto centrale britannico ci sono chiari segnali che la corsa dell'inflazione sta rallentando, come dimostra l'ultimo dato di settembre sui prezzi al consumo (1,7%, il minimo di 3 anni). 

Tuttavia l'istituto centrale ha sottolineato che il budget espansivo che è stato presentato dal Partito laburista potrebbe alimentare la pressione inflazionistica nei prossimi mesi. Per questo motivo ritiene necessario avere un approccio graduale al taglio dei costi di finanziamento. Vero è, tuttavia, che il programma laburista potrebbe spingere il prodotto interno lordo più in alto dello 0,75% nei prossimi trimestri.

Le prossime mosse

Nonostante l'approccio cauto mostrato dalla Bank of England, i mercati finanziari continuano ad aspettarsi altre due sforbiciate ai costi di finanziamento entro la fine del 2025. Una minoranza ritiene possibile che possano addirittura essere tre.

NB. Se volete negoziare la sterlina, non cercate per forza le App trading bonus senza deposito, perché spesso non sono affidabili.

La reazione del mercato

Dopo la riunione dell'Istituto centrale britannico, la sterlina ha guadagnato terreno rispetto al Dollaro. Il cambio GBPUSD è risalito infatti oltre quota 1,29, e sta per disegnare un pattern bandiera flag. Va precisato però che tutto questo accade soprattutto per il rimbalzo del biglietto verde americano che ieri, dopo la vittoria elettorale di Trump, aveva guadagnato notevolmente terreno rispetto alle altre valute principali. Intanto il rendimento dei titoli di Stato britannici a 10 anni oscilla intorno al 4,55%.

martedì 5 novembre 2024

Crediti deteriorati, L'Italia si muove in controtendenza rispetto all'Europa

Il sistema bancario italiano si pone in una posizione di privilegio in Europa riguardo la lotta contro il debito privato. Dall'ultimo rapporto fornito dall'ufficio studi di banca IFIS emerge infatti che in Italia i crediti deteriorati sono in calo, mentre nel resto d'Europa sono cresciuti.

L'andamento dei crediti deteriorati

Nel mese di dicembre che sta per arrivare, l'importo dei crediti deteriorati (quelli che le banche non riusciranno a riscuotere per svariati motivi) è destinato a scendere a 290 miliardi. Rispetto al 2015, anno nero dei non performing exposures (come conseguenza della crisi finanziaria esplosa nel 2009), il calo è di 71 miliardi. Il dato è ancor più eclatante se consideriamo che nel primo semestre di quest'anno l'Europa ha avuto un aumento degli NPE di circa 16 miliardi di euro.

In Europa l'aumento dei crediti deteriorati si deve soprattutto alla Germania, dove gli NPE sono cresciuti di 9,4 miliardi, e alla Francia dove sono cresciuti di 8,8 miliardi. A provocare questa crescita sono le condizioni di incertezza economica e i problemi legati all'inflazione, che hanno aumentato il costo del rischio.

Lo scenario in controtendenza dell'Italia

Se l'Italia invece è riuscita a muoversi in controtendenza riguardo ai crediti deteriorati si deve soprattutto al percorso difficile e faticoso che hanno intrapreso le nostre banche negli ultimi anni, oltre che alle politiche di sostegno alle imprese varate dai governi.  

Il percorso di pulizia di bilancio intrapreso dalle nostre banche ha permesso una riduzione forte del debito privato, con uno stock di NPE che è sceso di 5,1 miliardi di euro tra il primo semestre del 2023 e giugno 2024.

La migliore classificazione dei crediti

Che il sistema bancario italiano goda di una salute complessivamente migliore rispetto ai concorrenti europei emerge anche dall'andamento dei crediti classificati in Stage 2 (ossia quei crediti che hanno un rischio di mancato incasso superiore a quello che avevano al momento iniziale). La riduzione tra il 2015 e il 2024 è stata di 71 miliardi di euro, e diventerà 84 miliardi di euro nel 2026 (complessivamente -23% a livello di sistema).

mercoledì 30 ottobre 2024

Investitori prudenti, le Borse Europee chiudono in rosso

Martedì fiacco per le borse europee, che peggiorano nel corso della giornata e chiudono in rosso. Tra gli investitori il clima è attendista, con lo sguardo rivolto ai dati macro in arrivo e le nuove trimestrali (Alphabet sarà la prima delle big tech americane a pubblicare i risultati del terzo trimestre).

La giornata degli investitori

Al suono della campanella, Piazza Affari chiude la giornata a -0,26% con il FTSE Mib a 34.925 punti base. Sulla stessa linea, si posiziona sotto la linea di parità il FTSE Italia All-Share, che si ferma a 37.049 punti.

Nel resto del continente il panorama per gli investitori è fiacco. Vanno giù Madrid -0,9% e Zurigo -1,19%, Londra segna -0,81%, Parigi -0,61%, Francoforte -0,25%.
Cauta la borsa di Wall Street. Tutti gli indici possono essere negoziati sui miglior broker trading online.

I numeri di Milano

A piazza Affari il controvalore degli scambi da parte degli investitori è stato pari a 2,32 miliardi di euro, invariato rispetto alla seduta precedente; i volumi scambiati sono passati da 0,38 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,41 miliardi.

Tra i singoli titoli, avanzano Tenaris (+1,7%), Stm (+1,6%) e Intesa Sanpaolo (+1,2%). Invece Stellantis (-2,4%), Erg (-2,2%) sono in coda. In fondo al listino anche Pirelli -1,78%. Seduta negativa per Moncler, che mostra una perdita dell'1,85%.Titoli automotive in ordine sparso invece dopo la trimestrale inferiore alle attese di Ford.

Gli altri mercati

Sul mercato valutario, il cambio euro/dollaro scende verso 1,08., con i segnali forex gratis che puntano sempre di più contro la valuta unica. Tra le valute digitali va segnalato il balzo di Bitcoin, che sale oltre i $71.000 per la prima volta da giugno, sostenuto dagli afflussi in ETF e dalle speculazioni sul possibile esito delle elezioni statunitensi della prossima settimana.

Capitolo materie prime: il petrolio perde rimane debole, mentre riprende quota e torna in zona record l’oro, che attualmente mostra un prezzo di 2.766,19 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario, lo spread tra decennale italiano e decennale tedesco sale infatti a 122 punti base e i rendimenti crescono. Il titolo tricolore è indicato stasera al 3,56%.

domenica 27 ottobre 2024

Debito pubblico italiano, continua a crescere l'investimento degli stranieri

Una recente nota del Ministero dell'Economia e delle Finanze ha illustrato i risultati dei due collocamenti di BTP, quello a 7 anni e quello a 30 anni. Questa analisi ha evidenziato il grande interesse degli investitori stranieri verso i titolo del nostro debito pubblico.

L'andamento dei titoli del debito pubblico

In generale i nostri BTP hanno riscosso un grande successo, come dimostra il fatto che mentre l'importo complessivo emesso è stato di 13 miliardi di euro, la domanda ha superato i 200 miliardi (99 miliardi per il titolo a 7 anni, 107 miliardi per il Btp a 30 anni), come emerge dai dettagli dei due collocamenti di titoli del debito pubblico.

Alle operazioni di collocamento - effettuato tramite la costituzione di un sindacato - hanno partecipato oltre 300 investitori per il BTP a 7 anni, e poco meno di 400 per la riapertura del BTP a 30 anni. In entrambi i casi, circa metà dell'emissione è stata sottoscritta dai Fund Manager. Un terzo quasi è stato sottoscritto dalle banche. Presso gli Hedge Fund è stato collocato circa il 3% del titolo a 30 anni e 2,7% di quello a 7 anni.

La partecipazione degli stranieri

Dai dati appare chiaro il forte appeal che i nostri titoli di debito pubblico hanno all'estero. Infatti per il il titolo a 7 anni la quota allocata presso investitori stranieri è leggermente superiore al 81%, mentre per quello a maggiore scadenza leggermente al di sotto di questa soglia. Da questo risulta che gli investitori domestici hanno sottoscritto soltanto il 18,9% e il 19,1% rispettivamente.

I Paesi più interessati

Per quanto riguarda la partecipazione degli investitori stranieri, la quota più rilevante del collocamento è stata sottoscritta in Europa. Spicca in partecipazione in particolar modo la partecipazione del Regno Unito, con il 21% per il titolo a 7 anni e il 22,7% per il titolo di debito pubblico a 30 anni. La partecipazione degli investitori britannici è stata più del doppio rispetto a quella della Francia, della Germania, dell'Austria e della Svizzera, altri paesi che apprezzano molto i nostri titoli di debito pubblico.
Il collocamento ha avuto un discreto successo anche nei Paesi Scandinavi e in Benelux.

lunedì 21 ottobre 2024

Valute digitali, le presidenziali USA sono uno snodo importante

Negli ultimi giorni il settore delle criptovalute ha viaggiato a tinte miste. Le più valute digitali più importanti hanno infatti macinato rialzi contenuti, mentre quasi tutte le altre si sono mosse in ribasso. Questo fa comprendere la situazione di incertezza che avvolge il settore, dopo i recenti recuperi di prezzo.

I driver più importanti per le valute digitali

Il fattore che più di ogni altro sta inducendo alla cautela è l'elezione presidenziale USA. Gli investitori sanno bene che Trump è un grande sostenitore delle valute digitali, e una sua vittoria elettorale potrebbe spalancare scenari molto importanti per il futuro. 

Non è un caso che la crypto che ha performato meglio nell'ultima settimana sia stata Dogecoin, che è la preferita di Elon Musk. Il magnate australiano si sta spendendo parecchio sul fronte politico per sostenere la candidatura di Trump.

Le banche centrali

Un altro driver importante per il settore è la politica monetaria. Da quando le banche centrali hanno cominciato a tagliare i tassi di interesse, gli asset più rischiosi - come appunto le valute digitali - hanno avuto un certo vantaggio.

Tuttavia il mercato si stava convincendo che i tagli di FED e BCE sarebbero stati più incisivi e rapidi, mentre invece si fa strada la prospettiva di un percorso più graduale. Questo ha fatto scemare il numero di segnali gratis in tempo reale che suggerivano di comprare le valute digitali.

Il mercato aspetta e spera in un altro UPtober

Questo scenario ha impedito finora che si verificasse l'ormai consueto "UPtober”, ossia la tendenza delle valute digitali a viaggiare spedite nell'ultimo trimestre dell’anno (spesso è stato il più robusto).

Riguardo ai prezzi, il Bitcoin viaggia ancora un po' distante dai 70mila dollari, anche se negli ultimi giorni si è affacciato un paio di volte oltre i 69mila. Ad ogni modo la strategia trend following continua ad avere senso per questo asset.
Hanno guadagnato leggermente quota anche Ethereum e Ripple, mentre - come detto- la settimana è stata molto proficua per Dogecoin, cresciuta del 23%.

giovedì 17 ottobre 2024

Imprese, nel terzo trimestre il numero è ancora cresciuto

Nel terzo trimestre in Italia sembra essere tornata la voglia di imprenditorialità. In base ai dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, il numero di attività è cresciuto complessivamente di oltre 15mila unità (con l'impresa individuale che resta la scelta predominante per i nuovi imprenditori).
Sono state ben 62 mila le nuove iscrizioni avvenute durante questo periodo. Tuttavia il quadro non è omogeneo, soprattutto a livello settoriale.

Risultati per settore di attività delle imprese

Per quanto riguarda i singoli settori, quello delle costruzioni continua ad avere il saldo migliore in valore assoluto, con 3.841 imprese in più, malgrado il trend crescente si sia attenuato. Le attività professionali (+1,09%), quelle dei servizi alle imprese (+0,79%) e quelle del turismo (+0,65%, grazie alla spinta record del periodo estivo) si confermano in fase espansiva.

Le note dolenti riguardano commercio e manifattura, che hanno un saldo prossimo allo zero. Il contributo dell’artigianato al saldo generale è stato di 1.153 unità come differenza tra 16.459 nuove imprese artigiane nel trimestre e 15.306 che, nello stesso periodo, hanno cessato di operare.

Andamento per territorio

A livello geografico, il terzo trimestre di quest'anno ha mostrato una vitalità diffusa trasversalmente in tutto il Paese. Le 4 macro-aree (Nord-Est, Nord-Ovest,Centro, Sud e Isole) hanno un saldo in positivo.
La Lombardia è la regione più dinamica, con un aumento del numero di imprese pari a 3.322 (tasso di crescita stabile allo 0,35%). Bene anche Milano e Roma, con una performance positiva rispettivamente dello 0,46 e 0,44%. Tra le province spiccano Rieti, Latina e Frosinone, che vantano ragguardevoli tassi di crescita (rispettivamente +1,44%, +0,59% e +0,50%).

Forse può interessante: come aprire un'attività partenza da zero.

Tendenza storica

Bisogna aggiungere che, malgrado il saldo netto del numero di imprese sia cresciuto, l'ultimo trimestre evidenzia una vitalità contenuta del nostro sistema imprenditoriale. Infatti il risultato è inferiore alla media trimestrale degli ultimi dieci anni. Il tasso di crescita nazionale si attesta stabilmente allo 0,26%, senza variazioni significative rispetto al 2023.

lunedì 14 ottobre 2024

Finanza, occhi puntati sulla BCE e sulle trimestrali di Wall Street

La prossima settimana l'interesse del mondo della finanza si focalizzerà su due eventi in particolare. La riunione di politica monetaria della Banca centrale europea e la pubblicazione dei bilanci trimestrali di altre società quotate a Wall Street.

Gli eventi chiave nel calendario della finanza

Negli Stati Uniti ci saranno alcuni dati macro interessanti per gli esperti di finanza, a cominciare dalle vendite al dettaglio (che dovrebbero mostrare un aumento dello 0,3% a settembre), dal report sulla produzione industriale e dai permessi di costruzione. 

Anche diversi funzionari della Fed dovrebbero parlare degli sviluppi di politica monetaria, e questo influenzerà senza dubbio l'andamento dei segnali operativi forex gratuiti forniti da diversi broker.

Tuttavia, gli eventi più attesi riguardano i risultati trimestrali che diverse società riporteranno: Bank Of America, Goldman Sachs, Citigroup, Charles Schwab, Abbott, Morgan Stanley, Netflix, etc.

In Europa occhio ai tassi

Nel vecchio Continente, gli occhi saranno puntati sulla decisione sul tasso di interesse della Banca Centrale Europea. Gli esperti di finanza prevedono che la Eurotower effettuerà un taglio di 25 punti base del tasso di deposito chiave, in linea con le precedenti riduzioni di settembre e giugno. Nel frattempo l'euro viaggia attorno a 1,095 rispetto al dollaro americano, e cominciano a esserci i primi alert da parte di qualche indicatore inversione trend.

Sempre in Europa, la finanza guarderà con interesse al sentiment economico ZEW per la Germania. Inoltre, gli operatori seguiranno la produzione industriale dell’Eurozona, la bilancia commerciale, le partite correnti e la produzione edilizia.

Altre banche in focus

Un altro istituto che è chiamato a decidere sulla propria politica monetaria è la banca centrale della Turchia, che dovrebbe mantenere il tasso di interesse di riferimento al 50%, il massimo del 2002, anche se l’inflazione è scesa al di sotto del 50% a settembre.
Altrove, si attendono decisioni sui tassi di interesse da parte di Indonesia, Tailandia e Filippine.

Gli altri appuntamenti

Sarà una settimana intensa nel Regno Unito, dove verrà reso noto il tasso di inflazione, quello di disoccupazione e il dato sulle vendite al dettaglio.
La Cina rivelerà il tasso di crescita del PIL del terzo trimestre, insieme ai dati sulle vendite al dettaglio, sulla produzione industriale, sul tasso di disoccupazione, sull’indice immobiliare e sugli investimenti in immobilizzazioni. Verranno rilasciati dati sull’inflazione anche per India, Canada, Nuova Zelanda, Giappone e Sud Africa.

mercoledì 9 ottobre 2024

Spesa sanitaria, continua a crescere quella Out of Pocket

Se dovessimo fare una radiografia del sistema sanitario nazionale italiano, potremmo concludere senza dubbio che è fortemente malato. Una situazione critica che ha spinto la spesa sanitaria "out of pocket" di oltre il 10% nell'ultimo anno.

Prestazione sanitaria e spesa

Si parla di spesa sanitaria out of pocket quando il costo di prestazioni mediche viene sostenuto direttamente dal cittadino, che non vuole aspettare tempi biblici del Servizio Sanitario Nazionale per avere delle visite specialistiche e degli esami diagnostici.

Questa voce di costo è cresciuta del 10,3% nel 2023 rispetto all'anno precedente. Complessivamente la spesa degli italiani di questo tipo è arrivata a 40,6 miliardi di euro, con un incremento di 8 miliardi rispetto al 2022.

I problemi del Servizio Sanitario Nazionale

Alla base di questo fenomeno ci sono una serie di problemi che probabilmente stanno mettendo il Servizio Sanitario Nazionale in una situazione in cui il punto di non ritorno è sempre più vicino. Le liste d'attesa per ottenere delle prestazioni specialistiche sono infinite, per non parlare dei macchinari che vengono utilizzati che spesso sono obsoleti. Si aggiunga anche la cronica carenza di medici e infermieri e il quadro deprimente è così completo.

Peraltro va sottolineato che il divario tra la spesa pubblica sanitaria italiana e quella medio dei paesi dell'Unione Europea è di ben 52,4 miliardi. La forbice tende ad ampliarsi il governo dopo governo, perché la politica da oltre un decennio tratta la sanità come un costo da tagliare e non una priorità su cui investire.

Nord e Sud

La situazione è difficile tanto al Nord quanto al Sud, ma senza dubbio al Meridione lo scenario è peggiore, come dimostra il fatto che sempre più pazienti migrano verso il Settentrione alla ricerca di cure migliori. Inoltre accanto al fenomeno della spesa out of pocket c'è quello ben peggiore di chi rinuncia a curarsi per via da un lato delle liste di attesa troppo lunghe e dall'altro dei costi eccessivi per accedere alla sanità privata. Si stima che nel nostro paese circa 4,5 milioni di pazienti rinunciano a curarsi per questi motivi.

lunedì 7 ottobre 2024

Mercati finanziari, gli occhi sono puntati ancora sugli USA

Ci aspettano giorni intensi sui mercati finanziari, che vivranno dati marco importanti (soprattutto dagli USA), leggeranno i verbali del Fomc e assaggeranno le prime trimestrali di Wall Street.

Gli eventi chiave per i mercati finanziari

Il centro dell'attenzione saranno anche stavolta gli USA, dove saranno pubblicati gli ultimi report riguardo all'inflazione. Le aspettative sono per un calo al 2,3% su base annuale, che sarebbe il minimo da febbraio 2021. Si prevede inoltre che l’IPC principale aumenterà dello 0,1% su base mensile, mentre l’IPC core dovrebbe aver rallentato allo 0,2%. 

Questi dati serviranno a capire se la FED potrà avere un approccio più graduale sui tagli dei tassi, oppure aumenteranno di nuovo le possibilità di sforbiciate aggressive.

I verbali del Fomc

Sempre nel USA ci sarà la pubblicazione dei verbali del FOMC, che forniranno altre informazioni sulla potenziale portata del prossimo taglio dei tassi, con aspettative mitigate dopo che un forte rapporto sull'occupazione ha ridotto la probabilità di un'altra maxi riduzione di 50 punti base.

Ovviamente tutto questo inciderà sulla marcia del dollaro (e gli speculatori sono pronti con i loro indicatori scalping forex), che negli ultimi giorni si è riportato oltre quota 102, per via dell'aumento di domanda di beni rifugio sulla scia dell'escalation di tensione in Medio Oriente.

Cosa accadrà nel resto del mondo

Spostando lo sguardo in Europa, la BCE pubblicherà le minute dell'ultima riunione, quando abbassò i costi di finanziamento di 25 punti base a settembre, il secondo taglio quest’anno. La Germania riferirà sugli ordini di fabbrica e sulla produzione industriale, mentre l’Area Euro fornirà i dati sulle vendite al dettaglio. Il Regno Unito pubblicherà il dato sulla crescita del PIL e l’attività industriale.

Infine, si prevede che la Reserve Bank of New Zealand effettuerà un altro taglio del tasso di riferimento, anche se i mercati sono divisi sull’entità della mossa. Si attendono decisioni sui tassi di interesse chiave da parte di Corea del Sud (pronta al primo taglio dei tassi in oltre quattro anni), India e Nuova Zelanda.

NB. Chi negozia valute può trovare molto utile sfruttate le regole di Gann trading.

Al via la stagione degli utili

Sul fronte societario, la stagione degli utili del terzo trimestre inizierà venerdì con i resoconti delle grandi banche JPMorgan, Wells Fargo e Bank Of New York Mellon.

mercoledì 2 ottobre 2024

Consumi e sprechi, numeri da brividi su quanto cibo buttiamo in Italia

La corsa sfrenata dell'inflazione ha avuto un effetto pesante sui consumi delle famiglie italiane. Ci ha indotto ad assumere dei comportamenti più attenti sul nostro stile alimentare. Tuttavia i numeri relativi alla quantità di cibo che ogni settimana buttiamo nella spazzatura restano sconcertanti.

Nella pattumiera una bella fetta dei nostri consumi

Secondo un'indagine condotta dal portale Too Good To Go, azienda nota per il suo impegno nella lotta contro lo spreco alimentare, ogni settimana un cittadino italiano mediamente butta nella spazzatura 1,3 kg di alimenti

Si tratta di una quota enorme rispetto ai suoi consumi alimentari, perché parliamo di una media di cibi buttati pari a 67 kg ogni anno (secondo un report dell'UNEP, ossia il programma delle Nazioni Unite per l'ambiente). Significa che ogni settimana quasi tre pasti vengono sprecati.

Conseguenze

Le conseguenze di questi comportamenti, oltre che morali, sono anche ambientali. Questi gesti che noi consideriamo banali, in realtà hanno conseguenze devastanti sul clima, dal momento che gli sprechi alimentari provocano una emissione pari a 180 kg di CO2 equivalente all'anno. Non solo, bisogna anche considerare lo spreco di risorse naturali per produrre cibo che noi buttiamo, secondo i conti sono quasi 190 metri quadri di suolo e 55 mila litri di acqua.

Il conto dei costi di questi comportamenti

Tradotto in termini economici, ogni cittadino italiano spreca circa 360 euro l'anno di cibo. Si tratta di una quota pari al 13% del budget per i consumi alimentari medi. In pratica ognuno di noi per 47 giorni l'anno fa la spesa senza poi che ci siano consumi di quello che ha acquistato. Buttiamo denaro, lavoro, tempo e risorse.

I dati europei

Anche l'istituto di statistica europeo (Eurostat) ha fornito un quadro allarmante sulla situazione degli sprechi alimentari nel nostro continente. Nel 2022 ogni abitante europeo in media ha generato 72 kg di rifiuti alimentari. Tre paesi europei emergono come principali responsabili della metà dello spreco alimentare nel continente: Germania, Francia e Italia. Nel 2022, questi tre stati hanno generato complessivamente 28,4 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari.

giovedì 26 settembre 2024

Tassi di interesse, altro taglio da parte della Riksbank svedese

Tutto secondo i programmi. In Svezia la banca centrale decide di tagliare i tassi di interesse ancora una volta, dopo averlo già fatto ad agosto. Ed anche stavolta la Riksbank ha deciso di sforbiciare il costo del denaro di 25 punti base, portando così il nuovo livello degli oneri di finanziamento al 3,25%.

La decisione sui tassi di interesse

Quello che conta davvero, tuttavia, è che la Riksbank ha deciso di accelerare notevolmente il suo ciclo di tagli dei tassi di interesse. L'istituto ha infatti preannunciato altre due sforbiciate al costo del denaro nelle prossime due riunioni da qui a fine anno. Peraltro in uno dei due meeting, il taglio potrebbe arrivare a 50 punti base.

Ma non finisce qui perché, se tutto andrà secondo le previsioni, la Riskbank stima di effettuare altri due tagli nella prima metà del 2025. Alla fine di questo ciclo accelerato di tagli, i tassi di interesse potrebbero arrivare al 2,5%.

Crescita economica e inflazione

La decisione di spingere forte sull'abbassamento del costo del denaro risponde all'esigenza di stimolare l'economia svedese, e trova sponda nel forte calo dell'inflazione. Il mese scorso infatti il tasso di inflazione è sceso all’1,9%, ossia il livello più basso da luglio 2021, rispetto al 2,6% del mese precedente e al di sotto delle previsioni del mercato del 2,1% (su base mensile, l'IPC è sceso dello 0,6%, dopo un aumento dello 0,1% a luglio).

NB. Se volete negoziare la valuta svedese o le altre, potrebbe esservi molto utile l'oscillatore stocastico trading.

La reazione del mercato

Dopo la riunione della Riksbank, e soprattutto dopo aver appreso dell'intenzione della banca centrale di accelerare il ciclo di tagli dei tassi di interesse, la Corona ha perso leggermente quota rispetto al dollaro americano. Il cambio USDSEK è risalito a 10,15 (dopo aver disegnato una Marubozu candela rialzista). Nei giorni scorsi questa coppia valutaria si era avvicinata alla soglia psicologica di 10,00, toccando i minimi di 9 mesi. Nell'ultimo anno la valuta svedese si è apprezzata dell'8% circa rispetto al biglietto verde.
Anche il cambio rispetto all'euro ha visto la Corona svedese andare in frenata, rimbalzando dal minimo di 4 mesi toccato di recente.

martedì 24 settembre 2024

Mercato Immobiliare, l'Italia reciterà la parte del leone

Nel biennio 2024-2025, gli esperti del mercato immobiliare ritengono che il nostro paese sarà uno dei maggiori leader europei della crescita. E' quanto emerge dal rapporto European Outlook 2025 che è stato presentato da Scenari Immobiliari e investire SGR, in occasione del trentaduesimo forum di previsioni svoltosi a Rapallo.

I numeri italiani sul mercato immobiliare

Secondo le stime, il fatturato del mercato immobiliare italiano quest'anno dovrebbe crescere del 3,4%, mentre nel prossimo anno si aspetta addirittura una crescita del 5,7%. 

Inoltre, all'interno del report viene evidenziato che il fabbisogno di abitazioni da qui al 2050 in Italia sarà di 3,6 milioni. Di queste, quasi il 5% si concentrerà nel territorio di Milano, il 3% si concentrerà nel territorio di Roma, mentre per circa l'1% il fabbisogno riguarderà gli altri principali capoluoghi italiani.

Investimenti enormi

Per via di questo è grande fabbisogno abitativo, si stimano investimenti nel mercato immobiliare superiori ai 1000 miliardi di euro. A questi ne vanno poi sommati oltre 4000, che saranno necessari per la manutenzione del patrimonio immobiliare esistente (a tal proposito, ricordiamo che ci sono 450mila case a rischio perché pericolanti).

Situazione geografica

Altri punti interessanti giungono dal report. Anzitutto la vivacità del mercato immobiliare di Milano, Bologna e Roma si dovrà soprattutto alla popolazione universitaria e dai giovani professionisti. Sempre a Milano poi ci sarà ampio spazio per la realizzazione di soluzioni abitative specifiche per gli over 75 (soluzioni che da noi sono poco sviluppate rispetto agli altri paesi europei).

In città meridionali quali Palermo e Napoli, dove la richiesta di abitazioni da parte della popolazione più giovane è in netto calo, si potrebbe avere un maggiore spazio per le residenze in vendita e in allocazione di nuovissima generazione, ossia quelle unità abitative realizzate con elevati standard di qualità.

Conclusioni

Dal quadro emerge che le difficoltà che hanno caratterizzato il mercato immobiliare italiano ed europeo nell'ultimo periodo dovrebbe avviarsi alla conclusione. Si stima infatti una crescita delle compravendite residenziali tanto nel 2024 quanto nel 2025. Per quanto riguarda i prezzi di vendita, si prevede un aumento di circa il 3,1% a livello nazionale, con incrementi più significativi nelle grandi aree urbane.

mercoledì 18 settembre 2024

Banche centrali, mai così tanta incertezza sulle mosse della Fed

E' giunto il giorno delle decisioni per la Federal Reserve. La più importante delle banche centrali questa sera annuncerà l'ammontare dei tagli ai tassi di interesse, e mai come stavolta il mercato non sa che cosa aspettarsi.

Il meeting della regina delle banche centrali

Nella settimana delle "quattro streghe", gli occhi degli investitori saranno puntati tutti quanti sugli Stati Uniti, perché la Federal Reserve si appresta a varare il primo taglio dei tassi di interesse dopo ben quattro anni. La mossa di questa sera chiuderà un lungo periodo caratterizzato dal costo del denaro elevato da parte delle banche centrali, reso necessario dalla battaglia contro l'alta inflazione.

Il dubbio sulla ammontare

Se non ci sono dubbi sul fatto che la banca centrale USA effettuerà una sforbiciata al costo del denaro, resta tutto da vedere di quanto sarà questo taglio. Le ipotesi sul tavolo del mercato finanziario sono due: 25 punti base oppure 50 punti base. Non c'è mai stata così tanta incertezza sulle mosse della Federal Reserve dal 2007 in poi. Attualmente il livello del costo del denaro e nella forbice 5,25-5,50%.

NB. L'andamento dei tassi di interesse è importante ancora per coloro che investono con le opzioni vanilla (broker con cui negoziare qui).

Le aspettative

Fino a pochi giorni fa, l'ipotesi più considerata era quello di un taglio poco aggressivo di 25 punti base. Ma negli ultimi giorni, dopo una serie di dati macroeconomici che hanno evidenziato una situazione di debolezza dell'economia a stelle e strisce, si è fatta sempre più largo la convinzione che la Federal Reserve possa intervenire con una sforbiciata di 50 punti base. Secondo le ultime stime, addirittura ci sarebbero il 70% di possibilità che ciò accada. Appena settimana scorsa invece era al 15%.

Il mercato

Questa prospettiva di recente ha finito per indebolire il dollaro statunitense sul mercato valutario. Il biglietto verde, che fino a un anno fa scambiava sulla parità rispetto all'Euro, ha perso decisamente quota e di recente il cambio euro dollaro ha superato quota 1,12 (e sulla Forchetta di Andrews pitchforks trading abbiamo varcato il limite inferiore).
L'indice del dollaro, che misura l'andamento della valuta americana rispetto a un paniere di altre valute principali, si sta lentamente avvicinando alla soglia dei 100.

domenica 15 settembre 2024

Acquisti, in Italia continua a volare il mercato di seconda mano

Mentre la tendenza a fare compere durante il periodo dei saldi registra una frenata, c'è stato un vero e proprio boom per quanto riguarda gli acquisti di seconda mano. Lo certifica un sondaggio Ipsos per conto di Confesercenti.

I numeri sul boom degli acquisti

Negli ultimi 12 mesi, il 56% degli intervistati ha dichiarato di aver fatto almeno un acquisto di un prodotto di seconda mano, utilizzando le piattaforme online. Di questa percentuale, un quinto dice di farlo spesso o addirittura sempre, mentre circa il 37% dice di farlo occasionalmente. 

Resta il fatto che gli acquisti di seconda mano nell'ultimo anno hanno registrato un vero e proprio boom, tanto che secondo le ultime stime questo mercato ha un valore di oltre 6 miliardi di euro.
Gli acquisti di seconda mano però non si effettuano soltanto on-line, dal momento che la richiesta di usato è in crescita anche nei negozi fisici e nei mercati ambulanti.

Riparazioni e riciclo

Altri dati interessanti riguardano la crescita delle riparazioni e del riciclo dei capi di abbigliamento. Le prime sono cresciute del 34% nell'ultimo anno. Una tendenza che viene confermata anche dal ritorno in auge delle sartorie, il cui numero è cresciuto del 4%, grazie soprattutto all'iniziativa di imprenditori stranieri. Anche il riciclo continua a crescere.

Motivazioni dietro al boom

Questa tendenza si spiega anzitutto con la voglia di risparmiare, particolarmente sentita vista l'elevata inflazione in Italia. Ma c'è anche una componente maggiore di sensibilità ambientale. Anche se la ricerca dell'usato è in crescita, è altrettanto vero che la cultura della moda rimane sempre radicata nel dna degli italiani. Lo dimostra la ricerca di prodotti griffati anche usati da parte dei più giovani.

Come detto, a questo boom di acquisti dell'usato si contrappone l'andamento negativo delle vendite in saldo. Quelli estivi, che da poco sono terminati, nella maggior parte delle regioni italiane hanno registrato vendite inferiori rispetto allo scorso anno. Solo il 27,9% segnala una performance stabile e appena il 10,2% in crescita.

lunedì 9 settembre 2024

Investitori di buon umore, le Borse si rialzano in avvio di settimana

Giornata di rialzi per le borse europee, nella prima seduta della nuova settimana. Gli investitori avevano voglia di fare compere, dopo la brutta ottava appena passata. Tuttavia, l'attenzione è focalizzata sui prossimi appuntamenti macro, ossia la riunione BCE e il dato sull'inflazione americana.

La giornata degli investitori

A Piazza Affari, il Ftse Mib archivia gli scambi in progresso dello 0,90% a 33.590,34 punti. Sulla stessa linea, in rialzo il FTSE Italia All-Share, che aumenta rispetto alla vigilia arrivando a 35.693 punti. Sale il FTSE Italia Mid Cap (+0,72%); come pure, in frazionale progresso il FTSE Italia Star (+0,62%).

Anche nel resto d'Europa gli investitori hanno comprato. I listini europei infatti chiudono una seduta in rimbalzo: Parigi +0,99%, il Ger 40 (cos'è) di Francoforte +0,94%, Amsterdam +1,03%, Madrid +0,92%. Brilla Londra +1,09%.

I dati di Milano

Alla Borsa Italiana il controvalore degli scambi da parte degli investitori è stato di 1,79 miliardi di euro, in calo del 26,61% rispetto a venerdì scorso. I volumi scambiati sono passati da 0,52 miliardi di azioni della seduta precedente a 0,33 miliardi.

Riguardo ai singoli titoli, spicca Campari (+3,5%), ma avanzano anche Popolare di Sondrio (+2,6%) e Nexi (+2,4%). Sale anche Saipem (0,78%), dopo l’annuncio del varo del prototipo di piattaforma solare galleggiante XolarSurf al largo della Norvegia. In sofferenza il lusso con Moncler a -1% e Brunello Cucinelli a -0,4%.

Gli altri mercati

Sul mercato dei cambi, le scommesse su una Bce colomba si fanno sentire sull’euro, che arretra dello 0,4% contro il dollaro e si muove intorno a 1,1. Sarà scattato qualche limite buy sell ordine.
Tra le materie prime, il petrolio annulla il precedente rialzo con il Brent nuovamente a 71 dollari al barile, tra le prospettive deboli per la domanda in attesa di alcuni report chiave nei prossimi giorni. L’oro resta in calo a 2.495 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario resta invariato lo spread, che si posiziona a +140 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si attesta al 3,54%.

giovedì 5 settembre 2024

Produzione di pomodori italiani in crisi, rischiamo l'invasione dalla Cina

Negli ultimi anni lo scenario relativo al mercato dei pomodori sta cambiando rapidamente, facendo emergere un allarme importante riguardo al rischio di invasione di prodotti cinesi, dal momento che Pechino sta inspiegabilmente spingendo al limite la produzione di questo ortaggio.

Cosa succede alla produzione di pomodori

Senza dubbio il mercato dei pomodori in Italia non è più quello di un tempo, per ragioni differenti che riguardano la produzione nel Meridione è quella del Settentrione. 

Al Sud, pur essendoci grande abbondanza di produzione, è la qualità quella che preoccupa. Infatti il pomodoro si sta precocizzando progressivamente sempre di più, rendendo complicato il processo di trasformazione. A questo bisogna aggiungere poi il problema della mancanza di acqua in molte zone produttive, che minaccia le future campagne di raccolta di quello che rimane uno degli alimenti simbolo della dieta mediterranea.

I problemi climatici al Nord

Uno scenario diverso riguarda invece il Nord del paese, dove la campagna di produzione procede molto a rilento a causa dei fenomeni meteorologici che hanno interessato - a maggio e giugno - soprattutto la zona ovest della pianura padana, che è una delle due maggiori aree di produzione. Questi fenomeni hanno stressato le piante riducendo la loro capacità produttiva.

La minaccia cinese

I problemi di produzione che riguardano il nostro paese vanno sommati ad una minaccia che arriva dall'estero. Nell'ultimo biennio la Cina ha inspiegabilmente incrementato all'inverosimile la produzione di pomodori. Non avendo necessità di soddisfare i consumi interni, l'unica spiegazione a questa aumento improvviso di capacità produttiva è l'intenzione di inondare i mercati internazionali con i suoi prodotti, diventando leader del mercato.

Peraltro si tratta di un prodotto di bassa qualità realizzato sfruttando le minoranze Uigure (gli Stati Uniti hanno vietato l’importazione sul proprio territorio dal gennaio 2021 per evitare di sostenere il lavoro forzato).
Se si vuole evitare di essere inondati di pomodori made in Cina, si dovranno mettere in atto una serie di attività che tutelano la produzione italiana e le filiere produttive del nostro paese.